La notizia dell’arresto di Khaby Lame negli Stati Uniti ha fatto rapidamente il giro del web, generando confusione e scalpore. Il tiktoker italiano di origini senegalesi, noto in tutto il mondo per i suoi video senza parole, è stato indicato come detenuto dall’ICE (Immigration and Customs Enforcement) in Nevada. Ma si tratta davvero di un evento reale o siamo davanti a una delle tante bufale della rete? Dopo un’analisi accurata dei fatti e delle fonti, emerge chiaramente che la notizia è falsa. Nessuna autorità ha confermato l’arresto e l’unico elemento su cui si basa questa vicenda è uno screenshot rivelatosi falso.
L’origine della falsa notizia è da attribuire all’attivista politico americano Bo Loudon, vicino all’ambiente conservatore e legato a Barron Trump, figlio del presidente USA. Loudon ha pubblicato un post su X dichiarando che Khaby Lame, definito “tiktoker clandestino di estrema sinistra”, sarebbe stato arrestato a Las Vegas per aver soggiornato negli USA con un visto scaduto, evadendo le tasse. A supporto della sua affermazione, Loudon ha allegato uno screenshot apparentemente tratto dal portale ICE, riportando il nome completo “Serigne Khabane Lame”, un codice A-number, la nazionalità senegalese e la presunta detenzione presso il centro penitenziario di Henderson, in Nevada.
🚨BREAKING: President Trump's ICE just officially arrested far-left TikToker, Khaby Lame, whom I reported as an illegal alien.
According to the official DHS website, he's currently being held at the Henderson Detention Center and is in ICE CUSTODY. pic.twitter.com/5aBzlndlH0
— Bo Loudon (@BoLoudon) June 6, 2025
Tuttavia, i fact-checker di Associates Times hanno verificato la validità dello screenshot e l’hanno classificato come falso. L’immagine presenta numerose anomalie. I caratteri grafici non corrispondono a quelli ufficiali, il formato è incoerente con quello reale e i dati inseriti nel database ICE non producono alcun risultato.

Inoltre non risulta alcun detenuto registrato a nome Khaby Lame né nel sistema ICE né presso la prigione di Henderson. Nessun comunicato ufficiale è stato emesso dalle autorità statunitensi, dal team legale di Khaby o da portavoce istituzionali. A conferma ulteriore del fatto che si tratti di una bufala, nelle ultime ore Khaby ha pubblicato due Instagram Stories, in una delle quali appare in una libreria intento a sfogliare un libro, un comportamento incompatibile con lo stato di detenzione.
La diffusione della notizia ha generato reazioni polarizzate sui social, tra utenti preoccupati, commentatori ironici e chi l’ha interpretata come una manovra politica. Alcuni hanno sostenuto teorie complottiste sulla gestione dell’informazione, altri hanno cercato di tracciare ipotetici itinerari di deportazione sulla base di esperienze personali. In assenza di prove, però, tutto ciò resta pura speculazione. L’impatto mediatico della notizia si spiega in parte con l’autorevolezza percepita del post di Loudon e con la mancanza di una smentita immediata da parte delle autorità, ma l’analisi oggettiva dei fatti chiarisce che ci troviamo di fronte a una fake news, studiata con cura per disinformare e cavalcare temi sensibili come l’immigrazione.