Anche se attualmente viviamo in un’era in cui le sigle televisive sembrano una specie in via di estinzione, in cui si cerca di limitarle, posticiparle se non addirittura eliminarle con l’opzione avanti veloce o salta, ce ne sono alcune che sono impresse nella nostra memoria e che, quando partono, non possiamo fare a meno di canticchiare. Una bella sigla può donare a una serie tv la sua identità, facendo capire al nuovo spettatore il tono che avrà lo spettacolo che sta approcciando.

La canzone di apertura aiuta a indicare cosa dovrebbe aspettarsi il pubblico da uno spettacolo e presenta anche il cast principale. Alcune delle sigle più famose sono diventate tratti distintivi delle loro serie. Che siano musiche appositamente composte per svolgere il ruolo di intro televisive o canzoni già esistenti adattate in circa 30/40 secondi, è innegabile che, molte volte, quello che ricordiamo meglio di un programma seriale sia proprio la sua sigla. Tuttavia, non è soltanto il comparto musicale il punto focale, ma anche ciò che mostra. Nel corso degli anni le opening sono cambiate, si sono evolute per presentare un contesto, per diventare parte integrante della serie tv.

A volte, però, capita che le sigle siano composte solo da una brevissima demo, questo è il caso di Lost, Doctor Who, The Vampire Diaries, la cui apertura, seppur iconica e in qualche modo passata alla storia, non sarà presente nel seguente elenco. Ecco quelle che, secondo noi, sono le 10 migliori sigle delle serie tv, dalle più blasonate ad alcune che potrebbero stupirvi (e ci scusiamo se la vostra preferita non compare nella nostra classifica).

1. Buffy l’ammazzavampiri (1997-2003)


La miglior sigla di una serie tv è, secondo noi, quella di Buffy l’ammazzavampiri in quanto parte integrante della storia stessa. Cambia e si adatta ai suoi diversi toni, a volte portando già lo spettatore a rendersi conto che assisterà a qualcosa di strano. L’attacco è un ululato, accompagnato dalla musica di un organo: sullo schermo appare una luna sfocata con impresso il titolo della serie nei tipici caratteri dei vecchi film dell’orrore, come Dracula o Frankenstein, a sottolineare il suo tono horror.

In un attimo, quest’atmosfera viene soppiantata dalla chitarra elettrica, come a spiegare che l’ambientazione sarà quella giovanile anni ’90. Sotto scorrono le immagini dei vari protagonisti, in sequenze di azione o impegnati in atti tipici dell’adolescenza. Attraverso le sue immagini, si capisce subito che qui la lotta non avrà un esito scontato. Ciò che vediamo nella sigla cambierà di stagione in stagione, mantenendo fermi elementi come quello del libro Vampyr e della croce d’argento che Angel regala a Buffy nel primo episodio. Ogni sigla si chiude con Buffy che impugna l’arma simbolo della stagione.

Per 4 episodi la sigla è stata adattata alla stranezza dell’episodio: in Superstar ci trasporta già nel mondo parallelo, in Il Morso del Vampiro, Michelle Trachtenberg appare solo come guest star, in La vita è un musical, c’è una versione strumentale a tema e in Seeing Red veniamo presi in giro dall’inserimento del nome di Amber Benson fra gli attori regolari del cast, salvo poi strapparci il cuore. Per la musica, Joss Whedon aveva assunto un cantautore professionista, ma era scontento del risultato. Alyson Hannigan ha fatto conoscere al cast i Nerf Herder che, alla fine, hanno composto la musica.

2. Crazy Ex-Girlfriend (2015-2019)


Crazy Ex-Girlfriend è un carinissimo ibrido di generi, fra cui musical, commedia e dramma, che vede una strepitosa Rachel Bloom oltre che nelle vesti di protagonista anche in quelli di sceneggiatrice, produttrice esecutiva e nel team di scrittura delle musiche. La serie parla di un rampante avvocato che decide di mollare tutto per trasferirsi in un paesino della California per inseguire il suo amore del liceo.

