Criminale o salvatore? In una città in cui luci ed ombre sembrano confondersi troppo facilmente, chi è realmente Wilson Fisk? Per alcuni un criminale spietato, capace di dominare la malavita newyorkese e di influenzare decisioni prese dalle alte sfere, per altri il sindaco, l’uomo che ha saputo opporsi al vigilantismo per riportare la legalità.
Wilson “Kingpin” Fisk non è semplicemente un villain, ma una figura complessa nell’universo Marvel. Nato come caricatura dei boss mafiosi dei film noir, a partire dagli anni ’70 ha guadagnato maggiore profondità, scontrandosi con i grandi eroi urbani della Casa delle Idee, da Spider-Man alla sua nemesi storia, Daredevil. La sua presenza si estende a serie animate, film e videogiochi, suscitando interesse per la sua morale unica e visione del mondo non convenzionali.
Gli esordi di un boss
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Seppure oggi indelebilmente associato al Diavolo Custode, Kingpin fa la sua apparizione come avversario dell’Arrampicamuri in The Amazing Spider-Man #50 (1967), per mano di Stan Lee e John Romita sr. L’esordio di Fisk avviene nella testata che al momento è più indicativa del rapporto con la Grande Mela, tanto che Spidey è l’eroe urbano per eccellenza, mentre un certo Cornetto sta ancora faticando a farsi notare.
L’ispirazione per Wilson Fisk, soprattutto per Romita, proviene dai grandi boss del crimine del cinema noir, in particolare da Kasper Gutman de Il mistero del falco (1941), interpretato da Sydney Greenstreet. La performance intensa di Greenstreet e il suo sguardo sprezzante hanno definito l’immagine del boss, influenzando anche la figura iconica di Vito Corleone di Marlon Brando.
Romita Sr. ha modellato Fisk basandosi su Greenstreet e sull’abbigliamento appariscente dei boss mafiosi, esagerando le caratteristiche fino a renderle caricaturali. Wilson Fisk viene idealizzato come una figura imponente, riconoscibile per il suo abbigliamento distintivo: giacca bianca, bastone da passeggio con armi nascoste e sigaro, poi sostituito da una sigaretta con bocchino. Questi elementi, tipici dei boss criminali del cinema, diventano tratti fondamentali del Kingpin di Romita Sr.
Il personaggio è rappresentato come mastodontico, dominando minacciosamente Spider-Man nella sua prima apparizione. A differenza dei classici boss mafiosi, Fisk inizialmente si lascia coinvolgere attivamente nel crimine, ma successivamente, per volere di Stan Lee, evolve in un genio criminale più strategico e meno operativo. Inizialmente avversario di Spider-Man, Fisk diventa la nemesi principale di Daredevil, un personaggio il cui sviluppo è strettamente legato a Frank Miller.
Il nuovo volto di Kingpin
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Prima e dopo Frank Miller: questo è lo spartiacque principale della vita editoriale di Daredevil. Miller ha fortemente legato Matt Murdock e il suo alter ego Daredevil al loro territorio, Hell’s Kitchen, un luogo segnato da criminalità e disperazione. Questo legame sembra mirare a riscattare la reputazione negativa del quartiere newyorkese, dove Miller racconta la storia di un Daredevil umano, messo alla prova nelle sue convinzioni e spezzato dalla doppia vita, in netto contrasto con la sua controparte perfetta: Wilson Fisk, la sua metà oscura.
Cresciuti nei vicoli di Hell’s Kitchen, Matt e Wilson hanno vissuto esperienze di violenza e ingiustizia. Mentre Matt è stato deriso per la sua cecità, Wilson ha subito il bullismo a causa della sua stazza, entrambi vittime, ma con una differente reazione emotiva. Matt sceglie la legge e un codice morale da supereroe, mentre Wilson sceglie di ricambiare il mondo con la stessa moneta: violenza. Nonostante i metodi opposti, entrambi condividono un obiettivo comune: proteggere Hell’s Kitchen e i suoi abitanti.
Sarebbe semplice vedere Fisk solo come un criminale, soprattutto nelle sue prime apparizioni in Spider-Man. Anche se l’idea iniziale del suo personaggio è stata di Lee e Romita Sr., è grazie a Miller che la sua complessità viene realmente esplorata.
