A quanto pare in CMON, gli zombi non passano mai di moda. È arrivato il momento di scrivere la recensione di Zombicide Undead Or Alive, la nuova versione del celebre boardgame di Guiton, Lullien, Raoult e Preti, basato sullo sterminio di non morti deambulanti!
Zombicide: Undead Or Alive
Genere: gioco da tavolo cooperativo
Numero giocatori: da 1 a 6 giocatori
Prezzo: 109,00 euro
Distributore: Asmodee Italia
Zombi: più sono e più fanno odore
Non c’è che dire: il brand di Zombicide sembra non volersi fermare mai. Dopo aver liberato centri commerciali, obitori, strade cittadine, tra la prima e la seconda edizione del gioco in versione urban contemporaneo, ci si è spostati nel tempo e nello spazio, tra castelli assediati, reami e province dell’impero, con le edizioni fantasy Black Plague e Green Horde (con le ottime espansioni) che già avevano sostituito l’edizione urbana in termini di efficacia e trovate.
Poi siamo andati in giro per la galassia a rompere le scatole a creature aliene che altrimenti sarebbero rimaste con la testa infilata nella terra con l’ambientazione sci-fi di Zombicide Invader ei suoi Dark Side e Black-Ops, aggiungendo nuove regole, varianti, abilità e personaggi.
Infine, dopo aver addirittura letto i fumetti prodotti da Sergio Bonelli Editore (con gran nomi coinvolti da Vietti ed Enoch, a Olivares, Mobili, Moroni, Crosa, Itri ed altri ancora), eccoci pronti a trasferirci presso un nuovo set.
Perché la saga di Zombicide arrivati ormai a questo punto sembra una di quelle saghe cinematografiche di film horror o di film di serie B (e lo si dice in senso positivo): si cambia l’ambientazione ma il succo rimane lo stesso introducendo di volta in volta nuovi elementi.
Nightmare on Elm Street, Nightmare all’inferno, Nightmare contro Jason, Nightmare a Hollywood, Nightmare in salsa di soia, Nightmare contro Nightmare. Ci siamo capiti.
E quindi bentornati nel caro vecchio West, tra saloon, ferrovie in costruzione, cavalli, diligenze e un affidabile Peacemaker 6 colpi dentro la fondina.
Undead Or Alive: sbaglio o è cambiato qualcosa?
Come ormai da tradizione Zombicide Undead Or Alive mantiene la meccanica di base di tutti i precedenti giochi, aggiungendo personaggi, abilità, nuove condizioni, armi e altro ancora che riesce a incrementare di volta in volta il fattore divertimento.
Che, va riconosciuto, rimane sempre di un certo livello. Zombicide rimane sempre un gioco facile da intavolare, veloce, divertente e appagante dal punto di vista estetico. Non si diventa così popolari per caso, la formula di gioco creata dagli autori è così trasversale e semplice che il titolo, nelle sue incarnazioni, rappresenta un porto sicuro per i venerdì sera di tanti giocatori, esperti o meno.
Ma che vuol dire? Che una volta giocato uno Zombicide li hai giocati tutti?
Affermare una cosa del genere sarebbe irrispettoso e scorretto visto che ogni titolo rappresenta un piccolo microcosmo a sé stante, ma di certo accade con una frequenza non trascurabile che il nuovo Zombicide sostituisca quello precedente sulle tavole dei giocatori, i quali poi mettono in vendita le precedenti edizioni.
Perché le trovate che hanno reso più interessante Black Plague rispetto all’originale urban, sono state poi integrate in Green Horde (con tanto di espansioni golose come No Rest For the Wicked ad esempio e il gigantesco necrodrago), che a sua volta ha visto curiose deviazioni con Invader e così via.
E si, vale anche per Zombicide Undead Or Alive.
La bile di drago da incendiare ora è diventata dinamite da lanciare. Le armi da assedio o i droni da combattimento sono sostituiti dalla mitragliatrice gatling e così via. Ma non solo.
