Tra i grandi eventi cinematografici del 2022 ci fu The Batman, nuova reinvenzione delle gesta del vigilante di Gotham City ideato da Bob Kane e Bill Finger, una ventata d’aria fresca per il personaggio e la sua città a firma di Matt Reeves mentre la versione del cosiddetto DC Extended Universe, con le fattezze di Ben Affleck, era in crisi. Quello di Reeves è stato un istinto di successo, al punto da spingere la Warner Bros. (e ora i DC Studios, che supervisionano tutti gli adattamenti dei fumetti della casa editrice) a stringere un accordo con il regista per trasformare la sua Gotham in un vero e proprio franchise multimediale, che il diretto interessato descrive ora con l’appellativo Batman Epic Crime Saga.
Ebbene sì, è centrale l’elemento gangster, messo in evidenza nel primo spin-off del film, una miniserie che fa da ponte tra il primo lungometraggio di Reeves e il suo sequel, previsto per il 2026 (come ha spiegato il cineasta in sede di intervista, questo progetto catodico approfondisce quello che in origine doveva solo essere una piccola parte del sequel cinematografico). Ponte che ruota attorno a un personaggio particolare, presenza secondaria sul grande schermo e qui promossa a protagonista assoluto di otto episodi (di cui abbiamo visto in anteprima i primi cinque), di cui parliamo nella nostra recensione di The Penguin.
The Penguin
Genere: thriller, azione, drammatico
Durata: 60 minuti ca./ 8 episodi
Uscita: 19 settembre 2024 (Sky)
Cast: Colin Farrell, Cristin Milioti, Rhenzy Feliz, Mark Strong, Carmen Ejogo, Michael Kelly, Clancy Brown, Michael Zegen
Un criminale pronto a spiccare il volo
La miniserie inizia una settimana dopo gli eventi del film, con gli abitanti di Gotham ancora alle prese con le conseguenze delle inondazioni provocate dall’Enigmista. Nel mondo della malavita l’argomento principale è il vuoto di potere lasciato dalla morte di Carmine Falcone, un vuoto che Oz Cobb, alias il Pinguino, intende colmare, tramite alleanze strategiche e improbabili stratagemmi per uscire vivo da conversazioni che più di una volta sottolineano quanto gli altri farebbero bene a liberarsi di lui. Particolarmente volatile, ed elemento più interessante dello show, è il rapporto con la figlia di Carmine, Sofia, una spietata serial killer da poco rilasciata da Arkham, e quindi non una persona da far arrabbiare. Non che Cobb sia da meno quando la situazione lo richiede…
Cobb Farrell
Torna nei panni di Oz il quasi irriconoscibile Colin Farrell, che ancora una volta si è palesemente divertito a creare il personaggio, una specie di Tony Soprano trapiantato a Gotham, sotto diversi strati di trucco. Meno ostentatrice, ma non per questo meno magnetica, è Cristin Milioti, che abbraccia il proprio lato oscuro e istrionico nel ruolo di Sofia, creando dei memorabili duetti con il collega irlandese e l’aggiunta più preziosa all’universo creato da Reeves. A suo modo simbolica la presenza di Clancy Brown, che appare nella parte di Salvatore Maroni, rivale della famiglia Falcone, dopo essere stato diversi altri personaggi DC nel corso degli anni, in particolare la voce di Lex Luthor nelle serie del DC Animated Universe dal 1997 al 2006. Un altro veterano in quel reparto è Mark Strong, che per una sovrapposizione di impegni sostituisce John Turturro come Carmine Falcone in alcuni flashback. Batman, dal canto suo, non viene mai mostrato, né tantomeno menzionato.
Un mondo malandato
Girata a New York, la miniserie nasce come progetto HBO, e quindi può permettersi atmosfere più adulte rispetto al film (tra i dettagli in apparenza più triviali, in questa sede il Pinguino può fumare il suo sigaro in santa pace), che ben si prestano a un’idea radicata nella tradizione del racconto di gangster. Anche se riconoscibilmente parte dell’universo di Reeves (che rimane come produttore esecutivo ma ha affidato la gestione creativa a Lauren LeFranc, rinunciando persino alla regia del primo episodio per potersi dedicare in toto alla prosecuzione cinematografica), The Penguin è anche un mondo a sé, un microcosmo violento e malandato fatto di pioggia e sangue, dove la lealtà è un concetto fluido e la parola sbagliata può costarti la vita nel giro di una frazione di secondo. Un microcosmo che promette brutalità sin dai primi minuti e mantiene quella promessa di settimana in settimana, dimostrando con intelligenza e senso del divertimento maturo quanto questi loschi figuri sappiano essere pericolosi quando l’alter ego di Bruce Wayne non ha tempo per mettergli i bastoni tra le ruote. E soprattutto è evidente che il nome scelto da Reeves fosse azzeccato: a questo giro Batman non appare, ma è una storia indubbiamente crime, e più che passabilmente epica.
La recensione in breve
Il Pinguino domina il suo progetto personale con la sua personalità larger than life, simbolo del lato oscuro di Gotham City nella versione immaginata da Matt Reeves.
PRO
- Colin Farrell è strepitoso
- Cristin Milioti è magnetica
- L'atmosfera rispetta quella del film, ma ha anche un'identità sua
CONTRO
- Chi non era fan del Batman di Matt Reeves probabilmente non si ricrederà con questo spin-off
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Voto ScreenWorld