La bellissima sigla si è trasformata di stagione in stagione per adattarsi a un nuovo stile e alla nuova follia affrontata dalla serie. Il tema della prima stagione è una melodia in pieno stile Broadway che spiega la premessa dello spettacolo anche se ne prende in giro gli aspetti più problematici. La seconda stagione diventa un classico musical di Hollywood in cui Rebecca Bunch, la nostra protagonista, insiste sul fatto che essere innamorata la solleva da qualunque responsabilità per le sue azioni.

Nella terza stagione, Rebecca è davvero alle prese con una malattia mentale, quindi il nuovo tema affronta l’idea della consapevolezza ed è, dunque, più oscura. E mentre Rebecca inizia a rimettersi in sesto, l’ultima stagione si apre con una parodia della sitcom per famiglie anni ’80/’90, con una battuta finale che cambia spesso, la famosa “Vi presento Rebecca!“. La storia si è conclusa perfettamente alla fine di quella stagione.

3. Battlestar Galactica (2004-2009)


La sigla della futuristica Battlestar Galactica è assolutamente perfetta per farci subito calare nell’ambientazione spaziale e nel tono mistico della serie. Battlestar Galactica parla del viaggio di sopravvivenza e ricerca di un nuovo pianeta da abitare dopo che gli unici sopravvissuti sulla Terra a seguito dell’attacco dei cylon sono costretti a scappare e vagare nell’universo. La musica della particolarissima sigla è stata composta da Richard Gibbs ed è divisa in due parti. La prima, più lenta, è cantata in sanscrito e non è una preghiera religiosa, ma un processo di pensiero spirituale.

È progettata per invocare una connessione con un essere di grande luce, potere e saggezza. Lo scopo sarebbe quello di ricevere indicazioni e consigli da parte dei superstiti alla ricerca di una nuova casa. Le immagini sono quelle dei viaggi interstellari con, in sovraimpressione, i nomi degli interpreti. La seconda parte, sotto cui scorrono immagine di lotta e scontri, è molto più ritmata. È stata composta con strumenti a percussione giapponesi e sta a significare il cammino travagliato che i superstiti dovranno affrontare per raggiungere la pace.

4. Desperate Housewives – I segreti di Wisteria Lane (2004-2012)


La sigla di Desperate Housewives parte subito precisa nell’identificare l’argomento della serie tv: una disamina della figura e del ruolo della donna nella società. La trama segue, infatti, le disavventure delle quattro casalinghe disperate Susan, Lynette, Bree e Gabrielle, impegnate a rincorrere impegni, lavoro e vita privata. La sigla d’apertura è ideata dal creatore della serie Marc Cherry con musiche composte da Danny Elfman, compositore anche per Tim Burton e Sam Raimi.

Per le prime tre stagioni ci mostra un collage di opere storiche famose e immagini della cultura pop che fanno riferimento al ruolo della donna e alla relazione con il sesso maschile. Le immagini vanno dall’egiziana Nefertari al Campbell’s Soup Cans di Andy Warhol. Dalla quarta stagione, la sigla cambia e viene mantenuta solo la parte iniziale con la mela gigante sovrastata dal titolo e seguita dalle immagini delle quattro protagoniste. Una caduta di stile di non poco conto.

5. Il Trono di Spade (2011-2019)


La sigla di Il Trono di Spade è travolgente e unica. Si dispiega come la mappa di un orologio man mano che appaiono i titoli. Mentre gli spettatori osservavano il regno di Westeros, il richiamo dell’avventura riempie le loro orecchie e li trasporta in un’epoca di spade, draghi e cavalieri. La mappa con i modelli tridimensionali di ogni località cambia a ogni episodio poiché l’introduzione cambia leggermente ogni singola volta, per tenere conto di come si muovono i personaggi.

