In un’edizione che si prospetta essere tra le più prevedibili e telefonate degli ultimi anni, quella degli Oscar 2024 potrebbe tuttavia riservare alcuni momenti di sana suspense al momento dell’apertura della busta con il nome della vincitrice della miglior attrice protagonista. Sì perché a pochi giorni dalla cerimonia di premiazione dei 96° Academy Awards, a dividersi matematicamente i riconoscimenti femminili sono state rispettivamente l’intensa Lily Gladstone per Killers of the Flower Moon e la straordinaria Emma Stone in Povere Creature.
Se la prima ha ottenuto il Golden Globe come miglior attice drammatica e il prestigioso Screen Actors Guild Award, la seconda non si è fatta mancare Bafta, Critics’ Choice Award e Golden Globe Comedy/Musical come miglior attrice. Con un simile rimpallo di riconoscimenti e di indecisione, è lecito farsi la seguente domanda: chi vincerà l’Oscar come miglior attrice protagonista la prossima domenica 10 marzo?
Il caso Lily Gladstone: questione di Storia
Lily Gladstone ha già fatto la Storia del cinema. Grazie alla sua candidatura all’Oscar come miglior attrice protagonista per l’acclamato dramma di Martin Scorsese, l’interprete statunitense è divenuta la prima nativa americana a raggiungere tale obiettivo. Così come è stata la prima della sua etnia a ricevere un Golden Globe attoriale ed uno Screen Actors Guild Award di categoria, riconoscimenti di grandissimo peso assegnati dai suoi colleghi del vasto ed influente sindacato attori. Una doppietta, quella di Lily Gladstone con le statuette del Globe e del SAG, che sembra il veicolo perfetto per un coronamento ancora più grande: quello ormai atteso da tutti dell’Oscar come miglior interprete femminile in un ruolo da protagonista.
Nei panni sommessi ma intensissimi di Molly Burkhardt, Lily Gladstone accende le emozioni trattenute di Killers of the Flower Moon, adattamento del romanzo-inchiesta di David Grann Gli assassini della terra rossa sulla strage di nativi americani nella contea di Osage ai primi del Novecento. Un pagina di storia statunitense scioccante ed insanguinata sorretta sì da attori di serie A come Leonardo DiCaprio e Robert De Niro, ma impreziosita dagli sguardi e dagli occhi della Molly interpretata da Lily Gladstone. Molti diranno che la sua non è una performance “da protagonista” ma di supporto visto il minutaggio ridotto del suo personaggio all’interno del film, ma la scelta dell’attrice nativa e del team di Apple e Paramount di voler concorrere in Lead per la stagione dei premi è stata ampiamente ripagata da candidature e trofei storici.
Il caso Emma Stone: una performance coraggiosa
A darle del filo da torcere però c’è ancora Emma Stone. Che alla sua quarta candidatura all’Oscar di carriera e una statuetta già vinta nel 2017 per il fenomeno musical La La Land, punta ad un secondo trionfo femminile con l’applaudito Povere Creature!, sorprendente Leone d’Oro alla 80° Mostra del Cinema di Venezia. Grazie al ruolo di protagonista nel film di Yorgos Lanthimos, Emma Stone ha portato sul grande schermo quella che probabilmente al momento rimane la sua sfida professionale più complessa e coraggiosa; adattando (con le dovute modifiche e scelte artistiche) le pagine del romanzo omonimo di Alasdair Gray, Lanthimos dà letteralmente vita a Bella Baxter, donna britannica di fine Ottocento fatta risorgere dal controverso dottor Godwin Baxter (Willem Dafoe) grazie al potere dell’elettricità e del cervello del feto che il suo cadavere aveva ancora in grembo. Risvegliatasi a rinnovata vita, Bella dovrà imparare di tutto: a camminare, a parlare, a comportarsi, a conoscere il mondo, le sue bellezze e le sue insidie.
