Come si può raccontare l’uomo dietro il mito? Ci si potrebbe anche chiedere se esista davvero un uomo dietro quella figura mitologica nota come Howard Phillip Lovecraft, capace di suggestionare intere generazioni con la sua visione dell’orrore cosmico, specchio di un’umanità distorta che ha segnato profondamente la sua esistenza. In molti hanno provato a scavare nella sua vita, dandone racconti vicini alla sua identità narrativa, come il Providence di Moore, ma nessuno ha mai rivolto il proprio sguardo agli ultimi istanti dell’esistenza del Solitario di Providence come accaduto con L’ultimo giorno di Howard Phillip Lovecraft.
Un viaggio onirico, guidati da Romuald Giulivo e Jakub Rebelka, che indagano nelle ultime ore del romanziere americano, ripercorrendo fantasiosamente cosa sia accaduto a Lovecraft il 15 marzo 1937. Che non è più solamente il giorno della morte di Lovecraft, ma diventa una catarsi emotiva per lo scrittore, che affronta demoni del passato e speranze infrante.
In bilico tra due mondi

L’ultimo giorno di Howard Phillip Lovecraft non si basa solamente sull’ottima scrittura di Giulivo, ma è grazie all’interpretazione grafica di Jakub Rebelka che trova piena espressione. Grazie a saldaPress, abbiamo avuto la possibilità di chiedere proprio a Rebelka di svelarci quanto questo racconto abbia segnato il suo percorso artistico.
Lo stile di Rebelka ha un’incredibile vitalità, passa con grande naturalezza da un senso di realismo a una qualità onirica più sfrenata. I pannelli iniziali di L’ultimo giorno di Howard Phillip Lovecraft sono una perfetta distillazione dell’incubo narrato dal Solitario di Providence, immediatamente seguiti da una visione più cupa ma più realistica. Un dualismo che colpisce subito il lettore, catapultandolo all’interno della storia.
“L’ultimo giorno di Howard Phillips Lovecraft è un fumetto su questo autore, ma non è una sua biografia, piuttosto uno sguardo sulla sua anima o dentro la sua anima. Per questo ho dovuto trovare mezzi appropriati per illustrare il testo, che spesso parlava di cose astratte. Così ho cercato di usare un linguaggio visivo che potesse essere una sorta di mappa o segnali stradali per il lettore. Le scene che si svolgono nel nostro mondo reale sono disegnate in modo leggermente diverso da quelle in cui ci si trova nel mondo dei sogni o nell’immaginazione dell’autore.”
Muoversi tra due mondi, reale e onirico, non è mai semplice, ma nel caso di Lovecraft è ancora più complesso. La sua personale interpretazione dell’orrore, la creazione di una cosmogonia divenuta leggenda, sono tratti che non possono venire minimizzati ma che anzi sono l’essenza stessa della potenza della narrazione lovecraftiana, e come tali devono essere percepibili in un racconto come L’ultimo giorno di Howard Phillip Lovecraft
“Ho cercato di esprimere l’idea di interpenetrazione tra i mondi, tra le altre cose, utilizzando diverse identificazioni cromatiche per le singole scene. Il colore in questo libro rappresenta uno spazio specifico: i colori grigi sono il mondo reale e il rosso intenso è il mondo dell’orrore dentro la testa di Howard. Man mano che si approfondisce la trama, i mondi iniziano a intrecciarsi, così frammenti del mondo dei sogni diventano reali e viceversa. Tutto diventa più caotico e lo stile di disegno lo riflette. Almeno questa era la mia supposizione quando lavoravo su questo libro. Cerco sempre di divertirmi quando lavoro su qualcosa, ma voglio anche che i miei disegni rappresentino un messaggio chiaro per il lettore.”
Il fascino del dramma

In Judas in Hell, Rebelka ha interpretato graficamente il personaggio più odiato della storia, presentandolo da una prospettiva insolita. Con L’ultimo giorno di Howard Phillip Lovecraft, ha avuto l’opportunità di approfondire un’area inesplorata del mito dello scrittore di Providence, scavando nella sua umanità. Un’interpretazione emotivamente complessa che ha spinto il disegnatore a cercare ispirazioni che dessero vita a scenari che fossero specchio della produzione di Lovecraft.
“Ho scoperto qualcosa che non sapevo di me stesso, ovvero che mi piace illustrare le cose che accadono in qualche modo nel sottotesto della storia. Mi piace quando le cose che disegno aggiungono qualcosa alla narrazione raccontata nella sceneggiatura, sono un altro strato che il lettore può esplorare. Come si mostrano le emozioni? Come disegnare un sentimento? Si puòdire qualcosa senza usare parole? Questi sono gli argomenti che mi interessano di più nel mio lavoro.”
E se si è in cerca di racconti che scavino nel vivo dei personaggi, aver a che fare con figure tragiche è un invito a nozze. Rebelka, infatti, non manca di evidenziare come la possibilità di disegnare la vitalità e la complessità di queste vite sia per lui una tentazione irresistibile
“Per questo mi piace disegnare le storie di personaggi tragici, incomprensibili, le cui vite sono accadute all’interno e hanno influenzato gli altri, per lo più fraintesi. Sia nel caso di Giuda e della sua storia, sia in quello di Lovecraft, abbiamo a che fare con figure tragiche. Inoltre, sono molto felice di aver avuto l’opportunità di lavorare con scrittori di grande talento, grazie ai quali ho potuto esplorare le profondità emotive dei personaggi e sviluppare le mie capacità come illustratore.”
Colori e forme dell’incubo

L’ultimo giorno di Howard Phillip Lovecraft racconta un viaggio nell’inferno personale di uno degli scrittori horror più amati e complessi di sempre. Dal suo letto d’ospedale, un inferno reale, al suo pensiero delirante, un inferno più emotivamente complesso. Questa alternanza si vive con una colorazione netta e precisa. Anch’essa firmata da Rebelka, che ha trovato una perfetta sinergia tra le diverse tinte, soprattutto nell’uso di un rosso intenso che anima gran parte del racconto.
“Il colore è sempre stato la cosa più importante per me, come ho già detto, e in questo libro anche ha svolto il ruolo di una sorta di mappa per il lettore, che lo guida tra i mondi reali e quelli ai confini dell’orrore. Quando inizio a lavorare su un fumetto, la prima cosa a cui penso è il colore: dà vita ai personaggi, all’intera storia; determina l’atmosfera e le emozioni contenute nel testo. Per l’inferno, che di solito veniva rappresentato come un deserto di fuoco, ho deciso di usare tonalità di blu freddo in Judas, conferendogli un carattere diverso.”
La produzione di Lovecraft ha però preso una particolare cromia nell’immaginario collettivo, sia per le descrizioni dell’autore dei suoi mondi immaginari, che per le interpretazioni successive di coloro che si sono mossi nel suo universo. Nel dare vita a queste sue ultime ore e al delirio che le ha contraddistinte, Rebelka ha scelto di prendere una strada completamente nuova, personale:
“Le storie di Lovecraft sono solitamente associate a un colore del mare tendente al verde; quindi, ho deciso di andare in una direzione diversa e usare il rosso, che rappresenta aggressività e follia. Lavorare su un buon testo è un piacere puro e mi preoccupo sempre di trovare un punto di vista interessante e di creare disegni che siano soddisfacenti da produrre, ma anche che possano rimanere impressi nel lettore. Cerco sempre di divertirmi mentre lavoro, di esplorare e scoprire luoghi artistici interessanti; spero che questa sensazione venga trasmessa anche al lettore.”