In quel contesto altalenante che è stato la Fase Quattro del Marvel Cinematic Universe, un periodo di transizione dopo la conclusione della Infinity Saga, uno degli elementi più interessanti era senz’altro la prima stagione delle avventure di Loki, ancora una volta sfuggito alla morte, in questo caso grazie a un paradosso temporale. Due anni dopo, è giunto il momento di ritrovare l’ingannevole asgardiano, ora che siamo nel vivo della Fase Cinque (avviata qualche mese fa con il terzo episodio delle vicende di Scott Lang) e della Multiverse Saga. Eccoci, quindi, alle prese con la recensione di Loki 2, che si basa sulla visione in anteprima di quattro episodi su sei. Come per la prima annata, la distribuzione su Disney+ sarà a cadenza settimanale.
Loki – Stagione 2
Genere: Fantascienza, avventura
Durata: 50 minuti ca./6 episodi
Uscita: 5 ottobre 2023 (Disney+)
Cast: Tom Hiddleston, Sophia Di Martino, Gugu Mbatha-Raw, Wunmi Mosaku, Eugene Cordero, Rafael Casal, Tara Strong, Kate Dickie, Liz Carr, Neil Ellice, Jonathan Majors, Ke Huy Quan, Owen Wilson
La trama: non variare troppo
Sylvie è sparita senza lasciare traccia dopo aver ucciso Colui che rimane, e con la morte di quest’ultimo si è riaperto il Multiverso (come abbiamo avuto modo di vedere in Spider-Man: No Way Home e Doctor Strange nel Multiverso della Follia), con un numero infinito di realtà parallele che la Time Variance Authority non è più in grado di controllare. Quanto a Loki, lo stravolgimento della linea temporale lo sta facendo scivolare tra passato, presente e futuro (motivo per cui al termine della prima stagione Mobius non lo riconosceva: non si erano ancora incontrati in quel momento), e per salvare la situazione occorre stabilizzarlo. Ma forse neanche quello sarà sufficiente: come spiega Ouroboros, detto OB, l’uomo che ha ideato tutta la tecnologia della TVA, l’espansione del Multiverso potrebbe portare al collasso della struttura stessa, con conseguenze devastanti per tutti gli universi. E questo senza aver ancora tirato in ballo la possibilità che riemergano le varianti più pericolose di Colui che rimane, come un certo Kang il Conquistatore…
Il cast: ritorni multiversali
Tra i maggiori punti di forza della prima stagione c’era l’intesa fra gli attori, e depone quindi a favore della seconda il fatto che sia tornato l’intero cast fisso, a cominciare da Tom Hiddleston, Sophia Di Martino e Owen Wilson (e tra gli incentivi per vedere lo show in lingua originale c’è la bravissima Tara Strong, che presta la voce a una sempre più inquietante Miss Minutes). Jonathan Majors, che in precedenza è stato Colui che rimane e poi vari membri del Consiglio dei Kang, ritorna nei panni di un’altra variante, l’inventore Victor Timely (già visto nel post-credits di Ant-Man and the Wasp: Quantumania), il cui cognome è un omaggio al primo appellativo della casa editrice oggi nota come Marvel Comics.
Ma a rubare la scena a tutti ci pensa il premio Oscar Ke Huy Quan, una vera e propria forza della natura nel ruolo di OB e qui alle prese con un nuovo tipo di Multiverso dopo l’exploit di Everything Everywhere All At Once.
Andare per Fasi
Volente o nolente, la Marvel ha abituato una fetta di pubblico a giudicare i film e le serie del suo universo audiovisivo non più come entità drammatiche a sé, ma (quasi) solo nel contesto delle trame orizzontali varie ed eventuali, ragion per cui la Fase Quattro è stata aspramente criticata da chi riteneva che non si andasse a parare da nessuna parte (nonostante i palesi indizi legati al Multiverso, le malefatte di Valentina Allegra de Fontaine e i piani cosmici dei Celestiali). È quindi andata relativamente bene alla prima stagione di Loki il fatto di essere un elemento centrale della mitologia della Casa delle Idee, ponte ideale fra la fine della Infinity Saga e l’inizio della Multiverse Saga, con l’aggiunta di avere le idee chiare su come raccontare una storia in formato seriale per il piccolo schermo, fattore non sempre ben calibrato in altre serie del MCU (alcune delle quali palesemente sceneggiature cinematografiche allungate a dismisura per nutrire il bulimico catalogo di Disney+).
Fuori dal tempo
Con la seconda stagione c’è stato un passaggio di consegne dietro le quinte, con Michael Waldron (passato alla scrittura dei lungometraggi del MCU) che ha affidato le redini da sceneggiatore principale a Eric Martin e Kate Herron che è stata sostituita da un team di registi. Quest’ultimo è capitanato dal duo composto da Justin Benson e Aaron Moorhead, già coinvolti nella lavorazione di Moon Knight e qui ancora più nel loro elemento venendo da un percorso horror dove i paradossi temporali sono all’ordine del giorno (vedi alle voci Resolution e The Endless). Mantengono quindi la continuità visiva con la prima annata ma imprimono anche il loro marchio di ipnotica stramberia, rendendo ancora più adrenalinico il conto alla rovescia (nella serie stessa e nella scansione in episodi) che accompagna il ritorno in scena di Loki, Sylvie e compagnia bella. Il Multiverso forse non si può (ancora) riassestare, ma l’andamento della macrostoria Marvel sembra essere tornato sulla buona strada.
E voi cosa ne pensate di questo? Siete d'accordo con le nostre riflessioni?
Se volete commentare a caldo la recensione insieme alla redazione e agli altri lettori, unitevi al nostro nuovissimo gruppo Telegram ScreenWorld Assemble! dove troverete una community di persone con interessi proprio come i vostri e con cui scambiare riflessioni su tutti i contenuti originali di ScreenWorld ma anche sulle ultime novità riguardanti cinema, serie, libri, fumetti, giochi e molto altro!
La recensione in breve
Loki ritorna sul piccolo schermo con una seconda stagione che ripropone elementi familiari ma con un'aura ancora più folle e a tratti inquietante, entrando nel vivo della Multiverse Saga del Marvel Cinematic Universe.
-
Voto ScreenWorld