Skate Story è la metafora di un sogno irraggiungibile, fatto di sofferenza e la costante ricerca di un oggetto che non dovrebbe appartenerci. Nello specifico, il gioco sviluppato da Sam Eng è letteralmente il tentativo di raggiungere la luna, da parte di un’anima tormentata che ha come unico mezzo il suo skateboard.

La ricerca della luna

Skate Story, skater vicino alla luna
Skate Story, skater vicino alla luna – ©Sam Eng

Puntare alla luna, per definizione, equivale al porci un obiettivo totalmente fuori dalla nostra portata, impossibile da raggiungere. Skate Story fa leva proprio su questa metafora per gettarci in un’avventura composta da un misto di trick e velocità. Il demone protagonista dell’opera di Sam Eng non vuole soltanto raggiungere la luna, ma divorarla. Per farlo, dobbiamo stipulare un patto con il diavolo, il quale darà alla nostra anima la consistenza del vetro e ci consegnerà uno skate che potremo utilizzare per il nostro viaggio.

Durante l’avventura, vedremo più volte il nostro sogno sgretolarsi in mille cocci di vetro sparpagliati lungo il tragitto, ma torneremo sempre indietro, raccogliendo e incollando quei frammenti per riprovare nuovamente. Nonostante la fragilità dell’anima, pronta a sgretolarsi contro ogni ostacolo, il nostro demone potrà essere libero soltanto dopo che avrà raggiunto e divorato le sette lune che compongono i diversi piani di quello che viene chiamato “Underworld”. 

La ricerca di questo senso di completezza, in Skate Story, è espressa in modo eccellente e ci porta a conoscere diversi personaggi che popolano gli strati di questo regno infernale, anime dannate che, come noi, stanno lottando per uscire da questo senso di vuoto o che si sono ormai arrese a un’eterna sofferenza. Alcune riusciremo ad aiutarle, mentre altre potremo soltanto limitarci a osservarle mentre scendono sempre più nell’abisso e incrociano più volte la nostra strada.

Libertà

Lo skater in Skate Story
Lo skater in Skate Story – ©Sam Eng

In Skate Story, la libertà non è soltanto la fuga da un patto che vincola l’anima del nostro demone. Come chi pratica lo skateboarding sa bene, la libertà è soprattutto quello che viene fuori dall’interazione tra uomo e tavola. Non conta soltanto arrivare da un punto A a un punto B, quanto piuttosto il “momentum” o il “flow” che una serie di trick ben eseguiti sa darci. È molto più importante sentirsi liberi di esprimere il proprio estro, affrontando gli ostacoli secondo il nostro stile, piuttosto che il semplice superare quello stesso ostacolo.

Allo stesso modo, nel gioco di Sam Eng non conta soltanto sfrecciare sulla tavola attraverso vari portali e raggiungere la fine. Ci godremo il nostro viaggio infastidendo le severe anime demoniache che controllano l’ordine di questo regno e faremo di tutto per stupirle. Tra bossfight a suon di varial e grind, sfide a tempo e occhi da spalancare, il nostro passaggio tra i nove livelli dell’Underworld non potrà certamente passare inosservato. 

Come un qualsiasi neofita di questo sport, anche il nostro demone di vetro imparerà prima le basi come un ollie o uno shove-it prima di comprendere trick più elaborati come i nollie, i varial o i grind. Nel farlo, però, le nostre possibilità di esprimerci cresceranno a livello esponenziale, consentendoci di concatenare combo che daranno migliaia di punti e potranno assestare duri colpi a tutti quelli che proveranno ad arrestare la nostra marcia.

Il feeling della tavola

Skate Story: trick finale in una boss fight
Skate Story: trick finale in una boss fight – ©Sam Eng

In Skate Story, tutta questa ricerca di sogno e libertà sono incorniciate da un bellissimo feeling con la tavola e con gli ambienti che esploreremo. Lo schiocco secco della coda del nostro skate che picchia sull’asfalto prima di sollevarsi in un ollie, piuttosto che lo sfregare delle ruote sul cemento mentre ci lanciamo a velocità folli in percorsi strettissimi, sanno restituire quasi la percezione di essere su quella tavola in prima persona, con il vento che ci sferza il volto.

Oltre a personalizzare la tavola con i classici deck, ruote e truck intercambiabili, Skate Story ci permette di rendere l’esperienza più nostra anche lasciandoci regolare la rigidità delle ruote nelle impostazioni. Ruote più rigide, infatti, comporteranno meno flessibilità in curva, ma permetteranno di essere più stabili nei trick, mentre delle ruote non troppo strette ci consentiranno di cambiare direzione in modo più agile, anche se con meno stabilità. 

Fine del viaggio

Sequenza di gioco in Skate Story
Sequenza di gioco in Skate Story – ©Sam Eng

I dieci capitoli che compongono Skate Story sono un’ottima esperienza videoludica, che si porta dietro un ottimo messaggio di fondo: non bisogna mai rinunciare ai propri sogni, anche se per raggiungerli dovremo devastare nove piani del regno dei morti. A questo insegnamento fanno da contorno un’ottima gestione dei comandi, un feeling eccellente con la tavola e una colonna sonora di tutto rispetto. Purtroppo, però, il gioco di Sam Eng si perde nel finale, afflitto da qualche bug che siamo certi verrà risolto dopo la full release del titolo e da una conclusione eccessivamente criptica che penalizza leggermente l’eccellente lavoro svolto nei primi otto capitoli. 

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Laureato in Cinema e Media, giocatore dalla nascita e appassionato di qualsiasi cosa racconti una storia coinvolgente. Ha iniziato a scrivere di videogiochi nel 2021, collaborando con diversi siti come Tom's Hardware. Nel 2025 arriva sulle pagine virtuali di Screenworld, per continuare a condividere la sua passione con chiunque voglia dedicare del tempo nella lettura dei suoi contenuti.