Con buona pace di Asimov e del suo rinascimento robotico, l’intento dello scrittore americano di cancellare la visione del robot come nemico dell’uomo, annullando la Sindrome di Frankenstein, non è stato pienamente realizzato. All’interno della narrativa sci-fi, tanto cinematografica quanto in altri media, l’evoluzione delle intelligenze artificiali si è manifestata all’interno di una rivoluzione che le ha rese sempre più partecipi e non solo nello stereotipato ruolo di villain.

Tanto da divenire, specie in anni recenti, un perfetto strumento con cui solleticare la nostra curiosità. Da videogiochi come Detroit a film come Mother, non dimenticando la dimensione letteraria, che ha visto una particolare interpretazione del tema con Murderbot, serie antologica di Martha Wells, che si appresta ora a diventare una serie TV per Apple TV+.

Murderbot, da antologia a serie TV

Murderbot

L’interesse del servizio streaming Apple per Murderbot rientra all’interno dell’accurata selezione con cui viene premiata una fantascienza complessa all’interno dell’offerta di Apple TV+. Da Silo a Foundations, una selezione di storie che consentano di analizzare con piglio preciso temi rilevanti, affidandosi alla tradizionale funzione analitica della letteratura d’anticipazione.

Motivo che ha reso il ciclo di Martha Wells una scelta quasi scontata. Murderbot si inserisce prepotentemente nella narrativa che vede protagoniste le intelligenze artificiali, non come antagonista stile HAL 9000, ma come entità che prendono coscienza, sviluppando una propria sfera identitaria. Una concezione che ha spinto la Wells a concepire per la sua saga una protagonista che interpreti al meglio queste tematiche, lasciandone emergere una profonda umanità.

Al centro di Murderbot c’è una SecUnit, intelligenza artificiale specializzata in interventi militari. Durante una missione, quando la situazione sembra fuori controllo in seguito a un malfunzionamento proprio della SecUnit, l’IA rischia di perdere le proprie memorie come sicurezza. Tuttavia, prima che l’operazione venga effettuata, l’unità decide di hackerarsi da sola, per preservare la propria identità.

la SecUnit è divenuta senziente e libera. Come direbbe un suo celebre antenato, ‘Io non ho fili eppur sto in piè’, condizione totalmente nuova per questa IA che le consente di comportarsi come individuo, senza obblighi verso nessuno. Per la Wells questa diventa l’occasione per coinvolgerci nel viaggio della SecUnit alla scoperta delle interazioni umane, assistendo ad un divertente apprendimento delle norme sociali che sembra rispecchiare una versione meno poetica del percorso di crescita di un bambino.

Cogito, ergo sum

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Murderbot – © AppleTV+

A guidarci in questa progressiva affermazione di sé, è la stessa SecUnict, che condivide con il lettore le proprie sensazioni, le proprie avventure. Nonostante sia una macchina, la sua liberazione dalla programmazione la rende sorprendentemente umana.

Dotata di un senso dell’umorismo unico e a tratti inquietante, la SecUnit si trova a dover interagire con gli umani che ha sempre servito in una nuova dimensione personale. Ubbidire agli ordini ora è una scelta, ma la società futura in cui vive non contempla le intelligenze artificiali libere, salvo rare eccezioni, e questa sua particolarità deve essere gelosamente custodita. Un segreto che, inizialmente, viene conservato facilmente dalla SecUnit, che non nutre particolare stima per gli organici e preferisce isolarsi per seguire le sue serie preferite.

Martha Wells umanizza alla perfezione la sua protagonista, evidenziando passioni e difetti. Nonostante si consideri distante dagli umani, la SecUnit mostra un forte arco emotivo, che si sviluppa nel corso del suo viaggio attraverso la galassia.

Nella società futura di Murderbot, dominata da grandi conglomerati economici tipici del cyberpunk, gli interessi delle élite influenzano profondamente la vita dei meno potenti. La protagonista sperimenta questa dinamica personalmente, poiché la sua stessa condizione nasce proprio da questa pratica sociale.

IA in cerca di verità

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Murderbot – © AppleTV+

In Murderbot – I Diari della Macchina Assassina, le esperienze della SecUnit sono parte di un più ampio racconto sulla sua ricerca della verità riguardo alla strage in cui è coinvolta. Il viaggio attraverso la galassia, tra stazioni di scambio e siti minerari, le permette di ricostruire la propria storia e di confrontarsi con umani e altre AI, sviluppando una personalità. Martha Wells rende questa evoluzione attraverso la narrazione diretta, lasciando emergere l’individualità della SecUnit, che, superando la sua reticenza, inizia a mostrare la propria umanità come un modo per comunicare con gli altri.

Se nel primo racconto del volume edito da Mondadori, Allarme Rosso, si ha la sensazione che la narrazione sia improntata ad un eccessivo dinamismo, già dall’incipit del secondo capitolo, Condizione Artificiale, appare chiaro come la Wells abbia piena consapevolezza della sua creatura, utilizzandola anche per darci un punto di vista privilegiato di un universo fantascientifico ben caratterizzato. D’altronde parliamo di un’autrice con all’attivo storie ambientate in universi noti come Stargate e Star Wars, e con in bacheca alcuni tra i più prestigiosi riconoscimenti della letteratura fantascientifica.

Verità sintetica

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Murderbot – © AppleTV+

La caratterizzazione di Murderbot e dell’universo in cui si muove è impeccabile, rendendo il libro un’appassionante lettura fantascientifica. Nei suoi temi, emergono questioni morali come l’interazione uomo-macchina, la sessualità non binaria e la ricerca del sé, che sono diventate rilevanti nella fantascienza moderna. Martha Wells tratta queste tematiche con equilibrio, mescolando ironia, disperazione e ansia, creando un racconto rispettoso e coinvolgente.

Murderbot – I Diari della Macchina Assassina è un volume coinvolgente che racconta l’evoluzione di una creatura in cerca delle proprie origini per costruire il proprio futuro. Nonostante alcuni momenti di calo, i racconti di Martha Wells sono un esempio di buona fantascienza, capaci di creare un universo futuro promettente. E, infatti, la SecUnit non ha ancora finito di seguire la sua serie preferita.

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Classe '81, da sempre appassionato di pop culture, con particolare passione per il mondo dei comics e la fantascienza. Dal 2015 condivide queste sue passioni collaborando con diverse testate, online e cartacee. Entra nella squadra di ScreenWorld come responsabile dell'area editoria con una precisa idea: raccontare il mondo del fumetto da una nuova prospettiva