Scritto e disegnato tra il 2010 e il 2012 e uscito originariamente in bianco e nero, Metamorphosis torna ora in una nuova veste completamente a colori, che riesce a dare maggior risalto alla graphic novel di Giacomo Bevilacqua, edita da BAO Publishing. Opera incentrata sul cambiamento e la trasformazione, su cosa significhi accettarsi e accettare gli altri, Metamorphosis rappresenta anche il primo tassello della carriera di Giacomo Bevilacqua come graphic novelist, il primo capitolo di quello che l’autore stesso definisce il suo “Keisonverse”, vale a dire l’universo che contiene tutte le sue opere, eccezion fatta per A Panda piace.
Ambientato a Roma con i colori di Elia Mange Bisogno e Savuland, Metamorphosis è un’opera davvero di ampio respiro, che sorprende per le numerose svolte narrative che riescono a rendere l’intera storia molto attuale, sebbene a dieci anni di distanza dalla sua prima serializzazione. Nella recensione di Metamorphosis, allora, andiamo ad analizzare quali sono gli elementi che rendono questa graphic novel un vero gioiello da non lasciarsi sfuggire.
Metamorphosis
Genere: Fantasy
Pagine: 306
Editore: BAO Publishing
Autore: Giacomo Bevilacqua
La trama di Metamorphosis
Luna è una ragazza apparentemente come le altre, ma dietro la sua vita comune nasconde un segreto. Ogni volta che chiude gli occhi e si addormenta finisce in una sorta di universo parallelo, abitato da creature che derivano direttamente dalla mitologia greca, come Aracne e Narciso. I suoi sogni non sono solo sogni, ma un’effettiva realtà Altra, che sembra creare una crepa nella psicologia della ragazza che, a ogni risveglio, è costretta a seguire pedissequamente cinque regole (più una bonus) che le permettono di continuare a vivere senza impazzire.
Il suo equilibro già instabile e fuori dall’ordinario viene ulteriormente scosso quando una persona a lei vicina viene brutalmente uccisa, richiamando un’altra figura della mitologia greca. Con un terribile passato che grava alle sue spalle, un serial killer che sembra interessato solo a distruggerlo, e un ex fidanzato commissario che indaga sul caso, Luna dovrà trovare un modo per rimettere in ordine il passato per ridare un senso al suo presente.
I tre atti di una tragedia
Come nella miglior tradizione legata alla narrativa ellenica, Giacomo Bevilacqua sceglie saggiamente di dividere la sua opera in tre atti, che sembrano richiamare da vicino la struttura della tragedia classica. La prima parte, intitolata Lei, ha il compito di introdurre il personaggio di Luna, le sue particolarità e tutti i personaggi che le gravitano intorno. In questo senso questa prima parte è molto simile alla rhèsis classica, a quel monologo che serve a introdurre la storia, svelando al pubblico gli elementi principali del racconto. Allo stesso modo l’autore elargisce indizi sulla costruzione della sua protagonista con una certa parsimonia, al punto che il lettore è quasi costretto a proseguire la lettura, troppo interessato a comprendere i misteri che si celano dietro la vita di Luna. In questo senso è interessante sottolineare anche la scelta di un ritmo che, volendo usare un proverbio usurato, funziona esattamente come un Diesel. Nonostante gli eventi traumatici appaiano già a poche pagine dall’inizio, all’inizio a chi legge non è permesso comprendere molto. I dati sono lì, a disposizione, ma sono nascosti da una narrativa intelligente, che gioca molto con le aspettative e la curiosità.
Si arriva così alla seconda parte dell’opera, intitolata Lui, in cui viene presentato il villain della storia. Questa è forse la parte più debole di Metamorphosis. Giacomo Bevilacqua non risparmia al suo pubblico né scene molto cruente, né un sinistro sarcasmo che riesce comunque ad irretire. In questa seconda parte, dove anche il tratto sembra farsi più sbrigativo, il personaggio principale è l’antagonista e anche se alcune tessere del puzzle cominciano ad andare al loro posto, si avverte tantissimo la sensazione di voler correre verso la terza e ultima parte, Loro, che è un vero e proprio spettacolo per gli occhi.
Gli Avengers di Trastevere
Se, nelle prime due parti, Giacomo Bevilacqua sembrava voler dedicarsi a un thriller psicologico con tratti onirici, in un racconto che aveva qualcosa di poetico e straziante, la terza parte si apre quasi interamente all’azione e senza dubbio farà la gioia dei moltissimi fan tra quelli che ancora non si sono stancati dei prodotti di casa Marvel.
Ecco allora che Metamorphosis, coi suoi elementi ereditati dal noir, dal giallo e a tratti anche dall’horror, si fa forte anche di una componente supereroistica che non ha tanto il pretesto di riflettere sulla figura dell’eroe, che in qualche modo sembra ormai andare verso una sua fase discendente, quanto su come il potere sia un valore distruttivo e di come l’ambizione, molto spesso, non è un bisogno di crescere, ma un veleno che irriga una mente già di per sé oscura, cannibale, pronta a divorare qualsiasi cosa e qualunque persona si trovi sul suo cammino. L’opera si sofferma quindi a ragionare su quel concetto di sacrificio e Bene Superiore che non sembrano essere veri valori a cui agognare, ma belle parole dietro cui si nasconde un desiderio narcisistico ed egoistico, che rischia di distruggere ogni cosa.
Un tratto coerente con la storia
Giacomo Bevilacqua è anche molto bravo a far sì che storia e disegni coesistano in modo coerente. Il tratto quasi affilato dei personaggi e i colori caldi di una città ignara del marcio che la abita, diventa quasi nervoso nelle scene più d’azione, come a voler sottolineare ancora una volta quanto il potere sia un “bene” che sfugge, impossibile da afferrare, che si sposta troppo velocemente per creare qualcosa di stabile. Proprio per quanto riguarda il discorso “disegni” una menzione va fatta anche alla collaborazione di Bevilacqua con Sonia Aloi, disegnatrice che si è occupata delle sequenze in cui appare Luna da bambina. Anche in questo caso il tratto va di pari passo con il disegno: proprio perché la Luna bambina rappresenta un lato infantile e puro della storia, il tratto con cui viene realizzata è quasi cartoonesco, quasi un omaggio all’animazione di fine anni Ottanta.
In Metamorphosis, dunque, tutto sembra confluire nella costruzione di un universo che trabocca poesia e ironia in egual misura, che riesce a calibrare bene l’azione e i momenti più intimi, riflettendo in modo intelligente su tematiche che lo rendono un’opera molto attuale.
La recensione in breve
Con Metamorphosis, Giacomo Bevilacqua scrive una graphic novel attuale, che racconta una storia dove mitologia, corruzione e violenza si muovono di pari passo, attraverso un tratto che si sposa con la sceneggiatura. Sorprendente e toccante, la nuova versione a colori di Metamorphos, edito BAO Publishing, è un piccolo gioiello che ha la sola pecca di rallentare un po' troppo nella seconda parte
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Voto ScreenWorld