La morte di Marilyn Monroe, nella notte tra il 4 e il 5 agosto 1962, a causa di un’overdose di barbiturici, ha contribuito a dare un finale tragico alla favola hollywoodiana della diva, ma al tempo stesso, resta un mistero sul quale sono state costruite troppe teorie senza fondamento. Di recente se n’è parlato anche in un documentario di Netflix e se ne parlerà anche in futuro.
Nell’articolo che segue proviamo a ricostruire l’ultimo giorno di vita di Marilyn Monroe, le persone che la videro viva per ultime, le telefonate, l’autopsia e la verità sul rapporto tra l’attrice e i Kennedy.
Sabato 4 agosto 1962, l’ultimo giorno di vita di Marilyn Monroe
La governante di Marilyn Monroe, Eunice Murray, arriva a casa dell’attrice al 12305 Fifth Helena Drive. a Brentwood. Alle 8.00. Marilyn dice alla Murray che ha intenzione di trascorrere la giornata in piscina con la sua amica e addetta stampa Patricia Newcomb, che aveva passato la notte con lei. L’attrice aggiunge che Pat Newcomb è un po’ influenzata.
A mezzogiorno la Newcomb si sveglia, non si sente ancora bene e Marilyn le propone di restare con lei finché non starà meglio. A pranzo la governante prepara un’omelette per la Newcomb, ma Marilyn non tocca cibo.
In mattinata, alla villa di Marilyn arriva una consegna di suppellettili da giardino da parte di The Mart and Pilgrim’s Modern Furniture, per la quale lei paga un assegno di 228 dollari. Poco dopo arrivano altre consegne, tra cui delle piante.
Inoltre, come spiegano gli esperti sul sito ourmarilynmonroe.com, nel suo ultimo giorno di vita, Marilyn firma un assegno di 200 dollari per la Murray e scrive un ultimo biglietto per Joe DiMaggio. Il biglietto (venduto all’asta nel 2008) fu trovato nel suo elenco dei numeri di telefono e si ritiene sia stato scritto proprio il 4 agosto 1962.
Dear Joe, / If I can only succeed / in making you happy – / I will have succeeded / in the biggest and most / difficult thing there is – / that is to make one person / completely happy. Joe;
Caro Joe,
se riuscissi a renderti felice, sarò riuscita a fare la cosa più grande e difficile che ci sia. Che è quella di rendere completamente felice una persona. Joe.
Dopo le 13.00 il dottor Ralph Greenson, psicanalista di Marilyn, arriva alla hacienda. I due sono molto intimi e il loro rapporto va un po’ oltre la semplice relazione tra paziente e analista, visto che Marilyn parla con lui quasi tutti i giorni, per ore. L’attrice frequenta anche la famiglia del dottore, e spesso si ritrovano a cenare insieme.
Stando a quanto rivelato da Milton Rudin (che è l’avvocato di Marilyn, ma anche il cognato del dottore), Greenson avrebbe riferito di aver trascorso buona parte della giornata del 4 agosto 1962 con l’attrice.
Alle 14.00 Joe DiMaggio jr. – figlio di Joe DiMaggio, ex marito di Marilyn, con il quale la diva è rimasta in ottimi rapporti – telefona a Marilyn, ma la signora Murray gli dice che lei non è in casa. Il ragazzo richiamerà intorno alle 16.30, ma la Murray gli dice ancora una volta che Marilyn non c’è.
Intorno alle 15.00 la Newcomb si congeda, sollecitata da Greenson, il quale andrà via poco dopo. Verso le 17.15 il dottore fa ritorno nella villa per proseguire la terapia con Marilyn. In una lettera a Marianne Kris del 20 agosto 1962, l’analista scrive: “Ero consapevole del fatto che in qualche modo lei fosse arrabbiata con me. Spesso le dava fastidio che non fossi d’accordo con lei. Le avevo detto che avremmo dovuto parlare di più, avrebbe dovuto chiamarmi domenica mattina”
Tra le 19.00 e le 19.15, Greenson lascia Marilyn nella sua stanza. La Murray è ancora in casa (normalmente sarebbe andata via) e a quel punto DiMaggio jr. riesce finalmente a parlare con Marilyn al telefono (sempre dalla sua camera). Joe la sente vigile e felice, parlano per circa un quarto d’ora. Lei richiama il dottor Greenson per dirgli, con un tono allegro, che Joe jr. ha chiuso il suo fidanzamento.