Per questo ruolo di straordinaria versatilità, Emma Stone ha ottenuto il Golden Globe Comedy/Musical, il Critics’ Choice Award e il prestigioso Bafta, trofeo assegnato ogni anno dall’Academy britannica. Un risultato pre-cerimonia degli Oscar che termina con un curioso pareggio sulla carta con quello di Lily Gladstone: per capire chi tra le due bravissime interpreti è numericamente avvantaggiata nella corsa agli Oscar 2024, c’è difatti da domandarsi quale tra le due statuette abbia più peso ed influenza: quella del SAG oppure dei Bafta? Ve lo proviamo a spiegare.
SAG vs Bafta: chi pesa di più?
I premi Oscar sono stabiliti da una membership di circa 10.000 professionisti del grande schermo da tutto il mondo: attori, registi, produttori, sceneggiatori, costumisti, scenografi e via discorrendo; sono quindi il maggior riconoscimento collettivo dell’industria hollywoodiana. Per questo motivo, al netto dei considerevoli risultati dei Golden Globe e dei Critics’ Choice Awards (entrambi assegnati da associazioni di sola critica di settore), i SAG e i Bafta sono il vero termometro della temperatura degli “addetti ai lavori”. Il Bafta è il premio assegnato dalla British Academy of Film and Television, mentre il SAG è il trofeo del sindacato attori SAG-AFTRA, che dal 2012 ha considerevolmente espanso la sua membership dopo l’annessione dell’American Federation of Television and Radio Artists.
In poche parole, al 2023 sono circa 160.000 i membri votanti del SAG (tra attori cinematografici, televisivi, stuntmen e professionisti della tv e della radio), mentre ai Bafta votano circa 2.500 professionisti internazionali negli ambiti del cinema, la tv e i videogame. Vincere un Bafta significa (almeno sulla carta) avere il favore di una platea di estimatori oltreoceano più smaccatamente british ed internazionale, ottenere un SAG è talvolta il risultato di un voto molto ampio e, passateci il termine, più americano e populista. E nella bilancia prettamente numerica, il peso maggiore lo hanno a questo punto gli Screen Actors Guild Awards. Eppure, per stabilire i vincitori degli Oscar, non votano solo gli attori come ai SAG, bensì tutti i rami, che siano truccatori, tecnici del suono, registi o direttori della fotografia, per intenderci.
l potere della narrazione migliore
Inoltre, per gettare ulteriore benzina sul fuoco, quest’anno Lily Gladstone non è nemmeno stata candidata dalla commissione dei Bafta preposta a stabilire le cinquine attoriali. Un segnale di debolezza che ci indica che, tutto sommato, Emma Stone dovrebbe essere avvantaggiata con i voti britannici ed internazionali? Non conosceremo la risposta fino all’apertura della fatidica busta il prossimo 10 marzo, eppure il trionfo della protagonista di Killers of the Flower Moon ai SAG ha tuttavia un peso molto grosso. Proprio perché spesso e volentieri populisti, i SAG avrebbero potuto tranquillamente incoronare la ben più “pop” Emma Stone nel ruolo della carriera, quando invece la narrative della prima attrice nativa americana ad ottenere importanti riconoscimenti a destra e a manca ha avuto la meglio.
E quindi, tornando alla domanda primordiale, chi vincerà l’Oscar 2024 come miglior attrice protagonista? I numeri e la narrativa giusti sono dalla parte di Lily Gladstone, ma il sostegno del voto internazionale e british e di molti dei rami “tecnici” dell’Academy (del resto, Povere Creature è fortemente competitivo nelle categorie della scenografia, i costumi ed il trucco) potrebbe incensare Emma Stone per una manciata di voti. Senza contare che Killers of the Flower Moon è arrivato agli Oscar con un paio di debolezze di partenza: non ha difatti ricevuto le candidature al miglior attore protagonista per Leonardo DiCaprio e alla sceneggiatura non originale.
Dubbi ed ipotesi che verranno finalmente sciolti nella notte tra domenica 10 e lunedì 11 marzo, quando la cerimonia di premiazione dei 96° Oscar verrà trasmessa in diretta in Italia, molto probabilmente su Rai 1 per la visione in chiaro (qui i primissimi dettagli), e su RaiPlay in streaming ed in contemporanea per tutti gli utenti italiani.
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