C’è stato un momento ben preciso, nel corso degli anni Duemila, dove l’horror a basso budget si è gettato in diverse sperimentazioni utilizzando come metro di narrazione e realizzazione il mockumentary, ovvero il finto documentario. Utilizzando quindi la memoria visiva di eventi registrati e avvenuti tempo prima.
Una soluzione in termini di valore del messaggio assai raffinata, che non sempre però ha dato risultati eccelsi: da quelle che oggi sono considerate pietre miliari a quelli che restano timidi tentativi di sperimentazione, ecco i migliori mockumentary da vedere e recuperare, non solo horror ma anche film di altri generi cinematografici, adatti quindi per ogni palato.
1. Cannibal Holocaust (1980)
Iniziamo giocando in casa, con il controverso, criticato e al tempo stesso acclamato Cannibal Holocaust, considerato da molti uno dei primi riuscitissimi esempi di genere mockumentary, anche per la crudezza di alcune scene mostrate, in particolare quelle di reale violenza agli animali.
All’epoca, addirittura, si pensò che le uccisioni di diversi personaggi fossero stata perpetrate per davvero, tanto che lo stesso Ruggero Deodato, regista del film, fu costretto a difendersi in tribunale portando gli attori a testimoniare. Vicenda che, a suo modo, elogia il lavoro svolto dal reparto trucco.
Nel film, seguiremo il racconto video di quattro giovani reporter inviati a realizzare un documentario su una tribù indigena dedita al cannibalismo. Quando non si avranno più notizie di quanto gli sia accaduto, una spedizione verrà mandata in loro soccorso: ad essere ritrovato sarà solo il girato, che ci mostrerà i loro ultimi istanti di vita.
2. [REC] (2007)
Spagna, un palazzo in quarantena e un’epidemia zombie. [REC], la pellicola dei due registi spagnoli Jaume Balagueró e Paco Plaza, è stata un successo (quasi) senza precedenti, riuscendo a creare un inedito franchise con la realizzazione di altri tre film.
Una quadrilogia che vede solo i primi due film – forse i migliori – realizzati con la tecnica del mockumentary. Ancora oggi i film sono capace di incutere terrore nello spettatore anche grazie a una narrazione che si discosta dal semplice spunto dell’epidemia per abbracciare temi quali la possessione demoniaca.
3. The Blair Witch Project – Il mistero della strega di Blair (1999)
Il più famoso mockumentary che la storia dell’industria cinematografica ricordi. Anche per l’uso geniale del marketing quando ancora internet non era alla portata di tutti: gli attori principali risultavano infatti persone scomparse davvero, creando curiosità e scompiglio tra giornalisti e spettatori, con quest’ultimi che si appostavano fuori la casa degli attori e li tempestavano di chiamate per scoprire che cosa gli fosse accaduto.
Un film genuino, costruito con pochissimi mezzi e una tensione a tinte horror che incute timore a ogni visione. Si consiglia di vederlo in lingua originale, giacché la recitazione risulta molto più naturale, l’adattamento italiano non rende infatti giustizia al lavoro del cast.
4. Troll Hunter (2010)
C’è chi ha i vampiri, chi gli zombie e chi i fantasmi. Ebbene in Norvegia ci sono i Troll, dunque ecco l’incipit che da il via a questo film, con un gruppo di giovani ragazzi che si imbatte in un uomo che sembra sapere dell’esistenza di queste fantomatiche creature, tanto di avere un fuoristrada organizzato ed equipaggiato anche per fronteggiarli. Da qui i ragazzi affiancheranno l’uomo, registrando tutti gli avvenimenti di una nottata al cardiopalma. Forse non tra i mockumentary più conosciuti, ma tra i più affascinanti per realizzazione e messinscena.