Alle 19.30, l’attore Peter Lawford (marito di Patricia Kennedy, sorella di John e Bob Kennedy) telefona a Marilyn Monroe per chiederle di raggiungere lui e altri ospiti a cena. Tra questi ospiti c’erano anche il produttore Joseph Naar e sua moglie. Lei però, ancora una volta, declina l’invito.
Circa un’ora dopo, secondo i report della polizia, Lawford, preoccupato per Marilyn, chiama Rudin chiedendogli di telefonare a sua volta Milton Ebbins. Stando a quanto dichiarato da Rudin, Lawford era in pensiero perché aveva sentito Marilyn un po’ “annebbiata”
Alle 20.45 Ebbins telefona a Rudin, il quale a sua volta, prova a chiamare Marilyn alle 21.00. Parla con la Murray e le chiede di dare un’occhiata a Marilyn e lei risponde che l’attrice sta bene. In seguito, la governante scriverà nel suo memoir che nessuno le aveva fatto capire che c’era motivo di preoccuparsi.
Dopo le 22.00 Lawford chiama presso il residence dei Naar e gli chiede di andare a dare un’occhiata a Marilyn. Mentre i due si rivestono (come rivelò il produttore nel 1992) Rudin li richiama dicendo loro di non preoccuparsi perché il dottor Greenson ha dato un sedativo a Marilyn per aiutarla a dormire.
Domenica 5 agosto 1962, Marilyn viene ritrovata morta nel suo letto
Alle 3 del mattino del 5 agosto 1962 la Murray nota che la luce della camera di Marilyn è ancora accesa, ma lei non risponde. La governante chiama il dottor Greenson, per dirgli che è preoccupata per l’attrice e l’analista arriva poco dopo, tra le 3.30 e le 4.00. Successivamente, alla villa arriva anche il medico di Marilyn, Engelberg.
Alle 4.25 il sergente Jack Clemmons viene chiamato e informato che Marilyn Monroe è morta. L’uomo inizia un’indagine sulla scena e dieci minuti dopo viene accompagnato nella camera da letto di Marilyn. Il sergente copre il corpo nudo dell’attrice e si insospettisce quando vede la Murray che lava delle lenzuola. La donna dichiara di aver trovato Marilyn priva di vita a mezzanotte. Alle 5.00 del mattino anche Pat Newcomb viene informata della morte di Marilyn.
Nel rapporto della Polizia di Los Angeles si legge che Marilyn Monroe è stata dichiarata morta alle 3.45 del mattino del 5 agosto 1962. “La morte, probabilmente accidentale, potrebbe essere avvenuta tra il 4 e il 5 agosto”
Marilyn, si legge nel report, si sarebbe ritirata alle 20.00 nella sua camera. La Murray avrebbe notato la luce accesa nella camera dell’attrice e provato a bussare, senza ottenere risposta. Alle 3.30, notando la luce ancora accesa, e la porta della stanza di Marilyn chiusa dall’interno, la governante si decide a mettersi in contatto con Greenson, il quale sarebbe arrivato alla villa e avrebbe fatto irruzione nella stanza di Marilyn rompendo il vetro della finestra. L’attrice, quando il suo corpo fu ritrovato privo di vita, a letto “era prona, senza vestiti e in una mano reggeva il ricevitore del telefono”
Al suo arrivo la polizia ha trovato il cadavere nelle stesse condizioni appena citate, tranne per il ricevitore del telefono, che era stato spostato da Greenson. Sul comodino accanto al letto c’erano 15 flaconi di farmaci.
