Come si forgia il carattere di un eroe? Il mondo dei fumetti ci ha dato miriadi di risposte, ma sono rare le occasioni che abbiamo avuto di veder crescere realmente un eroe. Solitamente, siamo guidati in una parentesi dell’esistenza dei protagonisti, prendendo per assodate certe verità, raccontate magari tramite provvidenziali flashback. E se per una volta ci venisse invece concesso di assistere in prima persona ai momenti salienti della formazione di un individuo?
Questa intrigante possibilità si è fatta realtà in casa Bonelli, dove si è scelto di dare risposta a questo interrogativo, dando vita alla cronaca della vita di Ian Aranill. O Dragonero, se preferite. Non paghi di raccontarci il presente dello scout erondariano, i suoi creatori, Stefano Vietti e Luca Enoch, hanno portato i lettori a scoprire il passato di Ian, toccando anche un capitolo particolarmente formativo: il suo passato mercenario.
Passaggio fondamentale per la sua crescita, tanto da guadagnarsi persino una propria collana: Dragonero Senzanima.
Il passato di un eroe

Oggi siamo abituati a percepire Dragonero come un’articolata saga a fumetti, capace di svilupparsi non solo in diverse collane, ma anche in ambito multimediale. Pur riconoscendo l’invidiabile solidità dell’Erondar come ambientazione, vero e proprio personaggio ‘giocante’ dell’epica di Dragonero, è innegabile che il fulcro di questa saga sia Ian Aranill.
Sin dalle prime storie, Ian è stato il nostro punto di vista privilegiato all’interno dell’Erondar. Tramite i suoi viaggi abbiamo conosciuto i popoli di questa terra fantastica, abbiamo vissuto grandi avventure e abbiamo imparato ad ammirare la sua indole. Eppure, Vietti ed Enoch lasciavano scivolare solamente qualche dettaglio del suo passato, sufficienti a dare solidità alla sua personalità e più che rivelatori di un passato assai avventuroso.
Un’attenta costruzione che si è protratta allo sino al primo grande evento dragoneriano, la Guerra delle Regine Nere. Snodo narrativo ideale per presentare ai lettori due capitoli del passato di Ian Arannill, la sua prima adolescenza (Dragonero Adventures) e il complesso passaggio all’età adulta, presentato in Dragonero Senzanima. Mentre le Adventures tradivano il loro concept di racconto young adult, con Senzanima si scelse di dare vita a un racconto caratterizzato da una grammatica più ruvida, tanto nell’impianto visivo quanto sul piano puramente narrativo.
Non a caso questa parentesi della vita di Ian viene racchiusa all’interno della collana Audace, formato bonelliano figlio della rivoluzione moderna della casa editrice. Volumi alla francese, per foliazione e dimensioni, i titoli Audace, come Nero, consentono di approcciarsi alle storie con temi lontani dalla tradizione bonelliana, consentendosi anche linguaggi più adulti e ruvidi.
Forgiato dalla guerra

L’esordio di Guerra, primo volume di Dragonero Senzanima, è stato una rivelazione esplosiva. Dimenticati i toni della serie mensile, questo Ian ribelle e avventuroso si fece subito portatore di una diversa visione della vita dell’Erondar. Abituati a corti e avventure comunque calate in un contesto sociale tranquillo, vedersi catapultati nel bel mezzo di una campagna militare, al seguito di una compagnia mercenaria, diventa un radicale e vivido cambio di punto di vista.
Enoch e Vietti non desideravano conservare la stessa essenza emotiva di Dragonero, ma proprio perché intenzionati a presentare un Ian immaturo e lontano dall’eroe consapevole cui siamo abituati, ricercano un diverso linguaggio. L’obiettivo era creare un concetto di eredità più che di continuità, con una progressiva caratterizzazione della vita del protagonista della saga, permettendo richiami nella serie principale e l’introduzione di nuovi personaggi.
Una visione che viene catturata perfettamente dal ricordo con cui la voce di Ian ci introduce ai diversi capitoli di Dragonero Senzanima:
Nei due anni precedenti il giorno della mia salvezza, perché così mi piace ricordarlo, prima che la mano di mio nonno Herion mi strappasse da quell’inferno, vissi una delle più incredibili avventure che a un ragazzo di campagna possa mai capitare di vivere
Il ragazzo che divenne eroe

Il tono di Dragonero Senzanima indica un cambiamento nel carattere di Ian, che, pur mantenendo elementi della sua infanzia agiata, ha subito una trasformazione a causa della brutalità della guerra. Vietti ed Enoch esplorano come Ian venga spinto al limite della sua umanità, affrontando momenti di estrema crudeltà sia come osservatore che come protagonista nella campagna contro Merovia.
Gli autori meritano riconoscimento per la loro coerenza nell’universo di Dragonero e per aver arricchito la storia del protagonista, mostrando la sua crescita personale e una comprensione più profonda dell’Erondar e delle sue dinamiche espansionistiche.
Dragonero Senzanima offre una nuova prospettiva dell’Erondar, distinta dalla narrazione vivace e dall’approfondimento emotivo precedentemente abituali. Enoch e Vietti mettono in evidenza la brutalità della guerra, esplorando le sue conseguenze non solo sul giovane Ian, ma anche sui suoi compagni d’armi e sulle popolazioni coinvolte nel conflitto con Merovia.Il tono scuro e violento si manifesta non solo nelle spettacolari e sanguinose immagini delle tavole, ma anche nel linguaggio utilizzato, crudo e cinico come ci si potrebbe attendere da una compagnia di ventura.
A differenza di altre opere italiane come La Compagnia della Forca, dove l’umorismo grottesco mitiga le difficoltà della vita mercenaria, Dragonero Senzanima integra la durezza della realtà come elemento centrale della narrazione. Questo approccio spinge il giovane Ian ai limiti emotivi, creando una costante tensione che, salvo brevi momenti di sollievo, offre una visione cinica e implacabile della lunga e faticosa campagna militare.
La nascita di Dragonero

Dragonero Senzanima è caratterizzato da un’attenta elaborazione di ogni aspetto per evidenziare la sua natura distintiva. Il tono narrativo e l’integrazione di elementi di dark fantasy sono gestiti con maestria, accompagnati dall’uso ispirato della colorazione di Paolo Francescutto e dalla creazione di un nuovo carattere tipografico dedicato esclusivamente alla serie.
Senzanima rappresenta il momento fondamentale per la presa di coscienza di Ian. La sua ribellione verso le regole familiari e il volersi opporre a un desino già scritto diventano non solo il telaio narrativo di Senzanima, ma anche il momento cruciale per la presa di coscienza di un ragazzo che si avvicina all’età adulta.
La sua carriera mercenaria non viene ritratta solo nel suo aspetto bellico, ma si concede parentesi in cui Ian scopre l’amore, l’amicizia o il tradimento. Nel fuoco della battaglia, il futuro Dragonero entra in contatto con quello stesso Erondar che in futuro servirà come soldato prima ed eroe poi.