Le nomination ai David di Donatello 2024 sono state finalmente rivelate dall’Accademia del Cinema Italiano, l’organizzazine di spettacolo fomata da migliaia di professionisti del settore che ogni anno stabiliscono candidature e statuette assegnate al meglio della settima arte nostrana. Edizione, la sessantanovesima, dominata dal film-fenomeno di Paola Cortellesi, C’è ancora domani; candidato a ben 19 premi (un record per la storia del riconoscimento italiano), il film d’esordio registico dell’attrice e sceneggiatrice romana che ha incassato oltre 35 milioni di euro parte già come favorito della vigilia.
Ma se C’è ancora domani ha letteralmente cannibalizzato l’attenzione di quest’annata cinematografica, non sono da meno i suoi diretti contendenti alla statuetta più importante, quella per il miglior film italiano. A vedersela contro la super-Cortellesi altri quattro lungometraggi di qualità altissima: Io Capitano di Matteo Garrone, Rapito di Marco Bellocchio, Il sol dell’avvenire di Nanni Moretti e La Chimera di Alice Rohrwacher. Segnale di un’annata cinematografica, quella del 2023, particolarmente proficua per l’industria italiana. Ma è tutto oro quello che luccica?
Lo strano caso dei registi esordienti
C’è ancora domani ha ottenuto ben 19 nomination ai 69° David di Donatello (qui la lista completa delle candidature). Un record assoluto nella storia del premio eguagliato solamente da Il capitale umano di Paolo Virzì, che nel 2014 ottenne lo stesso numero di candidature, ed in ogni caso l’esordio alla regia più candidato di sempre in Italia. Eppure, C’è ancora domani avrebbe potuto tranquillamente arrivare a 20 (!) menzioni, perché manca quella alla miglior regia. Come è possibile? Una svista dell’Accademia del Cinema Italiano oppure c’è una ragione dietro all’esclusione di Paola Cortellesi dietro la macchina da presa?
La verità è che l’Accademia del Cinema Italiano ha delle regole più stringenti rispetto a quelle dell’Academy americana. Difatti, una delle postille afferma che un regista esordiente al suo primo lungometraggio non può competere né essere candidato nella cinquina della miglior regia (e difatti, la Cortellesi è presente solamente nella categoria dei film d’esordio), unica barriera che ha fermato l’avanzata C’è ancora domani verso quella elusiva candidatura extra che l’avrebbe reso pellicola cinematografica di produzione italiana più nominata nella storia dei David di Donatello. Ma del resto, dopo il successo inaspettato e strepitoso del film al box-office nostrano, c’era da aspettarsi una performance così corposa all’interno delle cinquine di questa edizione.
La cinquina perfetta?
E se proprio dobbiamo parlare di cinquine, è lecito soffermarsi su quella principale dedicata al miglior film dell’anno. Oltre all’uragano Cortellesi, la categoria più importante è impreziosita da altri quattro lungometraggi di straordinario impatto artistico e produttivo per l’industria nostrana: Io Capitano di Matteo Garrone (vincitore del Leone d’Argento a Venezia e candidato all’Oscar come miglior film internazionale), La Chimera di Alice Rohrwacher, Rapito di Marco Bellocchio e Il sol dell’avvenire di Nanni Moretti. Ognuno con contenuti, ambizioni e linguaggi unici e differenti, emblemi di un’annata particolarmente proficua per lo stato di salute del cinema italiano più recente.
Forse, a memoria a breve termine, una delle cinquine più agguerite e vivaci nella storia dei David di Donatello, tanto che la probabile vittoria di C’è ancora domani potrebbe ingiustamente eclissare il valore intrinseco degli altri contender nella categoria più prestigiosa del premio. Che forse, nell’edizione numero 69 del riconoscimento cinematografico, potrebbe spezzare l’incantesimo di Rai Cinema: difatti, l’esordio da record di Paola Cortellesi è una co-produzione firmata da Wildside e Vision Distribution. In barba ad un numero di candidature cumulativo per la Rai pari a 73 menzioni, un’enormità anche quest’anno nonostante tutto.
Cannes, Venezia e…Roma
Ed anche questanno, come da tradizione, molti dei film più candidati in assoluto al David di Donatello sono stati presentati in anteprima mondiale in alcuni dei festival più prestigiosi del mondo: se Marco Bellocchio, Nanni Moretti e Alice Rohrwacher hanno calcato la Croisette del 76° Festival di Cannes, l’ultima e premiatissima fatica di Matteo Garrone non solo ha vinto il Leone alla regia a Venezia 80, ma il percorso di Io Capitano ha portato il regista romano ad ottenere insperate candidature al Golden Globe e all’Oscar come miglior film non in lingua inglese dell’anno. Ma, ancora una volta, la grande eccezione che conferma la regola rimane Paola Cortellesi con il suo unicum cinematografico C’è ancora domani.
Il film-fenomeno del 2023 è stato difatti opera d’esordio presentata in anteprima italiana (ed in apertura) alla 18° edizione della Festa del Cinema di Roma. Una primissima volta per la lineup di titoli che da sempre ha caratterizzato la kermesse del festival capitolino, che stavolta si trova in pole position privilegiata per il David più prestigioso, in barba alle scelte dei “cugini” più blasonati quali Cannes e Venezia. Ma non è tutto oro quello che luccica, anche se ai 69° David di Donatello i titoli in gara appartengono (chi più, chi meno) a visioni per grande schermo di enorme pregio artistico e produttivo. C’è difatti chi, nel bel mezzo dell’entusiasmo per C’è ancora domani (i suoi interpreti candidatissimi e forse troppo nelle rispettive categorie) è stato dolorosamente snobbato.
Gli snobbati
In primis alcuni degli straordinari interpreti di Rapito di Marco Bellocchio, che avrebbero meritato maggiore cura ed attenzione; dove sono difatti le candidature per gli intensi Fausto Russo Alesi, Leonardo Maltese e Paolo Pierobon? E forse, a discapito delle tante candidature ottenute da Comandante di Edoardo De Angelis, l’inossidabile e trasformista Pierfrancesco Favino avrebbe meritato altro trattamento per l’inedita partecipazione a L’ultima notte di Amore; il film di Andrea Di Stefano riceve menzioni importanti (regia ed attrice protagonista a Linda Caridi prima di tutto), ma non quelle al miglior film e al suo interprete maschile. Che pure fa parte di un cast corale ed affiatatissimo in Adagio, crime movie “alla romana” diretto da Stefano Sollima candidato in pochissime categorie, tra cui quella al miglior attore protagonista ad Adriano Giannini; eppure gli altrettanto incisivi Toni Servillo e Valerio Mastandrea avrebbero meritatamente trovato posto assieme ai loro colleghi.
La cerimonia di premiazione dei 69° Davidi di Donatello si terrà venerdì 3 maggio in prima serata su Rai Uno; uno show di premiazione condotto in tandem da Carlo Conti ed Alessia Marcuzzi, in collaborazione con Fabrizio Biggio, che alleggerirà la serata di consegna dei più importanti trofei del cinema italiano con la sua verve comica. A presto con i nostri pronostici su chi potrebbe portare a casa i David di Donatello 2024 nelle categorie più importanti ed attese.
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