Quando si parla di Brandon Sanderson il primo titolo che viene in mente è quello de Le Cronache della Folgoluce, ma in realtà l’autore – tra i migliori nel panorama fantasy contemporaneo – è un autore davvero prolifico che ha scritto molti libri imperdibili, tra cui quelli che compongono la prima trilogia di Mistborn.
Dal 14 febbraio è disponibile in libreria La Legge delle Lande, edito Oscar Vault, che rappresenta il primo capitolo della Seconda Era di Mistborn, ambientata anni dopo i fatti raccontati nella prima saga e che si erano conclusi con il libro Il campione delle Ere. Nell’affrontare la recensione de La Legge delle Lande bisogna tenere presente che il romanzo è all’interno di un Cosmoverso molto ampio e ricco di dettagli, per cui la prima cosa da dire è che per leggere questo “nuovo” romanzo sarebbe consigliabile naturalmente aver già letto anche i precedenti.
La Legge delle Lande
Genere: Fantasy
Pagine: 404
Editore: Oscar Vault
Autore: Brandon Sanderson
La Legge delle Lande, la trama
Dopo le gesta di Kellsier e Vin, la vita di Scadriel ha ripreso il suo corso. Sono passati trecento anni dall’arrivo del Campione delle Ere e ora il mondo si sta muovendo verso un progresso sempre più verace. Le strade delle grandi città sono illuminate dai primi scampoli di elettricità e la stampa comincia a far capolino in tutte le grandi magioni. La scienza e la tecnologia continuano la loro corsa al successo, ma ci sono ancora molti che usano l’Allomanzia, soprattutto nelle Lande, le terre di frontiera che sembrano non rispondere a questa legge.
Tra questi c’è Waxillium “Wax” Ladrian, rampollo di una famiglia nota in città e duomante, che nelle Lande cerca di mantenere l’ordine. Dopo aver dato la caccia a un serial killer e aver pagato a carissimo prezzo la sua ricerca di giustizia, Wax è costretto a tornare a casa, per mettersi alla guida della famiglia e delle persone che dipendono dal casato per sopravvivere. Con la promessa di appendere le armi al chiodo e di comportarsi come un semplice gentiluomo, Wax cerca di integrarsi all’alta società e di seguire i passi necessari per salvare il suo nome dalla bancarotta. Ma quando emerge un complotto dietro rapine e rapimenti che stanno flagellando la popolazione, Wax, in compagnia dell’amico Wayne, deciderà di far luce sul mistero e di salvare la situazione prima che sia troppo tardi.
Una premessa: il mondo di Mistborn
Prima di addentrarsi nella recensione de La Legge delle Lande è necessario prendersi qualche riga per contestualizzare l’opera. La storia di Mistborn è ambientata su Scadrial, nell’Ultimo Impero, guidato da un Reggente che grazie al Pozzo dell’Ascensione aveva raggiunto l’immortalità e cambiato il mondo secondo la propria visione. Dopo la sua salita al potere il cielo si è tinto di rosso, le nebbie abbracciano le città con creature che vi si nascondono in mezzo e dal cielo cade costantemente cenere.
Senza perdersi in dettagli inerenti la trama dei primi tre romanzi di Mistborn è importante però ricordare che il sistema magico della saga si basa sulle Tre Arti Metalliche. La prima è la Allomanzia, che permette di ingerire metalli, bruciarli nello stomaco e ottenere in cambio dei poteri. Gli Allomanti si dividono in Misting – che possono utilizzare solo un metallo – e i Mistborn – che invece possono bruciarli tutti. La seconda è la Feruchemia che non porta a bruciare i metalli ma a conservali a mo’ di deposito di energia e altri tipi di attributi. Infine c’è l’Emalurgia, che permette di usare i metalli presenti nel corpo di qualcun altro per sottrargli energia ed è la sola delle Tre Arti Metalliche ad essere intimamente legata al sangue e alla morte.
