Con Top Gun: Maverick, attualmente nelle sale italiane, assistiamo all’ennesimo esempio di quello che è un autentico filone. Parliamo, ovviamente, dei sequel che si sono fatti attendere a lungo, e che arrivano al cinema a diversi anni di distanza dal capostipite o dal capitolo precedente. Per l’occasione, abbiamo voluto passare in rassegna quel filone, con dieci esempi emblematici, elencati in ordine decrescente di attesa.
10. Jurassic World (14 anni)
E se il parco fosse finalmente aperto? Un’intuizione semplice ma geniale per riesumare il franchise di Jurassic Park dopo la trilogia di Spielberg, qui coinvolto solo come produttore. In mano al nuovo regista Colin Trevorrow, che rispetta lo spirito della saga ma guarda anche al futuro con una certa ambizione, i dinosauri tornano a essere un fenomeno notevole e inquietante. Con il film stesso – e la trilogia che ha a sua volta generato – a servire come dichiarazione d’intenti, perché contraddice apertamente il cinismo dei personaggi che dicono che i rettili preistorici non sono più un granché a livello di spettacolo. E ora ci apprestiamo a vedere il dominio dei dinosauri, in quello che si annuncia come il capitolo finale dell’incarnazione classica del franchise.
9. Gli Incredibili 2 (14 anni)
Al netto della leggera involuzione della Pixar che per anni ha sfornato sequel come se non ci fosse un domani, era indubbia l’attesa per un secondo capitolo delle avventure della famiglia Parr. Il regista Brad Bird si è preso i suoi tempi, ed è arrivato nelle sale al momento giusto, mettendo in discussione la nozione del supereroe nello stesso anno in cui il genere raggiungeva nuove vette con l’exploit di Avengers: Infinity War. Un’avventura spettacolare e intelligente, che ribadisce l’importanza della famiglia con pathos e humour.
8. Rocky Balboa (16 anni)
Credevamo che fosse tutto finito – non bene – con Rocky V. E invece Sylvester Stallone se n’è uscito con un sesto episodio che restituisce la dignità al pugile filadelfiano, ricordando le glorie passate (con il quinto film escluso dal materiale d’archivio) e pensando al futuro, dove non c’è per forza posto per un campione ormai sul viale del tramonto. Una filosofia che si applica anche allo stesso Stallone, che con questo film si è riscattato dopo anni di flop.
7. Bad Boys For Life (17 anni)
Hanno ancora senso, oggi, i due poliziotti di Miami? Sì, e lo dimostra un terzo capitolo che rinuncia alla furia ipercinetica di Michael Bay per concentrarsi sul rapporto tra i due protagonisti e sottolineare le piaghe del tempo che portano un membro del duo a considerare seriamente l’idea di andare in pensione. Un sequel intelligente che sfrutta al meglio la vera amicizia fra Will Smith e Martin Lawrence, analizzando nel profondo il legame personale tra i due poco convenzionali rappresentanti delle forze dell’ordine.
6. Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo (19 anni)
“Non sono gli anni, amore, sono i chilometri.” Frase storica del primo film di Indiana Jones, e perfetta per descrivere il carisma inscalfibile del celebre archeologo, ora trasportato negli anni Cinquanta e alle prese con fenomeni alieni (un’imposizione del produttore e soggettista George Lucas). E se da un lato l’eccesso di CGI ha un che di sacrilego, data la natura del franchise, dall’altro lo spirito avventuroso è rimasto intatto, così come il fascino del dottor Jones, invincibile a livello iconico nonostante il tempo trascorso tra il terzo e il quarto capitolo. Motivo per cui aspettiamo anche, con discreto ottimismo, il quinto episodio, in arrivo nel 2023.
5. Tron: Legacy (28 anni)
Prima di mettere mano al ritorno di Maverick, il regista Joseph Kosinski si era già fatto notare in ambito sequel occupandosi del secondo capitolo di Tron. Laddove l’originale era un’intrigante piattaforma di lancio per gli allora rivoluzionari effetti speciali digitali, il seguito porta avanti il discorso con la questione degli avatar digitali, proponendoci un doppio Jeff Bridges: quello vero e il suo doppelganger virtuale, che riproduce le fattezze dell’attore in versione 1982. Notevole anche l’omaggio moderno a Il mago di Oz, con il mondo reale in 2D e quello digitale in 3D.
4. Ghostbusters: Legacy (32 anni)
Dopo l’accoglienza non del tutto positiva nei confronti del reboot di Paul Feig, la Sony ha deciso di tornare all’universo originale degli acchiappafantasmi. E lo ha fatto con un legacyquel dove l’eredità è il concetto fondamentale, con una nuova generazione di difensori del nostro mondo che dialogano direttamente con il passato del franchise, in modo divertente e a volte anche toccante (doveroso l’omaggio a Harold Ramis, scomparso nel 2014). Un’operazione visibilmente riuscita, poiché è già ufficiale che questo filone della saga continuerà nei prossimi anni, a suon di allegra lotta contro le forze dell’altro mondo.
3. Star Wars: Il risveglio della Forza (32 anni)
Tre decenni dopo la caduta dell’Impero, una nuova minaccia prende di mira la Repubblica, ed è necessario chiamare in causa chi si oppose alla tirannia di Palpatine anni addietro. Sì, c’è un senso di déjà vu, volutamente, per riportarci nella galassia lontana lontana quando pensavamo che tutto fosse finito con i prequel. Un autentico evento cinematografico, divenuto il maggiore incasso nella storia del franchise per il suo ritorno alle origini, dal cast storico all’uso di effetti speciali artigianali e set fisici invece della sovrabbondanza di CGI della seconda trilogia lucasiana. Un modo perfetto per ricordarci la validità sempiterna di una delle frasi emblematiche della saga: la Forza sarà con noi, per sempre.
2. Blade Runner 2049 (35 anni)
Nel 1982 fu un flop nelle sale, ma col passare degli anni Blade Runner è diventato uno dei capisaldi della fantascienza mondiale. Logico, quindi, che si cominciasse a ragionare su una possibile prosecuzione. Una prosecuzione che rimane fedele allo spirito ambiguo dell’originale (il dibattito sulla natura umana o meno di Deckard rimane aperto), portandoci a visitare un mondo allo sfacelo dove il confine tra reale e artificiale è sempre più labile. Un mondo dove il passato (Harrison Ford) si scontra con il presente (Ryan Gosling) nel tentativo di risolvere un mistero che potrebbe cambiare per sempre il nostro modo di percepire cosa significa essere un’entità biologica.
1. Top Gun: Maverick (36 anni)
Finiamo proprio con il ritorno in scena di Pete “Maverick” Mitchell, il pilota ligio al dovere ma poco propenso a seguire le regole. Inizialmente previsto per il 2020 e poi rimandato a causa della pandemia, il secondo Top Gun arriva quasi quarant’anni dopo il prototipo del 1986. I tempi sono cambiati: Iceman non è più in prima linea con gli altri aviatori, Maverick sta diventando obsoleto, e si parla di sostituire interamente i piloti umani con i droni. Il sequel del celeberrimo film di Tony Scott affronta di petto la questione del tempo che passa, usando i rimandi nostalgici per poi ricordarci che non è più possibile ricreare gli anni Ottanta. Per lo meno a livello filosofico, perché in termini pratici lo spettacolo rimane spudoratamente artigianale, senza aiuti digitali (al netto di piccoli dettagli come il cameo di Val Kilmer, il quale in seguito a un intervento chirurgico deve servirsi di un’intelligenza artificiale per parlare).