Zombicide Undead Or Alive non presenta niente di nuovo dal punto di vista degli zombi in campo: deambulanti, corridori, bruti (evidentemente il termine “grassone” in un gioco di miniature non è più socialmente accettabile) e abomini. 40 deambulanti divisi in 5 tipologie (puramente estetiche), 16 corridori e 16 bruti, entrambi di due tipi, un Abominio con Bombetta (esilarante con il cappellino e la pistola che gli pende giusto davanti all’inguine). Non ci sono necromanti, in compenso abbiamo ben 14 sopravvissuti.
Un numero così alto di personaggi giocabili finora non c’era ancora stato.
Possiamo scegliere tra Lottatori (specializzati nel corpo a corpo e capaci di reggere più danni e di attaccare diverse tipologie di armi), Fedeli (ovvero gli uomini di fede, capaci di respingere i non morti e di bloccarli con le loro abilità), i Cittadini (in grado di effettuare più azioni di ricerca nello stesso turno, migliori linee di vista e capacità nell’uso di armi) e infine i Pistoleri. Che consumano tanto piombo.
Ognuna di queste classi ha delle abilità peculiari, oltre alle skill proprie del personaggio che si attiveranno con la crescita di livello, durante la partita.
Ottima insomma la possibilità di alternare numerose armi da fuoco (anche speciali come ricompensa per obiettivi conquistati) e armi da mischia, fornendo ampie combinazioni di utilizzo. Attenzione che le armi da fuoco prevedono sempre la regola del “fuoco amico” (se si “spara nel mucchio” dove ci sono anche nostri compagni, i dadi non a segno diventano danni da ripartire tra i nostri).
Il numero di giocatori consigliato per una partita è di 6 sopravvissuti, che possono essere ripartiti tra altrettanti giocatori o anche giocati da un unico super skillato giocatore veterano. Però, dai, il lockdown è passato, giocare da soli anche no…
Nel vecchio west ci sono cose morte e altre interessanti
La bella novità di Zombicide Undead Or Alive è la possibilità di incontrare ed impiegare nella partita dei sopravvissuti ulteriori rispetto ai personaggi di partenza che assumono il ruolo di “compagni”. In pratica questi ulteriori personaggi diventano obiettivi di missione ma anche risorse da impiegare e potenzialmente scambiare con altri giocatori. Infatti un compagno, con la propria scheda, può cedere alcune abilità al suo “leader” incrementando possibilità e strategie, ma rappresentando comunque un incremento di difficoltà, dato che basterà una ferita per vederli soccombere. L’impiego dei compagni evolve in maniera radicale il ruolo che i “famigli” avevano in Zombicide Black Plague e Green Horde, risultando interessante.
Gli scenari introducono un nuovo tipo di terreno, ovvero le balconate: aree sopraelevate da cui poter godere di un’ampia visuale e quindi di un’ottima potenza di fuoco. E la morte dall’alto che si abbatte (per la seconda volta) sui marcescenti dona una certa soddisfazione.
Abbiamo un carro semovente (già, mancano i cavalli, ve lo dovete trascinare a mano; più disgraziati di così…) da utilizzare come risorsa, non particolarmente utile nelle partite effettuate, e una mitragliatrice gatling che diverte in misura proporzionale ai proiettili rilasciati.
Ma tra gli elementi di scenario l’introduzione più interessante è il treno. Un caro buon vecchio treno a vapore (mediante l’uso di speciali parti di tabellone a doppia faccia) con il suo convoglio che può apparire improvvisamente sul tabellone, muovendosi di turno in turno e provocando morte, caos o salvezza nel bel mezzo della partita.
Cambiano anche le regole per la generazione degli zombi. L’utilizzo di acqua santa o di specifiche abilità dei Fedeli può portare le tessere di generazione (che ad ogni vomitano non morti sul tabellone) fino al punto di partenza della partita. Ma questo non significa che le bocche dell’inferno siano chiuse, rendendo le masse deambulanti decisamente importanti in termini numerici.
Ma ci sono anche nuove zone di generazione, dette Cumuli di cadaveri, normalmente all’interno degli edifici che potrebbero attivarsi e rappresentare una muova minaccia (in questo caso sigillabili).
Immaginate di entrare in un’abitazione del villaggio, salire al piano di sopra, dove un’intera famiglia è caduta sotto i morsi degli zombi, e che la stessa si rianimi nel momento in cui entrate. Decisamente una bella trovata, molto cinematografica.
