“Dedicato al grande scrittore Carlo Collodi”.
Si apre così il trailer di Lies of P, videogioco sudcoreano che promette di rileggere il mito di Pinocchio in salsa steampunk. Un tributo pieno di stima verso un autore che ci ha regalato una storia davvero immortale. Pinocchio non vuole proprio saperne di morire, visto che vive e rivive di continuo dentro nuove incarnazioni tra fumetti, film e adesso anche questo videogioco così strambo e intrigante. Un titolo che porta finalmente una ventata di originalità e di aria fresca, laddove il cinema ricicla sempre vecchie idee sul nostro caro burattino. Lies of P sembra finalmente proporre qualcosa di originale. Adesso vi raccontiamo perché.
Nuova legna sul fuoco: l’ambientazione
Sviluppato dalla software house coreana Round 8 Studio, Lies of P è un action rpg con meccaniche da puro soulslike, previsto per il 2023 su PC, PlayStation 5 e Xbox Series X/S. Se il gameplay richiama tantissimo i capolavori di FromSoftware (Bloodborne su tutti, vista l’ambientazione gotica), il comparto narrativo promette una splendida rielaborazione del mito di Pinocchio. Se siamo qui a parlarvi del gioco con tanto entusiasmo, non è tanto per il gameplay che appare molto derivativo, ma per il suo immaginario davvero affascinante, che si distacca da quello fiabesco e classico di Pinocchio. Partiamo dall’ambientazione. La lugubre atmosfera di Lies of P richiama tantissimo l’Europa di fine ottocento, a metà strada tra Londra vittoriana e la Parigi della Belle Époque.
Il tutto condito da una tecnologia avanzata anacronistica, suggellata dal braccio meccanico del protagonista P, che sarà parte fondamentale dell’esperienza di gioco. Elementi stranianti che rendono Lies of P vicino all’estetica steampunk. Genere ibrido per natura, proprio come questo gioco, pieno di rimandi eppure con un’anima tutta sua. Perché, diciamolo, a livello estetico i deja-vù non mancano. C’è la desolazione gotica di Bloodborne, la decadenza di Dishonorhed, il retrogusto distopico di Bioshock e qualche tocco di The Order 1886 nei costumi (per non parlare di P, proprio vagamente ispirato alle fattezze androgine di Timothée Chalamet).
Niente Paese dei Balocchi questa volta, ma un’atmosfera lugubre in cui muovere un personaggio alla disperata ricerca di sé stesso.
Questione di coerenza
Se siamo così entusiasti di Lies of P è perché siamo stanchi delle solite trasposizioni di Pinocchio. Una fiaba eterna, è vero, ma senza nulla di nuovo da dire se riproposta sempre alla solita maniera. Dopo il zoppicante film di Matteo Garrone, quest’anno avremo ben due ritorni in streaming della creatura di Geppetto. La prima arriverà l’8 settembre su Disney Plus con il remake Pinocchio, che almeno dal trailer ha il solito sapore di minestra riscaldata. Il film con Tom Hanks nei panni di Geppetto sembra il solito live action “copia e incolla” senza un minimo di anima e inventiva. A partire dal character design di Pinocchio stesso, praticamente identico a quello dello storico film animato degli anni Quaranta.
Le cose sembrano andare meglio con il Pinocchio di Guillermo Del Toro previsto a dicembre su Netflix, visto che il film è in stop motion e promette un tocco più personale, ma comunque sempre radicato nell’immaginario fiabesco. Questo Lies of P, invece, sembra aver compiuto una perfetta operazione chirurgica con un perfetto trapianto di spirito. I personaggi sono nuovi, l’immaginario anche, così come le dinamiche narrative, ma nelle premesse di avverte una grande coerenza di fondo.
Finalmente libero
La trama, infatti, segue il risveglio del giovane P. dentro l’oscura e inospitale città di Krat, popolata da bande di probabili predoni che tanto assomigliano al Gatto, alla Volpe e alle altre creature che tutti abbiamo conosciuto leggendo e guardando Pinocchio in tutte le sue salse. Il ragazzo è intenzionato a ritrovare suo padre Geppetto, personaggio misterioso di cui poco è trapelato dalle anteprime. Sappiamo che ci sarà anche la Fata Turchina, e noi speriamo già che la Balena sia una specie di grande boss finale. Ma l’aspetto più interessante di Lies of P è nascosto nel suo titolo. Perché, come la storia di Pinocchio insegna, anche questa volta le bugie avranno un peso decisivo. P infatti dovrà procedere decidendo se mentire o meno ai personaggi che incontrerà lungo la sua avventura. Il ragazzo diventerà più umano ogni volta che si servirà della menzogna mettendo così il giocatore davanti a bivi morali con diversi finali e conseguenze a seconda della propria condotta. Insomma: scegliere tra verità e bugia guiderà P verso la conoscenza di sé stesso e alla formazione della sua identità. Un espediente semplice ma di grande impatto se riversato dentro un videogioco.
Per una volta avremo una trasposizione degna di questo nome in cui Pinocchio sarà finalmente libero dai fili che lo legavano alla pigrizia di nuovi autori e alla poca voglia di sperimentare. Presto Lies of P ci farà capire davvero come si rende onore a un autore senza saccheggiarlo, ma abbracciandone archetipi, personaggi e morali. Perché, dopotutto, Pinocchio è la storia di una creatura che cerca la libertà, sfuggendo alle continue gabbie della vita. Per questo, forse, Life of P ha davvero capito lo spirito di Collodi, travestendolo da qualcos’altro. Non ci resta che sederci in qualche fetido angolo di Krat e aspettare l’uscita di questo gioco. Noi non vediamo l’ora e il naso no, non prude affatto.
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