Montesacro – noto anche come Monte Sacro – è uno dei quartieri della periferia nord di Roma, a metà strada tra un quartiere popolare e un quartiere borghese: ed è in questa realtà che è cresciuto Edoardo Leo, attore nato il 21 aprile e diventato, negli anni, un punto di riferimento per il cinema italiano, tanto per l’ambito delle commedie quanto per i film più drammatici o più apertamente sperimentali. Il suo debutto avviene sul piccolo schermo nel 1995 nel film per la tv La luna rubata, mentre in ambito cinematografico si dovrà attendere il 1997 quando Edoardo Leo entra nel cast di La classe non è acqua. Oggi Edoardo Leo è uno degli attori più conosciuti del panorama italiano, un volto riconoscibile anche da chi non è un cinefilo o un appassionato di serie tv. In occasione del compleanno dell’attore, allora, abbiamo deciso di fare un breve excursus sulle tappe fondamentali della sua carriera.
Da I ragazzi del muretto a Un medico in famiglia
Dal momento che oggi va molto di moda dividere il pubblico in fasce anagrafiche, si può dire che Edoardo Leo è un attore molto amato dai millennials, da coloro cioè che negli anni Novanta erano grandi abbastanza da poter vedere e ricordare I ragazzi del muretto, la serie cult degli anni Novanta trasmessa dalla Rai e che era incentrata su un gruppo di amici e liceali che, ogni giorno, dovevano affrontare le sfide legate alla loro età tanto delicata. Ed è proprio in questa serie ambientata a piazza Mancini, a Roma, che Edoardo Leo torna per il suo secondo ruolo in ambito televisivo. La sua è poco più di un’apparizione, un cameo, interpretando il cugino di uno dei protagonisti, ma quell’episodio (il quattordicesimo della terza stagione) veicolava alcuni temi alquanto importanti che lo hanno reso in qualche modo memorabile.
Negli anni successivi Edoardo Leo ha continuato a lavorare in ambito televisivo, alternando anche ruoli cinematografici. La vera notorietà, però, arriva nel 2003 quando accetta di interpretare Marcello nella fiction di successo Un medico in famiglia. Spartendo il set con la new entry Pietro Sermonti, Edoardo Leo vestiva i panni di un uomo un po’ timido e sfortunato, innamorato di una donna che sulla carta risultava irraggiungibile. E proprio questo carattere un po’ romantico, un po’ timido e decisamente comico ha fatto sì che il pubblico si affezionasse a Marcello e, di conseguenza, all’attore che lo interpretava. Fino al 2004, Leo è rimasto sul set della serie con Lino Banfi: con la fama, poi, sono arrivate numerose occasioni. In ambito televisivo ha lavorato nella serie cult Romanzo Criminale, mentre ha cominciato a lavorare sempre più spesso al cinema, in commedie come Nessuno mi può giudicare, La mossa del pinguino o Tutta Colpa di Freud.
Dal 2012 mette in pausa la sua carriera sul piccolo schermo e si concentra principalmente sul cinema. Dopo aver ottenuto anche una parte nel film di Woody Allen, To Rome With Love, nel 2014 arriva il primo capitolo di Smetto quando voglio, trilogia imperdibile di Sydney Sibilia, e nel 2016 Edoardo Leo è tra i protagonisti di Perfetti Sconosciuti, la pellicola campione di incassi di Paolo Genovese che ha registrato anche una sorta di record per il numero di remake. Al piccolo schermo, invece, tornerà prima nel 2019 con Ognuno è perfetto e poi nel 2024 con Il clandestino.