“Probabile causa di morte: overdose di nembutal”
Le pillole prescritte a Marilyn poco prima della scomparsa
Tra giugno e agosto 1962, il dottor Hyman Engelberg prescrisse a Marilyn più di 740 pillole, tra sedativi, barbiturici, antidolorifici e altri farmaci. Oltre a Cloralio idrato, Librium, Valmid, Seconal, Tuinal, Darvon, Nembutal, Phenergan, Sombulex, all’attrice furono prescritti anche il Lomotil (per trattare problemi intestinali), Hydrozets e Sulfa Gum (per il mal di gola), Sulfathalidine (antibiotico) e Dexedrine (anfetamina).
Inoltre, il medico somministrò all’attrice delle “iniezioni di vitamine”, che a quei tempi, tra le star di Hollywood, erano molto popolari.
L’autopsia
Alle 8.00 del 5 agosto 1962, il corpo dell’attrice viene trasferito all’obitorio. L’autopsia sul corpo di Marilyn Monroe conferma la causa di morte dovuta ad un’overdose accidentale, in particolare da intossicazione acuta di barbiturici.
Il corpo dell’attrice, ad un esame esterno, presenta due cicatrici dovute a precedenti interventi chirurgici (una di queste cicatrici è ben visibile nel servizio fotografico di nudo firmato da Bert Stern, conosciuto come The Last Sitting). Le aree del viso e del petto si presentano livide (a causa della posizione prona in cui il corpo è rimasto probabilmente per alcune ore, dalla sera precedente) e così anche il lato sinistro della schiena e del bacino.
I reni, il fegato e i polmoni si presentano congestionati, ma il corpo non presenta traumi o anomalie di nessun tipo. Questi dettagli sono importanti, perché smentiscono le voci secondo le quali il dr. Greenson avrebbe spezzato una costola a Marilyn praticandole una “brutale iniezione” nel petto, nel tentativo di rianimarla.
Potete leggere l’autopsia completa a questo link.
Teorie cospirazioniste e bugie
Molte teorie sulla morte di Marilyn Monroe, così come i complotti sul suo presunto omicidio – mai dimostrato – non sono altro che voci infondate messe in giro da alcuni personaggi, soprattutto per profitto.
Il sito, in particolare, accusa i biografi Donald Wolfe, Anthony Summers e Norman Mailer per aver veicolato fonti non attendibili. “Mailer, in particolare, ammise di aver speculato per buona parte del suo libro su Marilyn, perché aveva bisogno di soldi”. Anche Frank Cappell, autore del libro The Strange Death of Marilyn Monroe (uscito due anni dopo la morte dell’attrice) introdusse la teoria secondo la quale Bob Kennedy era coinvolto nell’omicidio dell’attrice. “Cappell era un detrattore dei Kennedy”
Tra altri che avrebbero speculato sul mistero della morte di Marilyn Monroe, il sito indica Robert Slatzer, che sosteneva di essere stato sposato con l’attrice, senza alcuna documentazione a supporto della sua narrazione; Jeanne Carmen, una sedicente confidente di Marilyn, e tante altre persone, tra cui il paramedico James Hall che “fu pagato 40mila dollari per raccontare la sua storia ad un giornale, ma le sue dichiarazioni possono essere confutate scientificamente”
Marilyn Monroe e John F. Kennedy ebbero una storia d’amore?
Marilyn Monroe e John Kennedy potrebbero aver avuto un’avventura di una notte a casa di Bing Crosby, ma non una relazione, sostengono gli esperti. La diva e il Presidente degli Stati Uniti si incontrarono in quattro occasioni: la prima nell’ottobre 1961, ad un party a casa di Pat e Peter Lawford, a Santa Monica. Tra gli invitati c’erano anche il Presidente e le attrici Kim Novak e Angie Dickinson. Marilyn in quell’occasione fu riaccompagnata a casa da un collaboratore dei Lawford.
