A quattro anni di distanza dal debutto italiano della serie tv spagnola ideata da Álex Pina, La Casa di Carta fa il suo ritorno su Netflix con il secondo volume della Parte 5, questa volta per chiudere definitivamente i conti lasciati in sospeso. Gli ultimi 5 episodi rilasciati sulla piattaforma vanno infatti a concludere quello che negli anni è diventato, piaccia o non piaccia, un vero e proprio fenomeno globale da centinaia di milioni di visualizzazioni. Dopo un primo volume della stagione conclusiva poco convincente e fin troppo altalenante, le rocambolesche avventure del Professore e della sua banda giungono al termine in un modo che, ne siamo certi, non lascerà delusi i fan. Come vedremo nella nostra recensione de La Casa di Carta Parte 5 Volume 2, infatti, il finale di serie riporta il giusto equilibrio al mix di sparatorie, inseguimenti, colpi di scena e risvolti soap che da sempre caratterizza lo show spagnolo. E, ovviamente, risponde alla più grande domanda lasciata in sospeso con i precedenti episodi: riusciranno i nostri eroi dalle tute rosse e le maschere di Dalì a uscire dalla Banca di Spagna con 90 tonnellate d’oro?
La Casa di Carta Parte 5 Volume 2 (2021)
Genere: Drammatico
Durata: 1 ora a episodio
Uscita: 3 dicembre 2021 (Netflix)
Cast: Úrsula Corberó, Álvaro Morte, Miguel Herrán, Itziar Ituño, Pedro Alonso. Najwa Nimri
Stallo alla messicana
Al termine del primo volume di questa quinta parte conclusiva, avevamo lasciato i membri della banda del Professore a fare i conti con una grave perdita, forse la perdita più dolorosa e sicuramente la più inaspettata dell’intera serie: quella di Tokyo (Úrsula Corberó), sacrificatasi per difendere i propri compagni e abbattere il crudele Gandía (José Manuel Poga) nonché molti dei suoi compagni militari. Li ritroviamo in preda alla disperazione ma pronti a preparare una reazione e, soprattutto, ancora focalizzati su quello che è l’obiettivo da portare a termine: trasportare l’oro all’esterno dell’edificio. Altrettanto pronti e agguerriti sono, però, anche i pochi superstiti dell’esercito ancora dentro alla Banca di Spagna. Per non parlare dello spietato Colonnello Luís Tamayo (Fernando Cayo), capo temporaneo dei Servizi segreti di Spagna determinato a stanare la banda a costo di compiere una carneficina e del Professore (Álvaro Morte), impegnato da un lato a riportare lucidità all’interno di un gruppo sull’orlo del cedimento e, dall’altro, a tenere a bada quella che è la variabile impazzita dello show: l’ispettrice della Polizia Alicia Sierra (Najwa Nimri), colei che, con le proprie scelte, darà una direzione all’intera vicenda. Un vero e proprio stallo alla messicana, nel quale tutti i protagonisti in gioco si tengono sotto tiro a vicenda e in cui è quasi impossibile definire chi avrà la meglio sugli altri. Nel corso di questi 5 episodi finali, infatti, più volte si avrà l’impressione che la storia sia arrivata alla fine, ma gli autori riusciranno, ogni volta, a rimescolare le carte in tavola, in un susseguirsi di colpi di scena e giochi di prestigio che terranno gli spettatori incollati allo schermo fino all’ultimo minuto.