La musica è stata scritta e arrangiata dal compositore tedesco Ramin Djawadi. I creatori della serie, Benioff e Weiss, hanno insistito sul fatto che dovesse far sembrare il tema un viaggio. Da Approdo del Re a Grande Inverno fino alla Barriera, ogni luogo attraversato dall’intro è diventato strettamente legato agli eventi della serie. Questo è stato un modo divertente per vedere non solo dove fossero i personaggi, ma anche dove si trovassero tra loro.

La sigla cambia nell’ultima stagione, nella quale i personaggi sono tutti riuniti, quindi, abbiamo una mappa dettagliata, quasi a livello stradale, di Westeros. La musica e la realizzazione sono diventate talmente iconiche che quando arrivò il momento di selezionare il tema per la serie prequel, House of the Dragon, HBO semplicemente lo usò di nuovo. Lo studio di produzione che ha creato la sigla è la Elastic, che ha lavorato a numerosi successi televisivi tra cui Westworld, True Detective e The Crown.

6. Hannibal (2013-2015)


Fin dalla sua sigla, Hannibal vuole farci capire quanto la musica e le immagini proposte siano finalizzate a creare sentimenti di disturbo e orrore. Le note di musica classica che accompagnano le immagini, composte da schizzi di sangue che colano fino a comporre i visi degli attori protagonisti, sono quelle della significativa Vide cor meum.

Vide Cor Meum è una canzone composta da Patrick Cassidy basata sulla Vita Nuova di Dante Alighieri, in particolare sul sonetto A ciascun’alma presa e gentil core. La canzone apparve per la prima volta nel film Hannibal, mentre Hannibal Lecter e l’ispettore Pazzi assistono a uno spettacolo d’opera lirica all’aperto a Firenze. L’utilizzo della stessa melodia, che si conclude con note di pianoforte dissonanti, che quasi disturbano l’ascolto, crea un diretto collegamento fra film e serie tv.

7. Moonlighting (1985-1989)


Probabilmente uno dei migliori show degli anni ’80 e capostipite di tanti procedurali, Moonlighting ci viene presentato, fin dalle prime note della sua sigla, come un accattivante, oltre che affascinante, turbinio di accessori di classe e immagini romantiche. La serie, con il suo spirito da commedia poliziesca, la sua irriverenza e l’innegabile chimica fra Cybill Shepherd e Bruce Willis, è riuscita a rimanere nei ricordi dei fan da ormai quasi 40 anni.

Oltre alle immagini, il tema musicale della sigla di Moonlighting, composta da un memorabile tema smooth-jazz di Al Jarreau, funge da complemento perfetto alla raffinatezza che si intende far trasparire fin dal primo sguardo. Scritto insieme a Lee Holdrige e prodotto da Nile Rodgers, rappresenta quasi una serenata a una generazione di adulti immersi nella silenziosa tempesta della vita. È persino diventata, inaspettatamente, una hit nella top 30 di Billboard.

8. iZombie (2015-2019)


The CW è una rete televisiva conosciuta soprattutto per le sue serie tv teen con dei bei ragazzi con denti aguzzi. A un certo punto, esce iZombie, una serie davvero carina con qualcosa da dire. Si tratta di un intelligente mix di soprannaturale e quotidiano, procedurale e seriale, drammatico e divertente. Il prodotto ha un’arma segreta per convincere da subito gli spettatori, qualcosa che si trova solo a un paio di minuti dall’inizio di ogni episodio: la sua sigla. L’intro, infatti, ha energia, ritmo, stile e spiega fin da subito cosa vedremo nello show, senza tanti preamboli.

