Prima di addentrarci nella recensione di Doctor Strange nel Multiverso della Follia è d’uopo riflettere su quello che può scaturire dalle eccessive attese dei fan, fenomeno che abbiamo visto soprattutto con la trilogia sequel di Star Wars, ma anche con alcuni titoli della Casa delle Idee. Basti pensare a WandaVision, la cui showrunner è stata ricoperta di insulti per la presunta “omissione” di Mephisto (per non parlare del colpo di scena legato a Pietro Maximoff), o ai trailer di Spider-Man: No Way Home, con commenti su commenti che lamentavano l’assenza di Tobey Maguire e Andrew Garfield nel marketing.
Ecco, con il secondo film dedicato a Stephen Strange rischiamo reazioni simili, perché sulla sola base del titolo c’è chi ha cominciato a immaginare apparizioni speciali a non finire (una delle proposte più gettonate era un Iron Man alternativo interpretato da Tom Cruise), dimenticando tre aspetti cruciali. Il primo: fino a prova contraria questo dovrebbe ancora essere un film di Doctor Strange e non una sfilata di camei. Il secondo: chi ha già visto il Multiverso in azione in Loki e What If…? poteva immaginare che aspettarsi chissà cosa fosse fuori luogo. Il terzo: No Way Home, la sedicente eccezione che conferma la regola, era finanziato dalla Sony, che ha interessi un po’ diversi da quelli dei Marvel Studios (vedi alla voce Morbius). Pertanto, per chi ancora rientrasse nella categoria di fan che abbiamo descritto, un’avvertenza dantesca: lasciate ogne speranza, voi ch’intrate (in sala).
Doctor Strange nel Multiverso della Follia
Genere: Fantasy
Durata: 127 minuti
Uscita: 4 maggio 2022 (Cinema)
Cast: Benedict Cumberbatch, Elizabeth Olsen, Xochitl Gomez
Nuovi eventi strani
Doctor Strange nel Multiverso della Follia inizia qualche mese dopo gli eventi di No Way Home, con Stephen Strange (Benedict Cumberbatch) che cerca di tornare alla routine quotidiana. Per distrarsi accetta persino di presenziare al matrimonio della sua ex, Christine (Rachel McAdams). Ma la calma è provvisoria, perché durante le nozze, nel centro di New York, si manifesta una creatura proveniente da un’altra dimensione. Tale creatura inseguiva America Chavez (Xochitl Gomez), una ragazza che ha il potere di viaggiare tra universi, capacità che potrebbe essere devastante nelle mani sbagliate. Wong (Benedict Wong), divenuto Stregone Supremo, la porta a Kamar-Taj per proteggerla, mentre Strange si rivolge a Wanda Maximoff (Elizabeth Olsen), in cerca di redenzione dopo aver schiavizzato un’intera città qualche tempo addietro.
Ma non è detto che la magia sia sufficiente per affrontare i pericoli provenienti da altri universi, considerando che America ha fatto la conoscenza di altre versioni di Strange, alcune delle quali uccise sul campo. E rimane l’incognita di Wanda, provata dalla vicenda di Westview e mentalmente instabile da quando ha scoperto di essere più potente del previsto.
Raimi, Sam Raimi
Il film ha avuto una lavorazione travagliata, e non solo a causa della pandemia: inizialmente era previsto che alla regia ci fosse nuovamente Scott Derrickson, autore del primo capitolo. Questi ha però dato forfait in seguito a divergenze creative, e al suo posto è stato reclutato Sam Raimi. Un cineasta che mancava all’appello – sul grande schermo – da nove anni, e che precedentemente ha rivoluzionato il genere supereroistico con il suo Spider-Man, contenente la formula per l’origin story che ancora oggi è la norma per questi personaggi. Solo che lì ha creato un (piccolo) universo da zero, mentre qui deve rientrare nelle logiche produttive dei Marvel Studios, facendo sì che il tutto funzioni nel contesto del franchise più ampio e non solo come avventura a sé. Un compito assicurato soprattutto dalla scelta di Michael Waldron come sceneggiatore, curatore della prima stagione di Loki dove avviene l’apertura del Multiverso (ma non c’è bisogno di aver visto quegli episodi per capire cosa stia accadendo).
Ma esauriti gli obblighi editoriali (incluso il solito mid-credits che allude a eventi futuri), rimane un’avventura che fin dalla prima sequenza trasuda l’energia di Raimi, che si diverte a stravolgere aspettative (vedi il post-credits, forse il migliore in tutta la storia del Marvel Cinematic Universe) e iniettare nel franchise la sua prima seria dose di horror, per quanto compatibile con i dettami di un intrattenimento adatto anche al pubblico giovane. Tra zombie e oggetti di scena che possono richiamare il passato del regista (e un uso beffardo e filologico di uno dei suoi marchi di fabbrica), è evidente il nobile e per lo più riuscito tentativo di unire l’autoriale all’industriale, con un film che è un sequel coerente delle storie che lo precedono ma anche riconoscibilmente il ritorno all’ovile dell’uomo che vent’anni or sono ha cambiato per sempre il modo di concepire il supereroe al cinema.
Strange, l’eroe dei molteplici mondi
In questo viaggio psichedelico, che espande il linguaggio visivo introdotto a suo tempo da Derrickson, la costante è lui, Stephen Strange, l’eroe riluttante non ancora del tutto abituato a un mondo (anzi, più di uno) molto più grande di lui. Una figura arrogante a cui Benedict Cumberbatch ha sempre dato la giusta vulnerabilità, mostrandoci sfumature che in questa sede lui può esibire con diverse varianti, applicando in live-action quanto già fatto con la sola voce in alcuni episodi di What If…? (ma i vari Strange che appaiono nel film sono tutti nuovi di zecca). Dalla serie animata proviene la rielaborazione del nucleo emotivo legato al Multiverso: siamo felici? E se non in questo mondo, cosa ci impedisce di esserlo in un altro? E come nella serie, non mancano i momenti in cui chi crede di poter violare le leggi della natura impara a pagarne il prezzo. Uno di questi regala una sequenza che riconosce e al contempo sovverte i sogni dei fan. Con al centro di tutto sempre Strange, uguale in tutti gli universi ma a suo modo unico, come il franchise di cui fa parte.
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Conclusioni
Come abbiamo raccontato nella nostra recensione di Doctor Strange nel Multiverso della Follia, il film vede il ritorno di Sam Raimi, regista perfettamente a suo agio in quest'avventura psichedelica, spaventosa e molto divertente, con multipli strepitosi Benedict Cumberbatch.
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Voto ScreenWorld