L’uso smodato dell’Intelligenza Artificiale non crea soltanto problemi di copyright, ma ha anche un fortissimo impatto ambientale. Sta spopolando sui social, ultimamente, la “Ghibli mania“, per cui milioni di utenti chiedono all’IA di convertire proprie foto nello stile (non più) unico e inimitabile di Hayao Miyazaki. Il maestro dell’animazione giapponese ha più volte espresso disappunto nei confronti di questa nuova moda, lui che era contrario all’uso dei computer da quando fecero il loro esordio. C’è, però, un’altra vittima di cui tenere conto: l’ambiente.
Le piattaforme ChatGPT o simili costituiscono una grande risorsa e, paradossalmente, si possono usare anche per reperire informazioni sul loro consumo energetico. Digitando la richiesta su OpenAI, viene fuori che un solo processo di ChatGPT può consumare tra 0,1 e 1 Wh (wattora) di energia in base alla specificità del quesito. La piattaforma rivela che “È più o meno come accendere una lampadina Led da 10W per 36 secondi o usare uno smartphone per pochi istanti“. L’energia in questione è sfruttata non tanto dai singoli dispositivi, quanto dai data center, ai quali occorre anche una cospicua quantità d’acqua per il raffreddamento.

Il discorso cambia (e la situazione si aggrava!) nel momento in cui le immagini da generare sono quelle in stile Studio Ghibli. Nella fattispecie, un ritratto realizzato da piattaforme come Stable Diffusion o Dall-E arriva a consumare tra i 2 e i 4 Wh per ciascuna operazione (il corrispettivo di una lampadina da 10W tenuta accesa per 15-25 minuti, un telefono usato per 2 ore o un portatile per una). Le stime sul prossimo futuro sono inclementi. Continuando di questo passo, entro il 2030, il consumo dei modelli di IA generativa potrebbero superare gli 85-130 TWh/anno (circa l’uso che ne farebbero 24-37 milioni di famiglie europee o 10-12 volte gli abitanti di Roma).
Giocando al rialzo, si potrebbero raggiungere addirittura livelli di 500 TWh/anno. Risulta chiaro come le derive legali dell’uso di piattaforme di questo tipo costituiscano solo una parte dei problemi cui si va incontro. È, quindi, importante tenere a mente l’impatto della tecnologia e che anche una singola frase digitata sulla tastiera di un PC abbia delle conseguenze dal punto di vista ambientale.