Le leggi del mondo dello schermo a volte seguono un percorso tutto loro. E così capita che serie tv precedentemente trasmesse in chiaro vivano una vera e propria seconda vita sulla tv on demand. In questi ultimi giorni, il catalogo di Netflix ha visto aggiungersi una sfortunata serie nata nel 2018, trasmessa in America dal canale broadcast NBC e in Italia da Canale 5, andata in onda per tre stagioni prima di venire cancellata.
A nulla sono valsi i tentativi del creatore Jeff Rake di trovare nuova casa per la sua creatura nel giugno del 2021 lasciando i pochi ma affezionati fan nella disperazione.
Dopo qualche mese, però, la lieta novella: ad agosto Netflix ha annunciato che realizzerà la quarta e ultima stagione, composta da ben 20 episodi, di Manifest. Cos’era cambiato, nel frattempo? Sfortunata all’interno del palinsesto televisivo, con un calo di ascolti vistoso, e una terza stagione trasmessa a orari variabili, Manifest, in territorio americano, è entrata a far parte del catalogo dalla piattaforma streaming nel giugno del 2021 (in Italia arriverà il 1 gennaio 2022). Una vera e propria svolta che ha visto la serie posizionarsi all’interno della Top 10 per parecchie settimane.
Lo stesso sta accadendo in Italia. Manifest, a distanza di pochi giorni dal suo ingresso nel catalogo, sta attirando l’attenzione degli spettatori, posizionandola nelle alte posizioni della classifica di ascolti. E, in effetti, in un momento in cui la serialità è cambiata irrimediabilmente e con lei il ritmo televisivo, trovarsi di fronte a una serie “vecchio stampo” può essere risultata una scelta vincente. Un senso di novità, unito a una storia che sa acchiappare lo spettatore rientrando perfettamente nel modello di visione del binge-watching.
Andiamo a scoprire i tratti essenziali di questa nuova serie fenomeno di Netflix che risponde al nome di Manifest.
La trama
La trama di Manifest inizia il 7 aprile 2013. In un aeroporto giamaicano, la famiglia Stone è pronta a imbarcarsi sul volo di ritorno per New York dopo una vacanza necessaria per riprendere fiato dai problemi personali. La protagonista Michaela, poliziotta, sta riflettendo sulla sua relazione con il collega Jared; suo fratello Ben, sposato con Grace e padre di una coppia di gemelli, ha a cuore il destino di suo figlio Cal, malato terminale di leucemia. Con loro ci sono gli anziani genitori, ancora tanto legati a Michaela. Un imprevisto divide la famiglia: l’aereo è in overbooking e la compagnia offre 400 dollari ai passeggeri disposti a salire sul volo successivo. Michaela, Ben e Cal decidono di aspettare, al contrario dei restanti membri della famiglia, e si imbarcano sul volo 828 della Montego Air.
Durante il volo una lieve turbolenza improvvisa e non segnalata dai radar spaventa i 191 passeggeri. Le cose non si fanno più facili quando l’aereo viene dirottato su un altro aeroporto rispetto a quello inizialmente previsto. Ad accogliere tutti sulla pista di atterraggio ci sono volanti della polizia e ambulanze. Il motivo è presto detto: è il 4 novembre 2018. Sono passati cinque anni e mezzo mentre l’aereo era in volo e i passeggeri, non invecchiati di un giorno – per loro il volo è durato solo un paio d’ore -, erano considerati morti o scomparsi. Il felice abbraccio tra le famiglie nasconde però segreti e problemi per tutti.
In cinque anni e mezzo il mondo è cambiato e alcune relazioni hanno preso nuovi sviluppi. Le persone sono diverse e forse non tutto è rimasto identico rispetto a come era prima. Inoltre, Michaela e Ben iniziano a soffrire di emicranie in cui sentono alcune voci. Cosa nascondono queste voci? L’unica cosa certe è che tutti i 191 passeggeri del volo si sentono in qualche modo connessi tra loro.
Perché vederla?
Manifest è una serie perfetta per lo spettatore che ha voglia di guardare qualcosa di intrigante e non troppo impegnativo. A questo proposito, la durata di 40 minuti per episodio (distante dall’ora della tv contemporanea) e i contenuti adatti a un pubblico eterogeneo risultano fattori vincenti per mantenere sulle spine tutta la famiglia. Manifest ha più anime: c’è il dramma che coinvolge il lato umano dei protagonisti, legato al gap temporale e a come il mondo è cambiato nel frattempo, provocando smarrimento e un leggero senso di tristezza; c’è la parte crime, che segue le vicende di Michaela mentre torna a svolgere il proprio lavoro. Infine, c’è il mistero di tutto i misteri, quello legato al volo 828 e alla ricerca di una spiegazione su quanto accaduto.
Già nel primo episodio si formano alcuni collegamenti tra personaggi e passeggeri, versetti della Bibbia e numeri ricorrenti che possono ricordare i misteri di serie tv amate e di successo come Lost. La differenza sostanziale, però, sta nel tempismo in cui un racconto di questo tipo si presenta al pubblico generalista, ora più svezzato e abituato a qualche deriva più misteriosa e inspiegabile (ed è curioso che proprio il passaggio del tempo sia uno degli elementi principali della serie). In un’epoca cinematografica e televisiva dove i supereroi fanno da padroni, i protagonisti che a loro modo hanno un “superpotere” con cui convivere non è certo respingente e la dimensione più intima della serie crea una differenza rispetto a quelle che puntano più sull’azione spettacolare.
Come vederla
Sul catalogo italiano di Netflix sono presenti, doppiate o in lingua originale, tutte le puntate fin qui prodotte di Manifest. La prima stagione è la più lunga ed è formata da 16 episodi, mentre le successive due sono composte da 13 episodi l’una. Ideale e previsto, di conseguenza, il binge-watching, per meglio affrontare il ritmo della serie e rimanere coinvolti senza compromessi nei misteri di Manifest.
Il finale per ora aperto non dovrebbe spaventare nessuno: è in arrivo la quarta e ultima stagione di ben 20 episodi direttamente su Netflix, divisa – come di consueto – in più parti.