5. Paranormal Activity (2007)
Un film fatto prima di pubblicità, poi dal prodotto in oggetto: il film che ha spaventato Spielberg, fatto con soli quindicimila dollari e incassando milioni su milioni. Inutile dire che il polverone pubblicitario ha portato all’attenzione di tutti questo progetto, per cui è praticamente impossibile non averne mai sentito parlare. Il film segue le vicende di una coppia che decide di installare delle videocamere per tutta la propria casa, perché sono convinti di essere perseguitati da degli spiriti maligni. Buonissimo esperimento il primo, che ha dato però vita ad un’infinità di cloni dall’aria stanche che non hanno ottenuto il medesimo successo.
6. Necropolis – La città dei morti (2014)
Necropolis – La città dei morti è un horror che unisce il contesto storico a un pizzico di esoterismo. Tra le tante declinazioni del mockumentary, questo è uno dei pochi che vale la pena ricordare per l’inventiva narrativa che supera l’ostacolo dell’horror sciatto per scavare a fondo nella psiche dei protagonisti. Partendo da uno spunto reale, quale la scoperta di una necropoli sotto la città di Parigi, un gruppo di giovani deciderà di affrontare il buio di questo luogo oscuro, scoprendo che non sono soli. Esperimento dunque interessante, che eleva il prodotto tra la media di produzioni di questo genere.
7. Cloverfield (2008)
Diretto da Matt Reeves, scritto da Drew Goddard e prodotto da J.J. Abrams. Nel 2008 Cloverfield raccontava le vicende di un gruppo di ragazzi intenti a scappare da New York mentre questa viene attaccata da un mostro gigantesco. Nel corso degli anni sono stati realizzati altri film del “filone Cloverfield” senza apparenti – per ora – collegamenti con il primo, ma quando dietro un progetto c’è la firma di Abrams, la caccia al tesoro è dietro l’angolo: loghi nascosti, messaggi da decifrare, piccole cose da analizzare durante il film. Un gioco per Abrams, per noi una vera scarica di adrenalina.
8. District 9 (2009)
Il brillante esordio di Neill Blomkamp sotto la guida di Peter Jackson. Una navicella aliena si ferma a Johannesburg a causa di un guasto, il governo decide dunque di costruire un distretto dove tenere gli alieni, un po’ come un porto franco in attesa di sviluppi. Il mondo osserva la difficile ed ostile convivenza tra umani e alieni. Un po’ mockumentary, un po’ film più tradizionale: l’abilità di riuscire ad amalgamare le due cose rende District 9 un prodotto meritevole di essere visto.
9. Searching (2018)
Searching è un chiaro esempio di come con una buona idea e una sceneggiatura precisa, si può costruire un grandissimo thriller, realizzando un film che si svolge tutto su computer e smartphone. Un uomo rimasto vedovo deve affrontare la scomparsa della figlia. Risalirà e ricostruirà gli eventi precedenti alla scomparsa tramite computer, smartphone e tanti piccoli indizi social, in un sadico gioco simile a una caccia al tesoro. Una piccola perla, sia per il genere di appartenenza, che per chi cerca un thriller da rimanere con il fiato sospeso fino all’ultima scena.
10. The Visit (2015)
La “rinascita” di Shyamalan in termini di critica e boxoffice dopo un periodo sicuramente privo dei consensi di entrambi. The Visit è una produzione piccola – della sempreverde Blumhouse – per un ritorno al thriller che si tinge del solito tocco del regista indiano. Il film racconta la storia sinistra di due bambini che decidono di passare dei giorni dai nonni materni che non hanno mai conosciuto, ma gli atteggiamenti dei due anziani li metteranno in allerta. Inutile dire che i twist narrativi sono dietro l’angolo.
11. ESP – Fenomeni Paranormali (2011)
Ricordate di quel momento in cui tutti si adoperavano in mockumentary horror, mediamente tutti uguali e mediocri? Ogni tanto qualcosa di davvero pauroso usciva fuori ed ESP – Fenomeni Paranormali era tra questi, tanto da meritarsi anche un (purtroppo dimenticabile) sequel. Ancora una volta dei ragazzi che hanno la malaugurata idea di addentrarsi in un vecchio edificio abbandonato, dando il via al solito valzer di fantasmi e presenze oscure, con il passato di questo edificio che torna a galla.