Anche la regola sul rumore subisce un revamping, vista l’introduzione di due tipi di segnale sonoro per attirare gli zombi: il BANG, di proporzioni limitate ma in grado di attirare i non morti (tipicamente una pistola o un fucile, ma anche la normale presenza di tanti sopravvissuti nella stessa zona) e il successivo BOOM, capace di coprire tutto il resto e diventando prioritario ma destinato ad affievolirsi (esatto, la fedele dinamite).
Il resto è Zombicide, come lo ricordiamo, come funziona. E comunque le novità non sono poche, senza contare l’elevata qualità della componentistica che non fa calare il prezzo della scatola, ma appaga in maniera convincente, dalle tile alle miniature passando per le carte e le plance. Per non parlare dell’ormai proverbiale comparto di illustrazioni, sempre di alto livello e soddisfacenti, in perfetto allineamento con lo spirito splatter demenziale del gioco.
Zombicide: storia di un lungo amore e morsi mancati
Ci si avvicina a Zombicide Undead Or Alive per la bellezza dell’ambientazione (il fascino del vecchio West è assolutamente innegabile) e anche per la nuova veste estetica, ma una volta giocato si apprezzano le introduzioni e le aggiunte, oltre alle nuove possibilità di gioco.
Abbiamo le solite 10 nuove missioni a manuale, anche se nessuno vieta di poterne creare di proprie, qualora si abbia un po’ di dimestichezza col gioco e voglia di fare, ma considerando l’imprevedibilità delle carte di generazione e degli eventi (data l’aleatorietà dei dadi, che sono nuovi, effetto legno) la longevità è sufficiente.
Tanto non fa in tempo a stancare uno Zombicide che ne esce uno nuovo. Infatti il pensiero fisso va a quel Marvel Zombies di cui tanto abbiamo visto e letto, finanziato su Kickstarter con oltre 28.000 sostenitori per un totale di oltre 9 milioni di dollaroni.
Zombicide Undead Or Alive è quindi il miglior Zombicide sulla piazza? No. Ogni ambientazione ha le sue peculiarità. Secondo parametri molto personali, si potrebbe dire che questa ambientazione e questo spirito sono decisamente più azzeccati e accattivanti rispetto a quello di Invader. Anche come introduzioni.
Come riportato nella prima parte di questa recensione Zombicide va vissuto come una saga cinematografica che riporta alla mente i B-Movies di una volta o i classici dell’horror anni ’70 e ‘80: ogni nuovo capitolo è un film che in pratica avete già visto, con qualche aggiunta, nuovi personaggi, una nuova veste ma che per affetto, passione e, in questo caso efficacia ludica, vi viene sempre voglia di guardare.
Zombicide Unead Or Alive (ma in generale vale per tutti i titoli della saga) è il classico gioco da intavolare con il proprio gruppo di amici il venerdì sera, dopo una settimana stancante di lavoro. Si ha voglia di divertirsi, a cuor leggero, senza magari doversi impegnare in esperienze più complesse.
A meno di indigestioni (che trattandosi di un gioco in cui bisogna sfuggire agli zombi fa un po’ ridere come concetto), nessuno rifiuta una sana, rapida e movimentata partita a Zombicide.
Un consiglio: visto il prezzo robusto (ma non certo disallineato con altre produzioni del genere) Zombicide Undead Or Alive è il classico titolo da comprare in società con il proprio gruppo di frequent player. Tanto ormai avete tutti Satispay e dividere i conti non dovrebbe essere complicato. Lo giocate, lo spremete e se vi piace il collezionismo lo tenete, altrimenti lo vendete per portarvi a casa o Zombicide che ancora vi manca.
Chiaro, quando poi arriveranno le espansioni come Running Wild ed altre già adocchiate sul web le cose si faranno ancora più complicate da gestire. In senso buono. Dannato marketing…
La recensione in breve
Zombicide Undead Or Alive continua il percorso della saga: meccanica di base immutata, efficace e divertente, nuova ambientazione e nuove integrazioni. In pratica è come la stessa automobile con diversi allestimenti che la fanno sembrare ogni volta diversa e particolare. L'edizione è buona, divertente come sempre e va vissuta come l'ennesima nuova emanazione di un modern classic dei boardgame.
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Voto ScreenWorld