Forever, la recensione: amore e promesse tra gli incoscienti giovani di Netflix

Sin dalla sua nascita, uno dei punti di forza di Netflix è sempre stato la realizzazione di teen drama capaci di appassionare migliaia di adolescenti nel mondo, permettendogli di crescere insieme ai loro personaggi preferiti. Forever (in italiano Per Sempre) non fa eccezione e, con soli otto episodi, ci accompagna in quel di Los Angeles per raccontarci una promessa d’amore rara tra i giovani d’oggi, accompagnata da uno sfondo urban e hip-hop che dona alla serie uno stile davvero unico.

Siamo nel 2018 quando, dopo essersi conosciuti a una festa di amici, Justin e Keisha si innamorano. Un inizio semplice – a tratti banale – se non che per entrambi rappresenti la loro prima vera storia d’amore. I due ragazzi – finora ancorati alle proprie famiglie – iniziano così a dilettarsi nel tentativo di trovare un proprio percorso (di coppia e non) che possa metterli sulla giusta strada universitaria, attraversando quel periodo di transizione tanto odiato ma fondamentale: il passaggio tra l’adolescenza e l’età adulta.

Una storia Hip Hop

“There are so many things that I don’t understand…” recita “Within”, la canzone dei Daft Punk con cui Forever ha inizio. Una frase che racchiude perfettamente l’essenza della serie, nonché quella parte della giovane età che Forever punta a raccontare. Essere giovani non è facile – e probabilmente non lo sarà mai. Questo discorso aveva perfettamente senso nel controverso libro di Judy Blume, ma trova la sua verità anche nella controparte televisiva, capace di sottolineare quell’imbarazzo adolescenziale che porta spontaneità nelle proprie azioni e una sana assenza di malizia.

I protagonisti, per lo stesso motivo, sono due ragazzi che sbagliano. Due giovani ancora non formati dalla vita che tentano di risolvere problemi a modo loro, finendo spesso solo per peggiorarli. Entrambi convinti di ascoltare le proprie famiglie senza mai pensare ciò che è meglio per loro stessi o, soprattutto, quale sia il futuro migliore per loro.

L’amore in una società opprimente

In Forever si parla di revenge porn, di famiglie oppressive, della black culture e di razzismo, tutti fattori che possono essere racchiusi in una sola parola: società. Innamorarsi in una società che va avanti per inerzia. Questo cerca di raccontare il romanzo della Blume e questo riesce a trasporre la serie tv di Mara Brock Akil. Un percorso d’amore lungo anni che riesce a sfruttare la propria storia per raccontare (ma soprattutto criticare) la comunità.

Il contorno sonoro di Forever, allo stesso tempo, è uno dei più belli degli ultimi anni. Il viaggio di Keisha e Justin è accompagnato da scelte musicali ad hoc, prese direttamente dal panorama hip-hop / R&B per consegnarci un background musicale da pelle d’oca in base alle emozioni rappresentate in scena. Da Snoh Alegra a Travis Scott, da Time Moves Slow alla Moon River cantata da Frank Ocean. Un vero fiore all’occhiello per uno show non certo trascendentale, ma che racconta con cura temi troppo spesso esasperati.