12. Project X (2012)
Horror, thriller e anche feste giovanili notturne che degenerano in guerriglia urbana. Il caso Project X è qualcosa su cui molti critici ancora oggi si interrogano, all’uscita del film non si capacitavano infatti dello straordinario successo ottenuto dal film al boxoffice.
Il film segue le disavventure di un gruppo di ragazzi che decidono di organizzare una piccola festa a casa. Inutile dire che la situazione degenererà all’aumentare del numero di persone che si presenteranno, dando vita a una vera e propria guerriglia urbana. Estremamente divertente e folle, se vi è piaciuto Una notte da Leoni apprezzerete questo film.
13. Vita da Vampiro (2014)
Mai come in questo momento il nome di Taika Waititi è sulla bocca di tutti, dunque potrebbe essere questo il caso di recuperare i suoi primi lavori tra cui Vita da Vampiro, tra l’horror e la commedia grottesca. Per molti il migliore del regista che racconta la vita di un gruppo di vampiri che provengono da epoche diverse mentre si trovano in Nuova Zelanda. Seguiti da una troupe, ne seguiamo la loro quotidianità, tra scontri con i nemici lupi mannari e ricerche di sangue fresco. Sicuramente un film da vedere per capire meglio lo stesso concetto di Cinema di Waititi.
14. Zelig (1983)
Si poteva lasciare fuori il buon Woody Allen da questa lista? Assolutamente no, e nella mastodontica filmografia c’è spazio anche per Zelig, falso documentario tra commedia e parodia. Il protagonista è appunto Zelig, una sorta di uomo camaleonte che si identifica con tutte le persone che incontra nella sua vita, mentre viene seguito da una dottoressa che ne studia il caso assai particolare.
15. Borat – Studio culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan (2006)
Assieme ad Ali-G, Borat è il personaggio più riuscito di Sacha Baron Cohen e in questo falso documentario (dal lunghissimo titolo Borat – Studio culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan) l’immaginario giornalista si addentra nelle classiche contraddizioni degli Stati Uniti, facendo un viaggio che lo porterà a scontrarsi con tante e diverse realtà. Il documentario dunque si costruisce di tanti piccoli momenti, con gli ospiti ignari di partecipare a un prodotto di finzione. Molto divertente e nel 2020, su Prime Video, è arrivato anche un sequel.
16. Incident at Loch Ness (2004)
Non si può non inserire Werner Herzog in una lista di cinema, di qualunque sia il genere. Dunque ci pensa Zak Penn a dirigerlo in questo Incident At Loch Ness, particolarissimo mockumentary nel mockumentary. Con un pizzico di mistero e tensione, si realizza un falso documentario su un ipotetico documentario che lo stesso Herzog sta filmando riguardo il mistero del mostro di Loch Ness. Ad agitare la situazione la comparsa reale del mostro che getterà scompiglio tra tutta la troupe.
17. Missing (2023)
Non tanto un sequel di Searching anche se Missing ne condivide lo stesso piano narrativo, bensì un film che utilizza gli stessi stilemi di messa in scena, con un prodotto tutto realizzato tra smartphone, videocamere di sicurezza e computer. L’incipit anche qui è estremamente semplice, con una figlia che si deve adoperare per ritrovare la madre, partita per un weekend di ferie e mai più ritornata.
Esattamente come succede con il genere dei mockumentary che sono una tacita restituzione della memoria a delle immagini trovate, anche internet ne condivide le medesime qualità: account sui social, cronologia di ricerche, tutto ha una memoria, e riportare questo a galla mostrerà una realtà e una vita ben più complessa di quella che la giovane protagonista pensava di vivere.