I film di Edoardo Leo da non perdere
Come si diceva qualche riga più su, la carriera di Edoardo Leo è una carriera variegata: non solo perché include cinema, televisione e teatro, ma anche perché la sua filmografia non si limita a un solo genere. Edoardo Leo, cioè, non è un attore che, trovata la sua confort zone, si è proverbialmente messo comodo sugli allori. Anzi. L’attore non si è mai tirato indietro davanti a una nuova sfida. Questo fa sì che consigliare i film da non perdere significa tracciare anche un percorso creativo che non è affatto banale. Al di là della trilogia di Smetto quando voglio e di Perfetti Sconosciuti, che sono stati citati nel paragrafo precedente, quali sono i film che val la pena vedere per comprendere il talento di Edoardo Leo?
Uno di quelli imprescindibili è sicuramente Diciotto anni dopo, pellicola che segna il debutto alla regia per Edoardo Leo, che si accaparra anche le nomination ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento. La storia è quella di due fratelli che, dopo essere rimasti coinvolti entrambi nell’incidente che causò la morte della madre, tagliano i punti l’uno con l’altro. Uno vive a Londra, dove è un uomo di successo. L’altro è rimasto a Roma e riesce a malapena a rimanere a galla. Quando la tragedia li colpisce entrambi, i due sono costretti a reincontrarsi e, insieme, a rivivere il loro passato, quello che diciotto anni prima gli aveva tolto la madre. Diciotto anni dopo è un esempio perfetto di quella miscela di sentimenti che Edoardo Leo porta sempre nel suo cinema, dove commedia e tragedia sono facce di una stessa medaglia. Con Lasciarsi un giorno a Roma, invece, Edoardo Leo affronta il tema della crisi di coppia, che era già stata al centro di Perfetti Sconosciuti.
Tra gli altri film che valgono senza dubbio una visione c’è Mia, film del 2023 diretto da Ivano de Matteo, in cui Edoardo Leo veste i panni di un padre arrabbiato che viene mosso dal desiderio di vendetta nei confronti del ragazzo che ha umiliato sua figlia, stuprandola e rendendola vittima di revenge porn. Mia è proprio un esempio perfetto di quello che si diceva in apertura: Edoardo Leo non ha mai paura di gettarsi in progetti che non somigliano a niente di quello che ha già fatto. E in questo senso l’esempio più chiarificatore può essere War – La guerra desiderata, pellicola del 2022 di Gianni Zanasi che mette insieme la distopia e il grottesco, il surreale con il realismo magico, creando un’opera che forse non piacerà a tutti ma che affascina proprio per l’aver voluto sperimentare in un’industria, come quella del cinema italiano, dove non si ha più il coraggio di rischiare.
La fama dell’uomo comune
La filmografia di Edoardo Leo è davvero piena di pellicole che, in un modo o nell’altro, hanno saputo miscelare la voglia di far ridere con il desiderio di aprire la porta a numerosi spunti di riflessione. Ma anche a film che, in modo del tutto onesto, non volevano ottenere altro che intrattenere chiunque decidesse di pagare un biglietto. E forse è proprio in questo genere di “onestà” che si deve ricercare il motivo del successo di Edoardo Leo o, meglio, il motivo per cui tanti spettatori vedono con maggior piacevolezza un film in cui è protagonista.
Edoardo Leo è senza dubbio un uomo e un professionista di successo, ma la sua più grande dote è stata quella di riuscire a rimanere un “uomo comune”: anche i film di cui diventa regista e/o protagonista raccontano sempre persone normali, con le quali è facile immedesimarsi: persone con un lavoro precario, persone che non sanno ancora cosa fare della loro vita, personaggi che sono alle prese con una relazione o con le paure legate a delle relazioni di coppia. In qualche modo Edoardo Leo è diventato l’emblema dell’uomo comune, di noi tutti, senza mai sforzarsi di essere qualcosa di diverso: non un eroe sopra le righe, non un personaggio a cui piace fare la vittima o mercificare se stesso. Per usare un motto che molto spesso si grida dagli spalti di uno stadio calcistico, Edoardo Leo è uno di noi. E per questo il pubblico è felice di vedere i suoi film, perché avrà sempre la sensazione di poter rivedere un vecchio amico.
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