Firmata da Pom ed edito in Italia per J-POP Manga, La mia senpai è un ragazzo si presenta come uno slice of life scolastico abbastanza ordinario. Tuttavia, ben presto l’opera svela la sua natura: un delicato racconto sulle peripezie dell’adolescenza. Una storia che germoglia piano, come un seme piantato nel cuore dei protagonisti, e si nutre di riflessioni sull’identità, sul desiderio di appartenenza, sul rispetto dei limiti altrui.

E io non l’avrei saputa apprezzare se non ne avessi discusso con una cara amica e collega. Pertanto, non lasciatevi ingannare da un primo volume apparentemente un po’ scialbo, seppur splendidamente illustrato: l’opera di Pom è come un bocciolo di fiori di ciliegio.

Makoto Senpai!

La mia senpai è un ragazzo © J-POP Manga
La mia senpai è un ragazzo © J-POP Manga

Makoto Hanaoka è un ragazzo silenzioso e gentile, un bravo studente e un figlio amorevole. Il giovane, tuttavia, nasconde un segreto: quando è a scuola si veste “da ragazza“, indossando una parrucca castana accompagnata dalla svolazzante divisa femminile. Dietro questa maschera, il giovane cela la sua vera essenza, ma allo stesso tempo si dà la possibilità di scoprire una parte di sé che ancora fatica a comprendere. Difatti, Makoto non è altro che un ordinario adolescente, ma che ha trovato nell’inganno della “senpai” un rifugio dalla sua realtà intrisa di insicurezze. A scuola può essere ciò che desidera, ma fuori dalle mura scolastiche veste i panni del figlio perfetto, chiuso nella gabbia invisibile di un amore materno tossico.

In questo conflitto tra il desiderio di autenticità e il terrore del rifiuto, il giovane si sente intrappolato in una vita che non sente sua, senza il coraggio di esplorare pienamente la sua identità. Tuttavia, la sua vita cambia improvvisamente con l’arrivo di Saki Aoi, una giovane studentessa solare, spensierata e senza paura, che si innamora della “senpai”, dichiarandosi apertamente. Aoi è un caos dolce, una figura che, dopo aver scoperto la verità sul sesso di Makoto, non retrocede affatto. La sua è una forma di amore vero e disinteressato: continua a vedere in Makoto la persona che ama, un senpai da ammirare. La sua tenacia è un faro che rischiara l’oscurità in cui Makoto si è rinchiuso, costringendolo a rivedere la sua visione di sé e ad abbattere i muri che si è costruito per proteggersi dal mondo esterno.

Il giovane, d’altra parte, non si sente pronto ad accettare l’amore di Aoi. Non crede che possa mai ricambiare i suoi sentimenti, principalmente perché non si considera degno dell’amore di qualcuno, un pensiero radicato anche dalla madre, che ha tentato di plasmare suo figlio secondo gli stereotipi di genere. Fin da piccolo, Makoto è stato incoraggiato a nascondere ciò che amava, a nascondersi dietro ciò che la società considerava “appropriato” per un ragazzo. Il fatto che Aoi, un’anima così pura, non si faccia scoraggiare e persista nella sua dichiarazione di amore, è un concetto che sfida la sua visione del mondo.

Nel frattempo, anche Ryuji Taiga – amico d’infanzia di Makoto – si trova costretto a far pace con le sue convinzioni. Si scopre geloso del giovane studente, diviso tra un affetto sincero e la sua crescente consapevolezza di essere innamorato di lui. Oltretutto, Ryuji è inizialmente riluttante ad accettare Aoi, terrorizzato all’idea che la ragazza possa prendersi gioco di Makoto (come del resto hanno fatto in tanti). Gradualmente, però, il giovane deve proprio ammetterlo: Aoi potrebbe illuminare il cammino di Makoto, una luce sinora a lui sconosciuta.

Splendidamente umani

La mia senpai è un ragazzo © J-POP Manga
La mia senpai è un ragazzo © J-POP Manga

Pom ci regala una storia tanto semplice, quanto articolata e profonda: tratta un tema complesso, ma non appesantisce la trama. Il protagonista è emblema di duplicità, una figura sfaccettata e al contempo potente. Makoto è umano, si interroga sulla propria identità, ma ciò non lo rende infallibile, né tantomeno troppo sicuro di sé. Il giovane teme il giudizio della madre, ma non quello dei compagni: tuttavia, è spaventato all’idea che questi ultimi possano stigmatizzare Aoi anche solo per avergli rivolto la parola.