18. The Bay (2012)
Barry Levinson alla regia di un mockumentary? Perché no, la sperimentazione d’altronde non è mai mancata al regista. Nel periodo di maggior proliferazione del genere, Levinson decide di far proliferare in una cittadina americana una misteriosa epidemia, causata da un batterio che a contatto con gli esseri umani, un po’ come il simpatico facehugger di Alien, contagia l’ospite, partorendo larve che si nutriranno dei polveri malcapitati.
Le vicende del film sono narrate da diversi punti di vista, coordinate da una giovane reporter che riuscirà a salvarsi dalle azioni del Governo per isolare e insabbiare l’accaduto, portando all’attenzione mondiale di cosa sia successo davvero nella cittadina di Claridge tra il 4 e il 5 luglio, rendendo onore alle migliaia di vittime.
19. La Piramide (2014)
Appreso il successo del genere mockumentary, con un basso dispendio di risorse a fronte di un rientro economico dieci volte maggiore, tutti sono accorsi all’incipit più originale o interessante: dai palazzi in quarantena, all’Area 51 per passare anche dalle fogne di Parigi e perché non sfruttare anche il misterioso e affascinante Egitto calando i poveri protagonisti del film all’interno di una Piramide?
Inutile dire che all’interno della stessa ci sarà più di qualche semplice minaccia, da cui tutti dovranno scappare, magari giocando anche con la mitologia egizia e relative divinità. Uno dei tanti mockumentary che aggiunge davvero poco al genere, ma l’ambientazione è estremamente suggestiva ed è bello vedere con i sadici autori di questi film si divertono a chiudere queste pellicole sempre in modi variegati e mai banali.
20. Chronicle (2012)
Film a bassissimo budget girato da Josh Trank e scritto da Max Landis. Ad oggi considerato alla stregua di un piccolo cult che ha aiutato il lancio della carriera di attori quali Dane DeHaan e Michael B. Jordan. L’incipit è dei più semplici, con tre ragazzi adolescenti che trovano una misteriosa caverna con all’interno dei cristalli, da cui ottengono poteri, quali il volo o la telecinesi.
Tutto bello ed entusiasmante, con la reale consapevolezza di poter diventare dei veri supereroi, ma cosa succede se uno dei tre ragazzi ha dei seri problemi in famiglia che si ripercuotono direttamente sulla dimensione pubblica dello stesso ragazzo? Il dolore può offuscare la logica e la ragione, potenziando in modo vertiginoso questi poteri che possono essere usati anche per il male. Un film che alle domande, dona delle risposte violente e a tratti ragionevoli.
21. Apollo 18 (2011)
Sapete perché la NASA non ha più organizzato missioni per andare sulla Luna? Apollo 18 prova a dare una spiegazione a tale mistero, partendo proprio dalla realtà, dall’Apollo 18, quella che sarebbe dovuta essere una delle ultime missione spaziali dedite all’allunaggio e che mai hanno visto il via.
In realtà la missione vi è stata, è andata dritta all’obiettivo, ma i nastri recuperati dai relitti della navicella mostrano una realtà sinistra, con l’equipaggio che viene a contatto con un’entità aliena che semina morte e distruzione, con la NASA che cancella quanto successo, attribuendo la scomparsa dei poveri astronauti a una morte per test tecnici.
22. Joaquin Phoenix – Io sono qui! (2010)
Joaquin Phoenix ha deciso di abbandonare la recitazione, dedicandosi alla sua unica e nuova passione, ovvero diventare un artista importante della scena hip hop. Strano, ma vero. O almeno, per moltissimo tempo durante la realizzazione di questo folle progetto firmato da Phoenix e da Casey Affleck, la scelta di “cambiare aria” da parte dell’attore era stata presa seriamente da molti.
Con un look particolare, costruito su capelli lunghi, barba e occhiali da sole, alla fine della realizzazione di questo falso documentario, la natura del progetto era stata resa nota svelando il grande mistero che era stato alimentato dal fatto che Joaquin Phoenix per tutto il tempo della realizzazione dell’opera, era rimasto sempre nel personaggio, anche durante le apparizioni in pubblico.