Il 5 dicembre 1961, Marilyn avrebbe rivisto Kennedy a New York, ad un banchetto tenutosi al Waldorf-Astoria. Questa occasione viene collegata a presunti “sex party” che però furono dati alcuni anni dopo, nel ’65. Questa ipotesi, ritengono gli esperti, è poco credibile, perché “il file fu redatto da J. Edgar Hoover, che era noto per aver infangato diverse reputazioni”.
Il 24 marzo 1962, Marilyn e altre persone, tra cui JFK, furono invitati a casa di Bing Crosby a Palm Spring. Due mesi dopo, il 19 maggio 1962, i due si rividero per il gala di compleanno del Presidente, quello in cui indossò lo splendido e iconico abito tempestato di cristalli (che di recente è stato indossato anche da Kim Kardashian ai Met Gala 2022)
Ralph Roberts, che era massaggiatore, autista e amico di Marilyn, disse che l’attrice gli parlò di dolori al muscolo di una gamba dovuti proprio al fatto di essere stata a letto con Kennedy. Quando le voci si fecero più insistenti, la Monroe disse a Roberts che erano stati insieme solo una volta e che per entrambi non c’era altro. “Marilyn mi raccontò di questa notte a marzo, che fu l’unica della sua avventura con JFK. Molti pensarono che dopo quel weekend, le cose tra loro due si erano fatte più serie, ma lei mi diede l’impressione che non era stato un evento così eclatante, per entrambi. Era capitato una volta, quel fine settimana, e fu tutto”
Il sito smentisce categoricamente che Marilyn Monroe avesse fatto delle telefonate a Jackie Kennedy e fosse in procinto di rivelare pubblicamente la sua storia col Presidente. Non solo, ma gli esperti sottolineano che nonostante Jackie ammirasse Arthur Miller (tanto da averlo voluto seduto accanto a sé ad una cena importante) cambiò idea su di lui dopo aver letto After the Fall, la controversa pièce in cui Arthur Miller riflette sul suo divorzio da Marilyn e la descrive in maniera poco lusinghiera, arrivando a raccontare anche del suo suicidio.
Il rapporto tra Marilyn e Robert Kennedy
Robert Kennedy e Marilyn Monroe si incontrarono nel febbraio 1962 a casa dei Lawford, ma in quell’occasione, raccontò il giornalista Edwin Guthman, l’atteggiamento dei due non era certamente di reciproco interesse romantico. Ebbins, che accompagnò Marilyn alla festa, la riaccompagnò a casa, al termine della serata.
I rumors su una possibile relazione tra il fratello minore di John Kennedy e l’attrice di A qualcuno piace caldo iniziarono dopo questo incontro, che spinse la sorella di Bob, Jeanne, a scrivere scherzosamente a Marilyn “Mi rendo conto che tu e Bobby siete al centro dell’attenzione” (lei usò il termine “hot item”, per essere precisi). La stessa Jeanne spiegò in seguito che la sua era stata solo una battuta e nient’altro.
Marilyn parlò del suo incontro con Bob anche a Joe DiMaggio, quella sera stessa, e anche con l’ex-figliastro, Robert “Bobby” Miller, raccontandogli che gli aveva chiesto cosa pensava di fare, col suo dipartimento, sul tema dei diritti civili: “E’ molto intelligente e oltretutto ha un grande senso dell’umorismo. Penso che ti piacerebbe. Sono andata a questa cena, l’altra sera, dove lui era l’ospite d’onore, e quando gli hanno chiesto chi gli avrebbe fatto piacere incontrare, ha detto che avrebbe voluto conoscermi. Così sono andata alla cena e mi sono seduta accanto a lui, e non è neanche un cattivo ballerino, tra l’altro”
Marilyn e Bob si rividero a maggio del 1962 (al compleanno di JFK) e poi l’ultima volta nel mese di giugno, quando l’attrice invitò lui e i Lawford a vedere la sua nuova casa, che aveva acquistato a febbraio.
L’unica foto esistente di Marilyn Monroe e dei fratelli Kennedy fu scattata proprio al compleanno di John, a casa di Arthur B. Krim, un avvocato delle star.