Inoltre, la ricerca dell’identità di genere di Makoto non è mai ridotta ad uno stereotipo. Al contrario, il tema non viene mai trattato alla cieca, bensì modulato. Il lettore viene invitato ad immedesimarsi nel protagonista, mentre quest’ultimo si arrovella sul da fare, indeciso se mostrare o meno il suo vero io: soprattutto se in compagnia della madre. Uno dei personaggi più interessanti e, lasciatecelo dire, sgraditi dell’opera è certamente lei: donna figlia del suo tempo e di una società che non accetta di buon grado le “stramberie. Si mostra ostile nei confronti delle tendenza del figlio, tant’è che non è raro assistere a vere e proprie esplosioni d’ira nel corso della narrazione, e solo perché s’è imbattuta in un fazzoletto rosa. Colore assolutamente inadatto a un uomo.

Il rapporto tra i due è realistico, un dolore silenzioso vero e che corrode entrambi, ma in cui il lettore può immedesimarsi. Makoto e la donna sono vittime di una società patriarcale, che rigetta ciò che non comprende, ciò che non è in linea con principi antiquati. Eppure, nonostante ciò, il giovane non vuole in alcun modo rinunciare alla sua natura, all’altra parte di sé. Si veste da donna, indossa una gonna e una parrucca, lottando contro gli stereotipi di genere, esplorando la sua identità. Dopotutto,

Sembra che tutte le cose carine che ci sono al mondo siano riservate alle ragazze.

Ad arricchire ulteriormente la storia vi sono le due spalle complementari di Makoto. Ryuji, suo miglior amico sin dall’infanzia e in costante apprensione per il senpai, già vittima di bullismo da parte dei compagni. Ed è per questo motivo che dubiterà inizialmente della buona fede di Aoi, una giovanissima studentessa che dichiara il suo amore a Makoto, chiedendogli di uscire. Tuttavia, quando Aoi scopre che la sua senpai è in realtà un ragazzo, non scappa, né si prende gioco di l*i. A lei non interessano le apparenze o come Makoto si vesta:

Senpai, posso godermi sia la tua versione femminile, che quella maschile!

Un tratto delicato, un disegno sorprendente

La mia senpai è un ragazzo © J-POP Manga
La mia senpai è un ragazzo © J-POP Manga

Ad alleggerire l’impatto dell’opera è il tratto grafico di Pom: delicato e al contempo profondo. Duplice, proprio come la personalità di Makoto. Malgrado sfondi e fondali risentano del formato webtoon, ad averci colpito è stata la resa delle tavole (ricche di dettagli), ma anche le espressioni dei personaggi, talvolta colti a trascorrere momenti divertenti e spensierati, altri meno. A questo si aggiunge anche un ottimo studio della cinetica del movimento, elemento affatto scontati al giorno d’oggi.

La storia scorre piacevolmente, seppur un po’ frettolosa (a causa della sua natura), ma Pom è perfettamente in grado di coinvolgere del tutto il lettore grazie a un uso magistrale del colore. E sono propri i colori a giocare un ruolo fondamentale, poiché scelti in base alle emozioni vissute dai protagonisti.

L’edizione italiana curata da J-Pop Manga si fa notare per la sua cura formale: il formato ampio valorizza il tratto dell’autrice, mentre la carta opaca favorisce una lettura immersiva. La sovraccoperta con rilievi lucidi e focus sullo sguardo del protagonista aggiunge un tocco di raffinatezza che rispecchia il tono dell’opera.

Gender-bender in Giappone

La mia senpai è un ragazzo © J-POP Manga
La mia senpai è un ragazzo © J-POP Manga

Nel panorama globale delle identità di genere, il Giappone offre un esempio sfaccettato, dove tradizione e innovazione si intrecciano in modi sorprendenti. La cultura giapponese ha storicamente sviluppato una concezione fluida del genere, in cui l’ambiguità estetica, il desiderio e il ruolo sociale non coincidevano necessariamente con un’identità fissa. Difatti, nobili, samurai e shogun intrecciavano relazioni sia eterosessuali sia omosessuali, come narrato dalla letteratura classica e storia. Le relazioni tra uomini, specialmente tra samurai e apprendisti, erano parte integrante della cultura, con scopi educativi e affettivi.

