Autore: Danilo Monti

Classe 1995, siciliano e affamato. Laureato in Storia dell'arte e studioso di arte contemporanea e cultura visuale, da bambino resta sconvolto dalla visione di Tarzan e decide che non metterà più piede in una sala cinematografica. Fortunatamente con il tempo cambierà idea, innamorandosi della Hong Kong di Wong Kar-wai, dell'esistenzialismo di Woody Allen e dell'ossessione per il corpo di David Cronenberg. Dal 2017 collabora attivamente con varie testate, scrivendo di cinema e tv.

eXistenZ, di David Cronenberg

Allo scadere del Novecento, con particolare attenzione al periodo tra 1997 e 1999 – atto conclusivo del millennio, che avviava verso il nuovo – parte di ciò che il cinema riusciva ad intercettare (non solo in Occidente, basti pensare alle conseguenze socioculturali dell’handover ad Hong Kong) era il velato malessere di un’epoca di transizione, solo all’apparenza serena e stabile. Anni di tumulti interiori, di smarrimento prodotto da un contesto storico effervescente e, forse, non ancora pronto a cambiare. David Cronenberg, per raccogliere il massimo da quel clima, rievocherà il glorioso passato, chiamato Videodrome, rielaborandolo e adattandolo per i nuovi tempi.…

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I sette samurai, di Akira Kurosawa

Si può dire che il 1951 segni per la storia del cinema giapponese una una seconda data di nascita. A seguito del Trattato di San Francisco, opere e cineasti nipponici trovarono ampia distribuzione fuori dall’arcipelago d’origine e l’Occidente scoprì un’arte che fino ad allora era rimasta pressoché ignota. Fin da subito, il messaggero, tedoforo di quella cinematografia, parve Akira Kurosawa; specie dopo l’edizione del Festival di Venezia di quello stesso anno, nella quale vinse il Leone di San Marco (l’allora Leone d’oro) con Rashomon. La storia era cambiata e da lì a poco gli anni Cinquanta furono colpiti dalla mania…

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Lupin III - Il castello di Cagliostro

Quello di “film minore” è un concetto complesso. Spesso considerato come titolo non al livello del resto della filmografia di un determinato autore, esso andrebbe visto invece, più razionalmente, come film produttivamente più piccolo, sul quale gravano meno aspettative e poco considerato dal dibattito pubblico sul regista in questione. Può quindi essere il caso di Lupin III – Il castello di Cagliostro, esordio alla regia di un lungometraggio di Hayao Miyazaki. In occasione del successo della sua ultima opera, Il ragazzo e l’airone (in corsa fino all’ultimo giorno agli Oscar 2024), e soprattutto del suo ritorno in sala per il…

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Doppia Pelle, di Quentin Dupieux

Ne è passato di tempo da quel 2001, non l’Odissea nello spazio di Kubrick ma l’anno in cui venne alla luce Nonfilm. E da quell’esordio in sordina, un po’ un divertissement goliardico, non è cambiato molto. O forse è cambiato tutto. Può dirlo solo lui, a patto che sappia, e voglia, davvero spiegarlo il suo cinema. Quentin Dupieux – noto anche, soprattutto in ambito musicale, con lo pseudonimo di Mr. Oizo – è, ad oggi, tra gli autori più originali della sua generazione, capace di far divertire e mettere in crisi, testare lo spettatore e giocare con esso fino prendersene…

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Elordi Saltburn

All’apparenza si potrebbe parlare di un 2023 estremamente positivo per la sale cinematografiche italiane. Ma indagando un po’ più a fondo la situazione è cambiata solo in parte. Perché se è vero che parte del pubblico è stato nuovamente attratto dal grande schermo, va comunque evidenziato come la spinta sia arrivata da fenomeni commerciali facilmente pronosticabili (Barbie o Oppenheimer), titoli indirizzati ad un pubblico piuttosto ampio (Super Mario Bros., Wonka o Napoleon, per citarne solo alcuni) o vere e proprie eccezioni, casi inaspettati (C’è ancora domani) che hanno goduto di un prolifico e rinvigorente passaparola. A conti fatti, però, buona…

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Drive my Car, di Ryusuke Hamaguchi

Forse nessuno come Ryūsuke Hamaguchi, almeno al giorno d’oggi, sintetizza al meglio quello che è stato ed è, attualmente, il cinema giapponese. È probabilmente l’unico in grado di mantenere, con coerenza, i piedi saldi nella tradizione cinematografica nipponica ma allo stesso tempo di non limitare il suo sguardo e di portarlo sempre dove molti altri non arrivano. Il cinema tutto, non solo il Sol Levante, aveva e ha bisogno di un autore così, allineato al passato ma con uno sguardo all’uomo e alla donna moderna, ai loro sentimenti e al modo in cui il destino e gli eventi ne condizionano…

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Nicolas Cage

Da una parte la Marvel e l’eroe Luke Cage, dall’altra la musica sperimentale e un compositore come John Cage. Queste le due figure alle quali Nicolas Kim Coppola ha guardato scegliendo quello che sarebbe diventato il nome con il quale è diventato noto alle masse, Nicolas Cage. Arte bassa e popolare quindi, il fumetto, associata alla musica più di nicchia e all’avanguardia. Un mix che già di per sé può facilmente essere il riflesso di un’intera carriera e di un personaggio. Uno status sociale che è merito (o colpa, a seconda dei punti di vista) della seconda parte della sua…

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