Il metallo maledetto
Abbiamo citato tutti i protagonisti di questo adrenalinico stallo alla messicana ma l’intera serie non avrebbe senso senza il fulcro attorno al quale ruotano le scelte e le azioni dei suoi schieramenti contrapposti: l’oro. Mai quanto in questi ultimi 5 episodi si parla del prezioso metallo e, soprattutto, del suo significato. L’oro è sinonimo di ricchezza, sì, ma non è solo questo. Ce ne fornisce un ritratto esaustivo il personaggio di Tokyo (che rimane voce narrante dello show) definendolo “metallo maledetto”: per nient’altro, nel corso storia dell’uomo, si è ucciso così tanto come per l’oro, per nessuno si è generato tanto dolore, tanta follia. Tokyo stessa rappresenta solo un nome in più di quella lista di morti in cui solo il metallo dorato sopravvive, perché “quando tutto il resto marcisce, l’oro rimane intatto”. Ma l’oro è anche parte di un sistema economico la cui presenza, per quanto esclusivamente simbolica, influenza e condiziona la vita stessa dei paesi che ne sono in possesso. Come dice il Professore, l’oro di un paese è un’illusione, non serve a niente; la Spagna non ci fa niente, nemmeno una transizione, è solo un supporto psicologico. Un’affermazione da tener bene a mente e che rivelerà il suo vero significato una volta che il cerchio si sarà chiuso.
L’importanza dei flashback
Così come negli episodi precedenti, anche La Casa di Carta Parte 5 Volume 2 presenta numerosi flashback che si alternano alle vicende dentro e fuori la Banca di Spagna. Ma in queste 5 puntate finali, scopriamo che questi flashback non rappresentavano solo un escamotage per alleggerire la tensione, bensì un elemento indispensabile per ricomporre tutti i pezzi di un puzzle assai complesso e comprendere meglio le sfaccettature dei vari personaggi. Grazie a questi salti nel passato, infatti, verranno a galla le vere motivazioni che hanno portato il Professore e Berlino ad escogitare il primo colpo alla Zecca di Stato. Ma scopriremo anche le reali ragioni che hanno spinto ogni componente della banda ad abbandonare il “paradiso” e a ributtarsi nel caos della rapina. I (numerosi) fan di Berlino saranno entusiasti di sapere che il personaggio interpretato da Pedro Alonso avrà in questa ultima parte un ruolo assolutamente centrale, come centrale per la narrazione sarà l’ambiguo rapporto con suo figlio Rafael (Patrick Criado).
Un finale all’altezza
La Casa di Carta Parte 5 Volume 2 rappresenta senza ombra di dubbio un finale all’altezza delle aspettative di chi, da quattro anni, segue fedelmente lo show e, soprattutto, di quelle persone che pensavano che la serie ideata da Álex Pina avesse perso parte del suo smalto. In questi nuovi e ultimi episodi ritroviamo tutti quegli elementi che hanno decretato il successo dello show (sparatorie, inseguimenti, colpi di scena, tradimenti) e che trasportano lo spettatore, senza mai stancarlo o annoiarlo, verso un finale tanto potente quanto inaspettato. Se negli episodi precedenti, però, gli autori avevano generato un climax d’azione che culminava con la morte di Tokyo, in questa ultimissima parte cercano di conferire alla narrazione un twist più emozionale, in cui rapporti d’amore e di amicizia si fondono con i tanti momenti ad alto tasso di adrenalina. Il risultato finale è, come afferma Lisbona (Itziar Ituño) in una scena dell’ultimo episodio, il picaresco spagnolo, un racconto che ammette una certa promiscuità di toni, alternando tragedia, eroismo, sospensione della realtà, estasi, satira e divertimento. Piaccia o non piaccia, questa è La Casa di Carta.
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La Casa di Carta Parte 5 Volume 2 rappresenta la degna conclusione dello show spagnolo, ormai fenomeno mondiale, ideato da Álex Pina. Questo finale di serie, infatti, riporta il giusto equilibrio al mix di sparatorie, inseguimenti, colpi di scena e risvolti soap, arricchendo la narrazione di continui flashback a cui già siamo stati abituati ma che, questa volta, diventano elementi indispensabili per ricomporre tutti i pezzi del puzzle e comprendere meglio le sfaccettature dei vari personaggi.
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Voto ScreenWorld