Atomica bionda viene ricordato soprattutto per la dinamitarda scena di combattimento sulle scale che è stata “progettata” direttamente dal regista David Leitch sulla base del suo amore del celebre piano sequenza finale de I figli degli uomini di Alfonso Cuaron. Nel corso di un’intervista con GQ, il filmmaker di Atomica bionda ha confidato di aver sempre sognato la possibilità di realizzare una scena del genere – ovvero, lo ribadiamo, uno straordinario long take di 10 minuti (alla cui base, però, c’è più di un trucco).
David Leitch ha più volte raccontato di aver trovato in Charlize Theron l’attrice perfetta che potesse fisicamente sostenere il peso di un piano sequenza del genere. Ad aver contribuito alla riuscita del long take (simulato) concorre anche il fatto che Charlize Theron sia stata una ballerina professionista in gioventù. “Le coreografie dei combattimenti hanno molto più in comune con le coreografie di danza che con le arti marziali vere e proprie”, ha dichiarato David Leitch. “Nella coreografia si lavora con un partner. Si lavora sui tempi. Avere un background di danza è stato prezioso”. Naturalmente, riuscire a convincere Charlize Theron e gli stuntman a eseguire la coreografia era una cosa. Riuscire a fare tutto questo senza che nessuno si ferisse gravemente o, peggio ancora, mettesse fuori gioco la protagonista, è stata una sfida del tutto diversa.
Il regista ha anche spiegato quali possono essere i rischi nel girare una sequenza action del genere: “Ci si può fare male al collo. Magari hai a che fare con gli stuntman e ti ritrovi con dei lividi sull’avambraccio. Un pugno parte in modo troppo avventato e colpisce la macchina da presa. Manchi la ginocchiera e ti ritrovi con un gonfiore sul ginocchio. Anche quando sei al sicuro, otto ore di coreografia ti fanno credere di aver vissuto una guerra. È dura. È come giocare a hockey per otto ore”.
A causa dell’estenuante lavoro, David Leitch ha scelto strategicamente quando utilizzare la controfigura di Charlize Theron, Monique Ganderton. Prendiamo ad esempio il momento in cui Broughton viene gettata giù dalle scale all’inizio del combattimento. In realtà, è la Ganderton a fare la capriola, ma è Charlize Theron che viene lanciata contro il muro, quindi anche quando l’attrice aveva una controfigura, era proprio la star a continuare a subire colpi.
Lo scopo di David Leitch nella creazione della scena era quello di intrattenere gli spettatori con ottime sequenze action ma, allo stesso tempo, provare a portare avanti la trama del film. L’obiettivo, quindi, era consentire che ogni personaggio trovasse il proprio sviluppo nel corso dei dieci minuti in questione.
Il regista ha dichiarato a GQ che Charlize Theron ha imposto che tutta l’azione del film fosse “reale e avesse delle conseguenze”. Il regista ha proseguito: “Volevo mostrare un’azione consequenziale. Se combatti a lungo, ti stanchi. Se vieni colpito in faccia, ti viene un occhio nero. C’è del sangue in bocca. Il make-up per gli effetti speciali arrivava e avevamo tutto pronto. Aggiungevamo continuamente qualcosa man mano che procedevamo. Abbiamo girato il combattimento in continuità per far capire bene le conseguenze dei combattimenti sui personaggi”.
Per molti versi, l’intera scena d’azione delle scale è una battaglia di logoramento tra Broughton e i suoi aggressori. Mentre il suo personaggio combatte, subisce colpi che iniziano a deteriorare la sua capacità di difendersi e di attaccare. Ma lo stesso accade ai suoi assalitori, anche se in modo molto più rapido e fatale rispetto a Broughton. Il vantaggio di questa attenzione ai dettagli è un potente senso di realismo che accresce anche la posta in gioco. Non solo gli spettatori percepiscono ogni colpo che Broughton subisce, ma lo vedono anche: il sangue, i vetri, il modo in cui Charlize Theron lotta per mantenere l’equilibrio e la sua crescente fiducia in qualsiasi cosa su cui possa mettere le mani per usarla come arma. E mentre la disperazione di Theron e dei suoi aggressori cresce, l’ansia vi tiene incollati al bordo della poltrona.
L’ultimo pezzo del puzzle per David Leitch, dopo le coreografie e gli effetti speciali, è stato capire come montare e tagliare furbescamente la scena delle scale. Il suo piano prevedeva l’uso di tagli nascosti che avrebbero permesso di cucire insieme le scene, creando l’illusione di una ripresa continua. Fortunatamente il regista ha avuto a disposizione la stessa talentuosa montatrice che ha lavorato con lui in John Wick e nel suo ultimo film Bullet Train, Elísabet Ronaldsdóttir.
Non pensiate, però, che questo trucco abbia in qualche modo reso più facile l’intero processo. Il regista ha spiegato: “Si trattava di usare molti trucchi della vecchia scuola – panoramiche, salti mortali, incroci di corpi – che ci permettevano editorialmente di avere delle pause, di scegliere tra le riprese, ma in modo che non sembrasse mai che avessimo tagliato. I pezzi che abbiamo messo insieme, però, erano molto lunghi, alcuni anche di due minuti”.
Questa sequenza in questione, per cui sono stati utilizzati quattro giorni di riprese, è un esempio perfetto di quanto il montaggio possa influenzare il modo in cui viviamo una scena, specialmente una cinetica e dinamica come la lotta sulle scale di Atomica bionda.