Che Quentin Tarantino non abbia peli sulla lingua è cosa nota, ma che critichi aspramente François Truffaut definendo i suoi film noiosi e paragonandolo a un “dilettante allo sbaraglio come Ed Wood”, è qualcosa che neanche il cinefilo più accanito si sarebbe mai aspettato. Il numero di settembre di Sight & Sound contiene un’intervista a Tarantino e al suo co-conduttore del “Video Archives Podcast” Roger Avary in cui il regista di Pulp Fiction, analizzando la filmografia di Claude Chabrol, ha trovato il tempo di criticare il lavoro di Truffaut, soprattutto i thriller che ha realizzato nell’ultima parte della sua carriera.
“[I thriller di Chabrol] sono drasticamente migliori degli abissali film di Truffaut-Hitchcock, che secondo me sono semplicemente orribili”, ha detto Tarantino. “Non sono comunque un fan di Truffaut. Ci sono alcune eccezioni, la principale delle quali è ‘La storia di Adele H.’, ma per la maggior parte, penso a Truffaut come a Ed Wood. Penso che sia un dilettante molto appassionato e pasticcione“.
Non è la prima volta che Tarantino critica Truffaut. Infatti, nel suo romanzo C’era una volta ad Hollywood dedica molto tempo alla descrizione della reazione negativa di Cliff Booth alla proiezione di “I 400 colpi” e “Jules and Jim”. Sebbene Tarantino abbia sostenuto che le opinioni cinematografiche di Booth discusse nel romanzo non riflettono necessariamente le sue, non ha faticato a formulare critiche su alcune delle opere più amate dell’autore.
“Ha provato a vedere due volte Truffaut, ma non gli è piaciuto. Non perché i film fossero noiosi (lo erano), ma non era l’unica ragione per cui Cliff non ne era coinvolto. I primi due film che ha visto (in un doppio spettacolo di Truffaut) non lo hanno colpito. Il primo film, “I 400 colpi”, lo lasciò indifferente. Non capiva davvero perché quel ragazzino facesse la metà delle cose che faceva”, ha scritto Tarantino nel romanzo. “E pensava che gli idioti di ‘Jules e Jim’ fossero una fottuta palla al piede“.
Quest’opinione scioccante su uno dei maestri del cinema quali François Truffaut, in realtà è piuttosto coerente con la personalità di Tarantino, che ha fatto carriera grazie alla sua capacità di elevare ad arte i film d’exploitation che ama, mai tirandosi indietro dal difendere il cinema che lo ha ispirato. Allo stesso tempo, non esita a criticare alcune delle personalità più venerate del cinema quando ritiene che ricevano lodi ingiustificate.