Partiamo dalla musica: Stop, I’m Already Dead è una canzone del 2006 di Deadboy and the Elephantmen che, qui, viene usata per raccontare una storia. Con la sua batteria martellante, i rumori gutturali e le chitarre incalzanti, puntualizza che iZombie non è uno show per adolescenti. La serie è basata su un fumetto della Vertigo che ha lo stesso nome, scritto da Chris Roberson e disegnato da Michael Allred, che ha disegnato anche l’introduzione dello show. Si, proprio disegnare, perché l’intro della serie non è altro che un fumetto. Il progetto è stato sviluppato dallo stesso team creativo di Veronica Mars. È, infatti, sia spiritoso che dark e usa trame a breve/lungo termine per essere costantemente divertente.

L’introduzione mostra i pezzi del puzzle. Partner poliziotto. Visioni di mangiatori di cervelli. Fidanzato confuso. Non descrive esattamente cosa stia succedendo, ma fornisce abbastanza informazioni per avere una base di partenza. Forse, la cosa migliore dell’intro è la sua velocità. Con una durata di circa 25 secondi, la sequenza di apertura di iZombie è abbastanza breve da non intralciare l’episodio, ma trasmette tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno per farci un’idea.

9. Willy, il principe di Bel-Air (1990-1996)


Fin dalla sua prima messa in onda, la sigla di Willy, il principe di Bel-Air è rimasta impressa nella memoria di chi la guardava. È, probabilmente, una delle poche canzoni rap old school di cui ogni generazione conosce le parole. L’iconica canzone è un singolo registrato nel 1990 e pubblicato nel 1992. Gli autori sono DJ Jazzy Jeff & the Fresh Prince, duo composto proprio da Will Smith e DJ Jazzy Jeff. La traccia racconta, con allegria e umorismo, il viaggio di Willy da un parco giochi di provincia al trono di Bel-Air.

L’interprete in prima persona delle immagini della sigla è lo stesso Will Smith. Nella versione italiana l’adattamento del testo è stato curato da Edoardo Nevola con la collaborazione di Rossella Izzo e cantata dallo stesso Nevola. Della versione italiana esistono due versioni, la prima in cui il protagonista dice “Willy il nero, lo svitato di Bel-Air” e un’altra, successiva, in cui dice “Il principe Willy, lo svitato di Bel-Air“. A eccezione di questa sigla, tutte le altre che si sentono in chiusura della serie sono state scritte e composte da Edoardo Nevola esclusivamente per la versione italiana.

10. The O.C. (2003-2007)


Il creatore di The O.C., Josh Schwartz, era così determinato a riempire lo show adolescenziale con la sua musica indie-rock preferita, che la colonna sonora, per i primi sei episodi, è composta solo da canzoni che aveva sul suo iPod. La scelta più riuscita è l’utilizzo della ballata dei Phantom Planet. Originariamente pensata per accompagnare il primo arrivo del protagonista a Newport Beach, ha toccato una corda così sensibile in tutti coloro che hanno visto l’episodio pilota che è diventata la sigla, oltre che una hit radiofonica.

California ha inaugurato un’era in cui The O.C. e gli show successivi, come Grey’s Anatomy, hanno reso l’indie rock un pezzo familiare del panorama sonoro della TV. La serie racconta le vicende d’amore di Ryan e Marissa e Seth e Summer, i loro conflitti con amici e parenti, ma, soprattutto, la vita privilegiata di alcune delle più ricche famiglie dell’Orange County californiana. A livello di immagini, la musica accompagna la presentazione dei personaggi principali della serie alternate a meravigliosi scorci delle coste della California e della casa dei Cohen. Serie e sigla sono rimaste impresse nella mente di coloro che seguivano la tv negli anni 2000.

Condividi.

Classe '76, sono stata nutrita a lette, biscotti e serie tv da una nonna che mi ha trasmesso la sua passione ma la bomba atomica è esplosa con Buffy the vampire slayer. Da quel momento non mi sono più fermata, giusto il tempo, forse, per la laurea in giurisprudenza. Divoratrice di tutto il prodotto seriale, spazio agevolmente fra i vari generi, anche se è normale guardare gli horror con un occhio chiuso, no?