Dal 7 all’11 maggio presso il cinema Barberini di Roma si è tenuto come ogni anno il Festival del Cinema Spagnolo e Latinoamericano La Nueva Ola. All’interno del ricco programma è stato presentato in anteprima Reinas di Klaudia Reynicke, in uscita nelle sale italiane il 15 maggio 2025. Scritto dalla regista svizzero-peruviana insieme a Diego Vega, il film ha debuttato al Sundance Film Festival a gennaio 2024.

Reinas racconta la storia di una famiglia che vive nella Lima degli anni Novanta, agitata da una guerra civile, da frequenti atti di terrorismo e da un violento rincaro dei prezzi. In questo contesto politico Elena (Jimena Lindo), madre di Aurora (Luana Vega) e Lucía (Abril Gjurinovic), decide di approfittare di un’offerta di lavoro in Minnesota per trasferire la sua famiglia negli Stati Uniti. Per partire, però, ha bisogno della firma del padre delle bambine, l’assente e impacciato Carlos (Gonzalo Molina), che sembra sfuggire a tutte le situazioni che gli presenta la vita.

Reinas
Genere: Drammatico
Durata: 104 minuti
Uscita: 15 Maggio 2025 (Cinema)
Regia: Klaudia Reynicke
Cast: Jimena Lindo, Luana Vega, Abril Gjurinovic

Tra privato e politico

Luana Vega e Abril Gjurinovic in una scena di Reinas.
Una scena di Reinas – © Alva Film, Inicia Films, Maretazo Cine

Il cinema sudamericano degli ultimi anni prosegue con il suo intento autoriflessivo – ne sono esempi recenti Io sono ancora qui (2024), vincitore dell’Oscar per il miglior film straniero, El Conde (2023) di Pablo Larraín e prima di lui anche Argentina, 1985 (2022). La riflessione sulla storia si declina in varie forme e spesso si intreccia alla vita privata dei personaggi: è questo il caso di Reinas, dove la vicenda politica rimane sullo sfondo come una presenza fantasmatica, minacciosa, richiamata dalle scritte sui muri e dalle notizie ai telegiornali. La narrazione qui viene condotta più sul versante del dramma familiare privato, dove il nucleo frammentato di una famiglia borghese riflette l’instabilità di un paese in lotta.

La storia si intreccia al personale, restituendoci la vicenda di due giovani donne, l’adolescente Aurora e la piccola preadolescente Lucia, che affrontano due fasi della vita molto delicate e complesse, tra la voglia di autodeterminazione e la necessità di affetto incondizionato. Sul nucleo pacifico della famiglia matriarcale irrompe improvvisamente la figura di Carlos, un padre quasi sconosciuto che mette a repentaglio ogni equilibrio. Se inizialmente la diffidenza mantiene figlie e padre lontani, presto Carlos inizia a farsi volere bene da tutti rimpastando i rapporti famigliari.

Mascolinità fragile e femminilità determinata

Abril Gjurinovic e Luana Vega in una scena di Reinas.
Una scena di Reinas – ©Alva Film, Inicia Films, Maretazo Cine

La mascolinità dell’uomo è una mascolinità fallace, scostante: Carlos è un padre che impara a diventare piano piano uomo e padre. Certo, un padre impacciato, bugiardo e inaffidabile, ma anche genuino, dolce e di buon cuore. Un uomo che si conquista l’affetto di tutta la famiglia e specialmente delle figlie, che imparano a diventare grandi anche grazie a lui. In un contesto storico complesso come quello raccontato dal film, l’instabilità della professione di Carlos – che non si capisce mai come si procura realmente da vivere – rappresenta la cifra della sua inadeguatezza maschile. Non può essere il breadwinner, fa il tassista clandestino e forse si occupa della sicurezza per il governo, quindi non è un uomo su cui si può contare davvero.

Questa figura paterna imperfetta e volubile genera empatia e spinge a riflettere sulla sua relazione con un femminile coraggioso e determinato. Reinas è infatti una storia di donne descritte nella loro complessità e dignità, una storia di due sorelle che seppur diversissime farebbero di tutto l’una per l’altra, rinunciando a tutto pur di stare insieme. Ma è anche la storia di una giovane madre, rappresentante del vero punto di vista genitoriale, ritratta nella sua fatica di prendere scelte difficili per garantire un futuro migliore alla sua prole. Fortemente autobiografico, Reinas è un film che non giudica nessuno dei suoi personaggi, ma piuttosto ne contestualizza con empatia il vissuto, ritraendo figure umane imperfette e fallibili che cercano di fare del loro meglio in un mondo violento e in continuo cambiamento.

Un pizzico di realismo magico

Luana Vega, Abril Gjurinovic e Gonzalo Molina in una scena di Reinas.
Luana Vega, Abril Gjurinovic e Gonzalo Molina in una scena di Reinas – ©Alva Film, Inicia Films, Maretazo Cine

È costante nel film un’atmosfera magica e rarefatta data dall’ambientazione in un’estate calda e sospesa, tra il rumore di un ventilatore a pale e la ruvidezza della sabbia tra i piedi, tra i blackout dovuti agli attacchi terroristici e le cicale che fanno da sottofondo alle notti afose, le lenzuola fresche tra le gambe scoperte. È la sensibilità dell’unione con la natura e la storia che dona alle vicende un’aura da sogno, dove emerge il personaggio della zia Mechita, fantasma che aleggia sulla narrazione, spettro familiare e affettuoso, ma anche simbolo di una femminilità inquieta, misteriosa e del legame con la memoria e il passato della cultura peruviana.

Emerge un cinema delle donne sudamericano più vivo che mai nella lezione di Lucrecia Martel e Lucia Puenzo, animato da registe come Antonella Sudasassi, Laura Citarella, Lila Avilés e Tatiana Huezo. Autrici in grado di portare uno sguardo nuovo e fresco sulla cinematografia di un continente alla costante ricerca di sperimentazione – senza dimenticare i legami imprescindibili con il passato.

Reinas è un dramma dall’ampio respiro che narra con empatia personaggi imperfetti alla ricerca dell’unione e della famiglia. Con la storia e la cultura peruviana sullo sfondo, Klaudia Reynicke dirige un film delicato e suggestivo capace di regalare forti emozioni.

 

Conclusioni

7.5 Ottimo

Reinas è un dramma empatico e delicato sulla ricerca del senso della famiglia con le vicende storiche del Perù nello sfondo. I personaggi realistici e fallibili trainano la narrazione di un film magico e ben costruito.

Pro
  1. L'atmosfera ricreata dalla fotografia e dai silenzi restituisce la magia di un Sudamerica vivo
  2. La scrittura dei personaggi è empatica e realistica
Contro
  1. La vicenda storica rimane un po' troppo sullo sfondo
  • Voto ScreenWorld 7.5
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