Solo con l’avvento della modernizzazione e la creazione di un esercito nazionale la sessualità tra uomini venne stigmatizzata, culminando nella criminalizzazione della sodomia tra il 1872 e il 1882. Fino ad allora non esistevano leggi contro l’omosessualità: l’idea moderna di orientamento sessuale si è affermata solo negli anni ’90, nel contesto dell’attivismo per la salute pubblica legato all’HIV/AIDS. In Giappone, le relazioni omosessuali tra giovani parrebbero essere state a lungo considerate parte del normale sviluppo, a patto che non interferissero con i doveri familiari, come il matrimonio e la procreazione.

In questo contesto si inserisce perfettamente la storia antica del travestitismo, forte di testimonianze provenienti dal passato. Donne guerriere e lavoratrici mascherate da uomini sfidavano i confini di genere: le moga e le attrici del Takarazuka – tutte donne, anche nei ruoli maschili – scossero le norme di genere. Parallelamente, l’espressione di mascolinità alternativa ha avuto esempi nei haikara (uomini raffinati e occidentalizzati, truccati) e nei loro oppositori bankara (nazionalisti rudi con look tradizionale e virilità spinta).

Nel Giappone contemporaneo, gli uomini agender (o ultragender) rivendicano uno stile fluido che integra elementi maschili e femminili. Non si tratta di travestitismo occasionale, ma di una critica viva alle norme che prescrivono come debba apparire o comportarsi un uomo. Perché le donne possono indossare pantaloni, ma gli uomini non dovrebbero poter indossare gonne?

Duplicità e accettazione

La mia senpai è un ragazzo © J-POP Manga
La mia senpai è un ragazzo © J-POP Manga

La mia Senpai è un Ragazzo di Pom racconta la storia di Makoto, un giovane studente in cerca di sé stesso, combattuto tra il desiderio di mostrarsi per ciò che è e la paura del giudizio, soprattutto da parte di sua madre. La storia esplora il tema dell’identità con una delicatezza che va oltre le definizioni rigide, trattando l’amore e l’adolescenza in modo empatico. Attraverso il supporto di Aoi e l’influenza di Ryuji, Makoto intraprende un viaggio emotivo che lo porta a liberarsi dalle aspettative degli altri e ad affrontare la propria verità.

L’opera è caratterizzata da una grafica ricca di dettagli, con colori che guidano l’esperienza emotiva del lettore. Sebbene la narrazione possa sembrare talvolta affrettata, Pom riesce comunque a coinvolgere il lettore con una sensibilità e una sincerità che toccano corde profonde. È un invito a riflettere, ascoltare e forse anche a rispecchiarsi.

Conclusioni

7.0 Delicato

La mia Senpai è un Ragazzo di Pom esplora il tema dell’identità con una delicatezza che va oltre le definizioni rigide, trattando l’amore e l’adolescenza in modo empatico. Attraverso il supporto di Aoi e l’influenza di Ryuji, Makoto intraprende un viaggio emotivo che lo porta a liberarsi dalle aspettative degli altri e ad affrontare la propria verità.

L’opera è caratterizzata da una grafica ricca di dettagli, con colori che guidano l’esperienza emotiva del lettore. Sebbene la narrazione possa sembrare talvolta affrettata, Pom riesce comunque a coinvolgere il lettore con una sensibilità e una sincerità che toccano corde profonde. È un invito a riflettere, ascoltare e forse anche a rispecchiarsi.

The Good
  1. Tratto delicato
  2. Uso emozionale del colore
  3. Tematica profonda affrontata con dolcezza
The Bad
  1. Narrazione un po' frettolosa
  • Voto ScreenWorld 7
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Napoletana, classe 92, nerd before it was cool: da sempre, da prima che fosse socialmente accettato. Dopo il diploma al Liceo Classico, una breve ma significativa tappa all'Accademia di Belle Arti mi ha aperto gli occhi sul futuro: letteratura, arte e manga, compagni di una vita ed elementi salvifici. Iscritta a Lettere Moderne, ho studiato e lavorato per poi approdare su CPOP.IT e scoprire il dietro-le-quinte del mondo dell'editoria. Dal 2025 scrivo per LaTestata e mi sono unita al team di ScreenWorld in qualità di Capo Redattrice Anime e Manga: la chiusura di un cerchio e il coronamento di un sogno.