Dragon Ball è un’opera che ha rivoluzionato il mondo degli anime. Lo diciamo così, in apertura, come una di quelle verità incontrovertibili e inattaccabili che resistono a qualsiasi colpo. Dragon Ball ha ispirato alcuni dei grandi capolavori che continuiamo a vedere: One Piece deve moltissimo a Dragon Ball, così come anche il fenomeno del momento Jujutsu Kaisen. Dragon Ball ha creato un terreno d’incontro per moltissimi appassionati sparsi nel globo e ha ispirato una generazione intera di mangaka e, anche, content creator. L’epopea di Son Goku e dei suoi amici, scritta per mano del talentuosissimo e compianto Akira Toriyama ha lasciato molto a chiunque abbia scelto di seguire queste avventure piene d’azione. Ogni viaggio è stato unico e irripetibile per ogni spettatore, eppure alcune lezioni di Dragon Ball sono condivise da tutti noi che lo abbiamo guardato, che lo abbiamo amato e con cui, forse, siamo cresciuti. Per questo abbiamo cercato di tirare un po’ le somme di questo “lascito emotivo”, cercando di comprendere in cosa Dragon Ball ci abbia aiutato a diventare persone migliori.
Ci ha fatto sentire meno soli
C’è stato un tempo, neanche troppo lontano, in cui leggere manga e vedere anime non era considerato nemmeno lontanamente cool come è considerato oggi. Al contrario. Seguire gli anime, andare in fumetteria ogni settimana per comprare il nuovo albo di un manga o di un fumento, erano considerati atti da “sfigati”, passatempi per persone con quella proverbiale sindrome di Peter Pan, in cui l’immaginazione e la capacità di tuffarsi in altri mondi non era un vanto, ma un segno di debolezza.
Poi, però, è arrivato Dragon Ball. Grazie al successo internazionale ottenuto da Akira Toriyama, che è stato in grado non solo di superare i propri confini nazionali, ma di diventare un vero e proprio fenomeno di massa, di colpo abbiamo avuto un argomento di cui parlare con tutti. Anche coloro che non erano né otaku né abituati a vedere anime giapponesi o a seguire la periodicità di un albo a fumetti, di colpo seguivano la storia di questo ragazzino simpatico alla ricerca delle sette sfere del drago. Goku, Bulma e i personaggi di Dragon Ball hanno aperto le porte a conversazioni condivise, a esperienze condivise. Si entrava in classe parlando della nuova avventura, del nuovo scontro, del nuovo personaggio. Come tutte le grandi storie che sono in grado di superare la prova del tempo, anche Dragon Ball ha avuto il merito di unire, di creare un’immaginario condiviso e di rendere persino più comprensibile perché tante persone amassero così tanto determinati prodotti.
Ci ha insegnato la lealtà
Nonostante sia una storia incentrata molto sull’azione – ed è praticamente indubbio il peso che l’opera di Toriyama ha avuto sul genere battle shonen -, Dragon Ballè un’opera che condivide molti aspetti con il genere fantastico, ma anche con la struttura narrativa della fiaba. Ha sempre una morale, una sua bussola emotiva e narrativa che veicola valori importanti e positivi: il principale dei quali è la lealtà.
Seguendo le avventure di Dragon Ball assistiamo alla costruzione di una lealtà profondissima, che trova massima espressione nel sentimento d’amicizia che rappresenta le fondamenta dei rapporti interpersonali tra i personaggi. Se ci pensiamo, in effetti, tutta la storia racconta le avventure e la crescita di un gruppo di personaggi che decide di rimanere insieme, per tutta la vita. Dragon Ball, di fatto, parla (anche) della cosiddetta found family. I protagonisti – o almeno la maggior parte – non sono uniti da legami di sangue. È l’amicizia che li tiene insieme, quel tipo di amicizia che poi diventa la famiglia che ci scegliamo, quella che abbiamo accanto in ogni momento della nostra vita, nei momenti belli come in quelli brutti. Dragon Ball ci ha insegnato sin da subito che i veri legami non sono quelli che ci vengono imposti dalla società, ma quelli che scegliamo. Anche contro ogni aspettativa. E questo ci porta diretti al punto successivo.
Ci ha insegnato a guardare oltre le apparenze
I legami che si instaurano in Dragon Ball sono ancora più profondi perché a volte includono anche personaggi che nascono come nemici. E questo è un altro grande insegnamento che dobbiamo all’opera di Akira Toriyama: l’importanza delle seconde possibilità. In Dragon Ball è sempre presente il concetto di redenzione e di perdono. Goku è un personaggio estremamente positivo sin dall’inizio: ingenuo e sempre sorridente, ha il cuore buono che di solito compete agli eroi classici, quelli privi di quella zona grigia che oggi va per la maggiore. E in un mondo dominato da un personaggio come Goku è inconcepibile il non dare una seconda possibilità ai nemici che si ricredono, che compiono un percorso di redenzione o che, semplicemente, si rendono conto che il loro odio era insensato.
Proprio per questa capacità di guardare oltre le apparenze e annullare i capricci dell’orgoglio, Dragon Ball ci ha anche regalato forse il primo, vero enemies-to-lovers che i Millennials hanno conosciuto: quello tra Vegeta e Bulma. Vegeta, principe Sayan che torna sulla Terra per annientare Goku, finisce col diventare parte di quella found family di cui parlavamo e ne diventa una delle colonne, anche grazie al suo rapporto con Bulma. Una ship, quella tra questi due personaggi, che dimostra senza dubbio quanto Toriyama fosse bravo anche a giocare col suo pubblico, a spingerlo ad avere aspettative per poi virare bruscamente: l’episodio in cui Trunks arriva dal futuro svelando la sua identità rimane uno degli episodi più divertenti e, insieme, sorprendenti del mondo degli anime.
Ci ha fatto credere nei nostri desideri
Walt Disney diceva che “Se puoi sognarlo, puoi farlo.” Dragon Ball ci ha insegnato che se mettiamo insieme le sette sfere del drago, allora abbiamo la possibilità di esaudire i nostri desideri. Un modo come un altro – e questo ci riporta al discorso su come Dragon Ball risponda anche ad alcuni rimandi allo schema di Propp – per sottolineare l’importanza dell’impegno, del continuare a perseverare nel raggiungimento del proprio obiettivo, anche a costo di dover attraversare il mondo e sfidare qualcosa che sembra fuori dalla nostra portata. Per vie traverse, ma fatte di puro intrattenimento, Dragon Ball ci ha dunque invitato non solo a credere nei nostri sogni, ma anche a combattere per questi. E, soprattutto, ci ha sempre ricordato che i sogni non devono essere necessariamente dei pensieri fissi e immutabili. Ci ha insegnato che i desideri possono essere diversi dopo ogni ricerca e ogni sfida. E che non c’è niente di sbagliato in questo. In altre parole, dunque, Dragon Ball ci ha insegnato ad essere sognatori migliori, ad essere sognatori liberi.
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