Era il 2021 quando, nei cinema italiani, esordiva come regista sul grande schermo la giovane attrice britannica Emerald Fennell con il film Promising Young Woman (Una donna promettente da noi). Vincitore del Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura Originale, il lungometraggio è un thriller dai toni della commedia nera, volutamente disturbante e consapevole di esserlo, sicuramente uno dei più sorprendenti degli ultimi anni. Visto il recente successo di Sultburn, cerchiamo di ricostruire il punto di vista di questa autrice emergente ma che sembra già aver convinto molti.
Promising Young Woman, il concetto di privilegio
Cassie Thomas (Carey Mulligan) è una normale ragazza di trent’anni, lavora in una piccola caffetteria e vive ancora con i genitori. Nonostante il suo presente sembra indicare l’opposto, Cassie è sempre stata una studentessa modello e promettente, in passato iscritta alla Facoltà di Medicina insieme alla sua cara amica Nina. Tutto cambia quando Nina viene violentata da un ragazzo della facoltà, Al Monroe (Chris Lowell), ma nessuno aiuta la ragazza, circostanza che porterà sia Nina che Cassie ad abbandonare gli studi. Trascorsi diversi anni dall’accaduto Nina, non reggendo le conseguenze dello stupro, si toglie la vita lasciando Cassie a pezzi ma determinata a vendicarsi del terribile fatto.
Promising Young Woman indaga una serie di circostanze comuni e già riprese in altri lungometraggi, ma da una prospettiva volutamente differente. Il tema principale è quello dello stupro e della violenza di genere, inseriti all’interno del concetto stesso di privilegio maschile che permane per l’intera pellicola, venendo prima presentato, successivamente decostruito e infine ricostruito sotto ad una luce completamente nuova. La chiave dell’intero film è contenuta già nella prima sequenza, colma di dettagli estremamente importanti, uno su tutti la frase che il personaggio di Adam Brody pronuncia dopo la visione di Cassie, ubriaca (anche se per finta), su un divanetto della discoteca: “Fuck Her’’.
Una frase che indica appartenenza, possesso di un corpo femminile estraneo e legittimità a farlo, e l’azione che segue è infatti l’applicazione di questi pensieri. Dopo essersi avvicinato e aver convinto Cassie a seguirlo a casa, l’uomo tenta di abusare la ragazza sessualmente ma Cassie si risveglia di colpo, lasciando intendere che la sua condizione era tutta una messa in scena per incastrare il ragazzo, e poi stacco. La camera improvvisamente cambia inquadratura e mostra Cassie, scalza, che torna a casa con macchie rosse bene in vista. Sangue? No, è solo il ripieno di quello che sta mangiando, ma non ci sono indizi su come l’incontro con il ragazzo si sia concluso. Cassie è tornata a possedere sé stessa.
Un ritratto della società odierna
Promising Young Woman analizza e studia con minuzia la condizione della donna all’interno della società moderna, ma lo fa soprattutto dalla prospettiva maschile, oltre che quella della sua protagonista. Le azioni che Cassie compie vanno a smascherare le fondamenta di una società fortemente radicata all’interno della cultura patriarcale; il fatto che gli uomini si sentano legittimati ad abusare di una donna che non è nel pieno possesso delle sue facoltà e la leggerezza con cui compiono questa azione, è fondamentalmente il motivo del perché i crimini legati alla sfera della violenza di genere non spaventino gli uomini perché sottovalutati dalle stesse autorità.
È il caso di Al Monroe, abusatore di Nina, che dopo l’orribile fatto non ne ha pagato le conseguenze, è andato avanti con la sua vita ed è prossimo al matrimonio. Tutte le azioni di vendetta che Cassie compie coinvolgono le persone implicate nel caso, e tramite esse è come se subissero una sorta di risveglio, tutte tranne Al. Il culmine arriva poi nella scena dell’addio al celibato di Al, teatro della vendetta finale di Cassie, pensata a tavolino per incastrarlo anche se Cassie già sa che ne varrà la sua vita. I colori accesi pervadono la scena, il che disturba ma consapevolmente, per sottolineare ancora una volta che questi crimini avvengono alla luce del sole.
La sottile linea rossa tra Promising Young Woman e Saltburn
Dopo questa prima fruttuosa esperienza, Emerald Fennell è tornata dietro alla macchina da presa per Saltburn, suo secondo lungometraggio distribuito su Prime Video nel dicembre 2023 e, attualmente, sulla bocca di tutti. Sebbene i due lungometraggi trattino di due tematiche tra loro agli antipodi, è innegabile riscontrare alcune similitudini. Tra queste troviamo la concezione del corpo e del possesso di quest’ultimo. Se in Promising Young Woman la protagonista possiede il suo corpo per la maggioranza del film, ma alla fine la situazione si ribalta, in Saltburn è il suo protagonista Oliver (Barry Keoghan), che va a possedere quello degli altri personaggi, determinandone addirittura il destino.
Anche in Saltburn è presente il tema del privilegio ma anziché essere collegato al genere è collegato ad una situazione economica. Il paragone più evidente si trova però nei due finali, inaspettati quanto assurdi ma estremamente consoni a quello che è il fulcro dei due protagonisti. È nel finale che la vendetta messa in atto da Cassie e quella messa in atto da Oliver trovano compimento, in modo differente, ma tramite lo stesso espediente: l’omicidio. Anche la musica fa la sua parte all’interno delle scene finali con Angel of the morning di Juice Newton per Promising Young Woman, e Murder on the dance floor di Sophie Ellis-Bextor per Saltburn. Emerald Fennell si dimostra essere una regista dalla visione e dalle caratteristiche ben delineate. Originale e quasi calcolatrice nelle scelte che mette in atto all’interno dei suoi lungometraggi, è sicuramente una delle cineaste più promettenti della Hollywood contemporanea.
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