20 settembre 2022. Non vogliamo dire che d’ora in poi sarà una data storica per i fan del genere teen drama, ma poco ci manca. Questo perché per la prima volta su una piattaforma in Italia arriva il cofanetto completo (9 stagioni, 187 episodi) di One Tree Hill, una delle serie che hanno fatto la storia del genere, uno dei più amati e apprezzati nonostante la sua produzione tribolata. Abbiamo allora pensato di raccontarvi – o ricordarvi, se lo avete già visto – 5 motivi per (ri)vedere One Tree Hill su Prime Video.
1. La storia di due fratelli
La storia di One Tree Hill è quella di due fratelli, anzi fratellastri, che non potrebbero essere più diversi ma scopriranno di avere più di quanto pensano in comune. Da un lato il ragazzo popolare e un po’ strafottente Nathan Scott (James Lafferty), cresciuto all’ombra del padre-padrone Dan (Paul Johansson), star del basket incompiuta che proietta tutte le proprie speranze sul talento del figlio. Dall’altro Lucas Scott (Chad Michael Murray), taciturno e introverso, adolescente col pallino della scrittura ma che se la cava anche a basket, cresciuto dalla madre single Karen (Moira Kelly). I mondi dei due ragazzi nemici giurati collidono e questo coinvolge anche i loro amici e compagni di scuola, generando un ribaltamento degli eventi tanto fra i giovani protagonisti quanto tra gli adulti. Il campetto da basket in cui vanno a giocare diventa così teatro di sfoghi e rivelazioni, tanto quanto l’ambiente scolastico, per un teen drama che ha fatto del pathos narrativo uno dei propri cavalli di battaglia.
2. Brooke Davis
Il personaggio che più di tutti è rimasto nel cuore dei fan di One Tree Hill, anche perché l’ha attraversato dall’inizio alla fine, è sicuramente quello di Brooke Davis, magnificamente interpretata per nove stagioni da Sophia Bush. Un percorso, quello del suo personaggio, che si riscatta dall’essere la cheerleader un po’ sciocca amica della protagonista (Peyton). Brooke dimostrerà intelligenza, determinazione, empatia e sarà il simbolo di un vero e proprio romanzo di formazione femminile. Una giovane donna che cerca il proprio posto nel mondo e nel proprio cuore, e troverà entrambi, con grandi sorprese e soddisfazioni da parte della sua interprete, che a quel ruolo deve tutto e poi è andata avanti per la propria strada.
3. La curatissima colonna sonora
La musica ha rivestito un ruolo chiave in One Tree Hill, fin dagli esordi, per volere del suo creatore Mark Schwann che trasportò questo soprattutto nel personaggio di Peyton Sawyer (Hilarie Burton era una VJ di MTV prima di entrare nella serie di The WB) e in quella di Haley (grazie alla bravura dell’attrice Bethany Joy Lenz nel canto). Da appassionata di musica, la stanza di Peyton era piena di dischi in vinile, un elemento che avvicinava il suo personaggio a quello di Lucas, e la colonna sonora dello show è accuratamente scelta di puntata in puntata. Fin dai titoli di testa e dal sodalizio con il cantante Gavin DeGraw, di cui venne utilizzata “I Don’t Want to Be”, il cui testo rappresentava perfettamente i protagonisti dello show. La canzone fu poi rimossa a partire dalla quinta stagione per i costi sui diritti d’autore. DeGraw però mostrò in anteprima nel serial la sua “Chariot” e il locale con serate open mic che ad un certo punto viene aperto fu lo spazio per l’esibizione praticamente settimanale di artisti, tra cui nientemeno che Sheryl Crow. A grande richiesta dei fan la sigla venne ripristinata nell’ottava stagione, e in ogni episodio ci fu un ri-arrangiamento diverso da parte di un’artista. Tra questi la stessa Kate Voegele, lanciata dallo show insieme a Tyler Hilton (interprete di Chris Keller). Voegele interpretò Mia Catalano e regalò una delle più belle cover di “Hallelujah” di Jeff Buckley, canzone che aveva caratterizzato un altro teen drama della concorrenza, The O.C.
4. L’episodio della sparatoria
One Tree Hill ha avuto la capacità – come altri dell’epoca d’oro del genere – di affrontare tematiche estremamente delicate (e in certi casi tabù) per l’epoca, come l’amore, l’amicizia, la rivalità, il tradimento, il perdono, la redenzione, e soprattutto lo sport e la sua filosofia. Quello che più è rimasto impresso e ha fatto la storia della tv è però l’episodio di One Tree Hill dedicato alla sparatoria scolastica (Bisogno di aiuto, 3×16), di tremenda attualità negli Stati Uniti, che portò anche grosse conseguenze per i protagonisti. La puntata venne lodata per scrittura e messa in scena, e per la delicatezza con cui trattò l’argomento spinoso. D’altronde “narrare” è un parola chiave per il serial: a raccontare la storia nel corso delle nove stagioni c’è infatti sempre un narratore interno agli eventi, che spesso usa citazioni letterarie. All’inizio lo stesso Lucas, poi Dan, poi Haley e infine Nathan.
5. Salto temporale
One Tree Hill è durata ben nove stagioni e ha subìto alcuni importanti abbandoni del cast che hanno necessariamente influenzato le varie storyline. Questo teen drama ha così attraversato molto più che nove anni, grazie a un salto temporale importante, inserito nel mezzo, che voleva evitare il “college factor”, ovvero il problema che si presenta spesso nelle serie con protagonisti adolescenti quando devono partire per l’università e a quel punto le storyline finiscono per spezzettarsi. Un’intuizione di Schwann che permise anche agli attori di cimentarsi con protagonisti più vicini alla propria età: viene spesso criticato ai teen drama il fatto di scritturare attori trentenni per interpretare degli adolescenti. Il serial ha affrontato anche un cambio di rete: arrivato alla terza stagione, fu tra quei pochi show che sopravvissero alla chiusura di The WB, andando avanti per ben altri sei anni sul neonato canale The CW nato dalla fusione con UPN. Sopravvissero anche Smallville, Settimo Cielo, Supernatural, che faranno a loro volta la storia di The CW. La serie si è conclusa oltreoceano il 4 aprile di ben 10 anni fa. Siete pronti a (ri)tuffarvi nella visione?