La prima trilogia di Mistborn, in cui la popolazione dell’Ultimo Impero era divisa in modo netto tra i nobili e gli skaa (per semplificare, la popolazione schiava), era una saga di stampo medievale anche per quel che concerne l’ambientazione, ed era una saga epica sulla ricerca della libertà dall’oppressione. La Legge delle Lande prende il via trecento anni dopo la fine della guerra iniziata da Kellsier, uno dei personaggi più belli che vi capiterà di incontrare in letteratura, di genere o meno. L’ambientazione medievale si è persa e si ha più la sensazione di essere davanti a un’opera che molto eredita dalla tradizione steampunk. Inoltre lo stile di Sanderson – reso molto bene dalla traduzione di Gabriele Giorgi – permette anche a un lettore scevro di preparazione di godere dell’opera, ma per vivere a pieno l’esperienza, la conoscenza della saga di Mistborn è davvero fondamentale.
Un intrigante romanzo d’azione
Se, nella prima trilogia di Mistborn, la parola d’ordine sembrava essere epicità, con La Legge delle Lande il tono è meno mitico e leggendario. La storia non ruota più intorno a un nugolo di personaggi chiamati a salvare il mondo e cambiare la Storia: il vero cuore di questo romanzo sono i personaggi che devono fronteggiare le conseguenze di un mondo salvo, che è stato tirato fuori dal fango dell’estinzione e che ora non deve solo sopravvivere, ma imparare anche a vivere. In questo il personaggio di Wax è un personaggio cardine.
Quando il lettore lo conosce per la prima volta lo trova con lo spolverino sporco di polvere e armi puntate contro: in un mondo fatto di violenza e nebbie il protagonista si trova a suo agio, conosce le regole per procedere nella sua vita. Ma quando arriva in città di colpo sembra dimenticare persino cosa l’abbia spinto a diventare l’uomo che è. Questo perché quando si tratta di sopravvivenza è più facile andare avanti: procedi perché non hai altra scelta, perché si tratta davvero di vita o morte. Ma quando hai la possibilità di vivere e le scelte ti si aprono a ventaglio davanti agli occhi devi prenderti la responsabilità di quello che sei e di quello che fai. Brandon Sanderson è bravissimo a sottolineare questo concetto nascosto tra le righe: nei fantasy siamo abituati a leggere a perdifiato la corsa degli eroi che salvano il mondo. Ma cosa succede una volta che quel mondo è salvo? Cosa ne fa l’umanità di quel dono arrivato tramite il coraggio di pochi?
Il mondo de La Legge delle Lande è un mondo che si sta plasmando, che sta cercando di crearsi per essere all’altezza del sacrificio che lo ha creato, ma allo stesso tempo è un luogo di frontiera, un non-mondo che vive nascondendo le brutture sotto il tappeto e vestendosi solo di esteriorità e decoro. Leggendo il romanzo si ha davvero la sensazione di leggere un romanzo di frontiera, un western dove al posto dei cowboy ci sono allomanti e dove le rapine al treno non avvengono per rubare l’oro, ma qualcosa di molto più prezioso.
Il risultato è un romanzo d’azione pieno di ritmo, che impedisce quasi di abbassare il libro o di distogliere lo sguardo. Non c’è epicità nel percorso di Wax, né la leggenda che attende di essere scoperta: è in realtà l’avventura di un uomo appena stra-ordinario, che si trova ad affrontare rischi e pericoli più per senso del dovere civico e per predisposizione che per vocazione celeste. Bisogna oltretutto ricordare che La Legge delle Lande è solo il primo capitolo di una trilogia: il suo scopo non è svelarci tutto subito, ma avere il nostro interesse e la nostra curiosità. Cosa che il romanzo fa alla perfezione, grazie anche ai personaggi coinvolti. Perché se c’è una cosa in cui Brandon Sanderson eccelle davvero è la costruzione dei personaggi, della loro moralità spesso grigia e della loro capacità di creare rapporti di lavoro/amicizia che, già da soli, valgono il prezzo di copertina.
La recensione in breve
Con La Legge delle Lande Brandon Sanderson riporta i lettori nel mondo di Mistborn: ma è un mondo diverso, in evoluzione, un universo in fieri in cui i personaggi stessi sembrano perdere tutti i propri punti di riferimento per reinventarsi pagina dopo pagina. Libro d'azione divertente e ben scritto, con personaggi indimenticabili, che si presenta come un ottimo primo capitolo volto ad arpionare l'attenzione di chi legge.
-
Voto ScreenWorld