Riprendiamo il nostro viaggio attraverso l’awards season americana, ormai entrata nella sua fase cruciale: dopo le precedenti categorie, è ora la volta di proporvi le nostre previsioni per l’Oscar 2023 come miglior attore non protagonista, presentandovi i favoriti della prima ora, ma anche quegli interpreti che puntano ad aggiudicarsi uno dei cinque posti in palio nella rosa delle candidature. Ad aver già blindato la nomination con mesi d’anticipo è senz’altro il cinquantunenne Ke Huy Quan, vietnamita naturalizzato statunitense: un nome magari non troppo noto al grande pubblico, ma legato a due autentici cult-movie degli anni Ottanta, ovvero Indiana Jones e il tempio maledetto e I Goonies. A oltre tre decenni di distanza dal suo exploit in età adolescenziale, Quan è tornato all’improvviso sulla cresta dell’onda grazie a uno dei fenomeni cinematografici del 2022, Everything Everywhere All at Once.
I favoriti, da Ke Huy Quan ai comprimari de Gli spiriti dell’isola
Il suo tenero e goffo ritratto del marito della protagonista Michelle Yeoh nella commedia sci-fi dei Daniels è valso a Ke Huy Quan un’ondata di consensi, inclusi tutti i principali trofei della critica, nonché la candidatura al Golden Globe, con ottime chance di aggiudicarsi il trofeo nella cerimonia di martedì notte. Se dunque la sua presenza nella cinquina dell’Oscar è a dir poco scontata, quali attori gli faranno compagnia nella selezione dei membri dell’Academy? Con buone probabilità, due dei posti a disposizione saranno occupati dai due comprimari di un altro film amatissimo della scorsa annata, Gli spiriti dell’isola.
La pellicola scritta e diretta da Martin McDonagh, infatti, dovrebbe schierare fra i propri candidati sia il veterano Brendan Gleeson che il giovane Barry Keoghan, due talentuosi attori irlandesi di diverse generazioni: il sessantasettenne Gleeson ha una lunga carriera alle sue spalle, mentre il trentenne Keoghan si è distinto di recente in titoli quali Il sacrificio del cervo sacro, Dunkirk ed Eternals. Considerando che, salvo sorprese, il terzetto formato da Gleeson, Keoghan e Quan, già in lizza ai Golden Globe, dovrebbe figurare anche agli Oscar, quali altri attori possono legittimamente sperare di rientrare nelle grazie dell’Academy?
The Fabelmans alla riscossa: Paul Dano e Judd Hirsch
Partiamo da un film applauditissimo e attualmente nelle sale, che si è distinto pure in virtù del suo eccellente cast: The Fabelmans, un commovente racconto autobiografico firmato dal grande Steven Spielberg. Qualora The Fabelmans dovesse riscuotere la sua meritata dose di consensi pure fra i membri dell’Academy, si può ipotizzare che almeno una candidatura venga assegnata a uno dei suoi interpreti supporter: da un lato Paul Dano, che presta il volto al benevolo padre del protagonista; dall’altro l’ottantasettenne Judd Hirsch, a cui è bastata una manciata di minuti in scena per strappare l’applauso nel ruolo del volitivo zio Boris.
Per Paul Dano, apprezzato nel 2022 pure in qualità di villain in The Batman, si tratterebbe della prima nomination all’Oscar; per Judd Hirsch sarebbe invece la seconda, dopo la candidatura ricevuta nel lontano 1980 per Gente comune. Ce la farà almeno uno dei due a rientrare fra i cinque attori più votati o la concorrenza reciproca finirà per sfavorire entrambi? Di certo le alternative non mancano, e includono vari nomi di punta della scena hollywoodiana, inclusa una superstar del calibro di Brad Pitt.
Gli altri concorrenti: Pitt, Redmayne o Harrelson?
Premiato come miglior attore supporter del 2019 per C’era una volta a… Hollywood, Brad Pitt è stato candidato al Golden Globe per il suo ritratto di un divo del cinema muto in Babylon di Damien Chazelle: un altro film, come quello di Quentin Tarantino, dedicato al sottobosco della Hollywood del passato. Tuttavia, la fredda ricezione di Babylon da parte del pubblico americano (e di una sezione della critica) potrebbe giocare a svantaggio di Pitt; ora come ora, sembra più probabile che a rientrare nella cinquina degli Oscar sia invece l’attore inglese Redmayne per The Good Nurse.
Nel thriller di Netflix diretto da Tobias Lindholm e basato su una storia vera, Eddie Redmayne si immerge nel ruolo del serial killer Charles Cullen: un personaggio per lui insolito e che potrebbe attirargli pertanto un cospicuo numero di voti, per quanto si tratterebbe di un clamoroso esempio di category fraud (Redmayne è infatti il co-protagonista di The Good Nurse). Fra gli attori supporter sarebbe più sensato che l’Academy prendesse in considerazione performance che rientrano davvero nella suddetta categoria: ad esempio il cinico capitano impersonato da Woody Harrelson nella black comedy Triangle of Sadness di Ruben Ostlund o l’inglese Ben Whishaw per Women Talking, dramma corale diretto da Sarah Polley.