Miller ha reso i due antagonisti fortemente legati al contesto urbano, trasformando Fisk in un “Kingpin” che non è solo un capo mafioso, ma anche un punto di riferimento nel crimine newyorkese. Intenzionato a dominare la criminalità locale, Fisk si confronta con Matt Murdock, diventando il fulcro della sua caduta, sia nella run di Miller che in opere successive.
Da macchietta a nemico nell’ombra
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La caratterizzazione di Fisk è accentuata anche nella rappresentazione visiva, ritratto nell’ombra, dietro le persiane o in ambienti bui, con linee scure che attraversano le vignette, evidenziando il suo ruolo di stratega onnipresente.
La rivalità con Daredevil si è sviluppata in un intricato gioco di mosse e contromosse, con attacchi mirati al cuore di Matt. Questo conflitto lo ha costretto a affrontare minacce significative, come il folle Nuke, impiegato contro Daredevil nelle storie Dio e Patria e Armageddon, dove persino Capitan America è intervenuto. Fisk ha abusato di assassini professionisti come Bullseye e manipolato anime tormentate come Maya Lopez, che, ingannata da Fisk, è diventata Echo, come si vede nella storia Parti di un buco di David Mack e Joe Quesada.
È una relazione a base di scontri, vittorie e sconfitte che si sviluppa nel tempo, con Matt che scopre lentamente chi sia Kingpin, da figura mitologica della mala a vero e propria minaccia incombente al loro primo confronto fisico. In quell’occasione, l’Uomo senza Paura rimase colpito dalla figura imperiosa e imponente di Fisk, illusoriamente corpulento ma in realtà una vera montagna di muscoli, addestrato nella lotta e capace di mettere Matt alla prova.
Chi ha detto che operando nell’ombra, Kingpin non sappia lottare? Anche una volta arrivato in cima alla catena alimentare della male newyorkese, Fisk è ancora pronto a sporcarsi le mani, non dimenticando le sue origini da tagliagole dei vicoli.
L’ascesa del Kingpin
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Miller ha indubbiamente profondamente caratterizzato Fisk, ma anche altri autori hanno contribuito a definire uno dei villain più affascinanti dell’Universo Marvel. Negli anni ’90, Chichester ha raccontato la perdita dell’innocenza di Fisk, costretto a uccidere un uomo mentre appiccava un incendio agli inizi della sua carriera criminale.
Sebbene non fosse un omicidio intenzionale, l’esplosione ha tragicamente coinvolto l’innocente, il cui sangue macchia le mani di Fisk. Questo momento catartico vede il giovane Fisk tentare di lavarsi le mani nelle acque di scolo di Hell’s Kitchen, simboleggiando un patto faustiano tra la sua anima e quella della città, segnando l’inizio della sua trasformazione in Kingpin.
Spetta però al trio Bruce Jones, Sean Phillips e Klaus Johnson esplorare le origini del boss mafioso in Wilson Fisk: Kingpin. Un ritorno alla sua prima vista, nuovamente contrapposto al Ragno, anche lui alle prime armi, dove i due si contrastano continuamente, con Fisk che vede la sua ascesa nel mondo criminale ostacolata da questo tizio vestito da ragno.
Chi è realmente Wilson Fisk?
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In un pantheon supereoico in cui i villain sono spesso la vera misura della forza dell’eroe, Kingpin appartiene a quella ristretta cerchia di personaggi che vanno oltre l’etichetta di cattivo, non più mera entità monolitica. La sua costante evoluzione e l’attenzione con cui è stato esplorato il suo passato lo hanno reso un character eccellente, una figura che ha sviluppato una relazione simbiotica con Daredevil perché, alla fine, sono le due facce della stessa medaglia.
Wilson Fisk è un avversario credibile perché la cura Miller lo ha reso concreto e credibile, figlio di quella New York di cui ha seguito l’evoluzione. Come la città cercava di scrollarsi di dosso nomee sgradevoli, Fisk operava all’ombra per preservare il suo potere, lottando contro supereroi in maschera e comprendendo le giuste mosse per arrivare ai vertici della sua città.
Mazzette e voti, intimidazioni e comizi, un’ascesa che ha condotto Fisk a essere sindaco di New York, ruolo in cui lo vedremo anche in Daredevil: Born Again, e che mostra nuovamente quanto sia machiavellicamente pericoloso.
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