Il fantasy a fumetti in Italia non ha sempre avuto vita facile, soprattutto all’interno del ricco parterre dei personaggi di Sergio Bonelli Editore. All’interno di serie cult dell’editore non sono mancate suggestione fantasy, ma l’idea di lanciare una serie mensile fantasy rappresenta uno dei momenti centrali nel rinnovamento bonelliano avviatosi all’inizio del nuovo millennio.

Quando nel 2007, all’interno della collana dei Romanzi a Fumetti, fa la sua apparizione Ian Aranill, il fascino dell’Erondar non tarda a farsi sentire. La creatura di Luca Enoch e Stefano Vietti, infatti, sembra andare a colmare un vuoto all’interno dell’offerta fumettistica del periodo, tanto che in Bonelli, dopo un’attesa di sei anni, Ian Aranill diventa protagonista della prima serie fantasy bonelliana: Dragonero.

Un mondo di eroi

Ian e Gmor
Ian e Gmor – © Sergio Bonelli Editore

A colpire i lettori sin dalla prima apparizione di Ian è la sensazione che dietro questo corposo racconto a fumetti sia stato curato maniacalmente il word building. Impressione confermata all’uscita della serie, che si impone subito come un mondo particolarmente ricco, in cui il protagonista e i suoi compagni si muovono come parte integrante di una società viva e mutevole.

Alcune storie di Dragonero sono concepite per far comprendere le istituzioni dell’Impero, mentre altre enfatizzano figure chiave della corte imperiale, integrando questi dettagli in modo fluido nella narrazione. Ogni storia mostra un’accurata attenzione ai dettagli e una pianificazione meticolosa, arricchendo così il mondo di Dragonero, che accompagna silenziosamente ogni avventura di Ian.

Vietti e Enoch eccellono nella creazione di una varietà di popolazioni che compongono il mosaico dell’Erondar. Durante i suoi viaggi, Ian si confronta con diverse mentalità e culture, scoprendo le loro peculiarità insieme ai lettori. Questa esplorazione offre una continua scoperta, invitando entrambi a confrontarsi con usanze e tradizioni diverse, spesso in contrasto con le norme dell’Impero. Ian mostra sempre rispetto e, per quanto possibile, protezione verso queste culture.

Riscrivere i dogmi del fantasy

Dragonero e Alben
Dragonero e Alben – © Sergio Bonelli Editore

Nell’universo di Dragonero, uno dei principali contrasti sociali, particolarmente in ambito politico, è il conflitto tra magia e scienza. In questo mondo fantasy, la magia è un elemento fondamentale, mentre la scienza raramente gioca un ruolo di primo piano nella vita dei protagonisti.

Nell’Erondar, la magia è riservata ai Lurensidi, un’assemblea di maghi maschi che supportano il trono. La loro pratica si fonda su incantesimi e misteri, custodita con attenzione e incarnata nella figura di Alben, uno dei più esperti Lurensidi, che guida Ian. Fin dalle prime fasi della trama, la magia creata da Vietti ed Enoch non è invadente, ma si manifesta in modo misterioso e talvolta imprevedibile nella vita dei protagonisti.

La tecnologia è invece il regno dei Tecnocrati, scienziati e inventori che rifiutano la magia e si dedicano alla scoperta di nuove armi e dispositivi per migliorare la vita dei cittadini dell’Impero. Pur condividendo una radice comune con la Confraternita degli Incanti, Tecnocrati e Lurensidi incarnano due anime distinte dell’Impero: i Lurensidi rappresentano il potere tradizionale, mentre i Tecnocrati simboleggiano il progresso e la volontà di superare i limiti della superstizione.

Entrambe queste scuole di pensiero operano lontano da un terzo elemento sociale: la religione

Dèi e uomini

Dragonero: Mondo Oscuro
Dragonero: Mondo Oscuro – © Sergio Bonelli Editore

Inizialmente, in Dragonero la religione ha un valore di aggregazione sociale, un tratto comune che unisce popolazioni di diversa origine all’interno dell’Impero Erondariano. Una religione di stato, se vogliamo, sul modello romano di integrazione tramite una venerazione comune.

Quello che sembra un assunto inamovibile del mondo di Dragonero, si rivela invece un perno narrativo essenziale per il corso de Il Ribelle. Dopo quell’evento dirompente che è stata la Saga delle Regine Nere, Vietti ed Enoch cambiano la percezione della religione intrecciando la fede a un potere divino che sia a due vie: la forza della fede dei credenti dà potere e vita alle divinità.

La forza di questa rivoluzione teologica è nell’essere un mutamento inserito all’interno del mondo di Dragonero con naturalezza, senza forzare scelte dei personaggi, e rendendolo parte di una costante evoluzione, che influisce tanto sull’Erondar quanto sui protagonisti.

E la costante evoluzione dell’Erondar, intesto come entità socio-politica, è uno dei punti a favore del dinamismo narrativo della saga.

Un mondo in costante evoluzione

Dragonero in azione
Dragonero in azione – © Sergio Bonelli Editore

La complessità dell’Erondar si combina con un contesto socio-politico attorno alla figura di Ian Aranill. Vietti ed Enoch hanno superato la semplice narrazione del presente dello scout, offrendo ai lettori un’esperienza completa e unica nella tradizione bonelliana, focalizzandosi sulla vita del protagonista. A differenza di altre serie della casa editrice, come Nathan Never e Dylan Dog che mostrano flashback o ricordi, con Ian Aranill si sono create intere serie dedicate a specifici momenti della sua esistenza.

Dragonero, Dragonero – Il Ribelle e Dragonero – Mondo Oscuro sono parti integranti dell’evoluzione continua del personaggio. Vietti ed Enoch hanno avviato la loro saga con il formato bonelliano tradizionale (albo mensile da 96 pagine), ma hanno scelto di intitolarla con il soprannome del protagonista anziché col suo nome, aprendo la possibilità a futuri sostituti. Questa scelta è significativa, poiché le trame sono pensate per evolversi in base a una precisa identità narrativa, senza garantire necessariamente la salvezza del protagonista attuale.

Una costante della serie è l’insegnamento ai lettori che la morte è una presenza inevitabile e che nuovi personaggi possono assumere ruoli centrali nell’evoluzione del mondo di Ian Aranill. La capacità di Vietti ed Enoch di pianificare con precisione l’evoluzione dell’Erondar e di Ian ha permesso la creazione di eventi significativi, come la Saga delle Regine Nere, che ha segnato una rottura nella continuità di Dragonero.

Tutte le vite di Ian Aranill

Dragonero Adventures, la versione animata di Ian Aranill
Dragonero Adventures, la versione animata di Ian Aranill – © Sergio Bonelli Editore

Ennesima intuizione del duo autoriale è l’aver pensato la saga di Dragonero come una saga non focalizzata sul presente, ma come racconto della vita di Ian Aranill. Scelta che consente di esplorare diverse suggestioni narrative, che si rivolgono a lettori di diverse età, creando un percorso narrativo di grande impatto.

Dragonero Adventures riporta i lettori all’adolescenza di Ian, proponendo una serie per adolescenti e pre-adolescenti che esplora la vita del giovane Ian, di Gmor e Myrva, prima delle loro avventure nel mondo. Questa serie, con un approccio young adult, non solo mantiene la continuità con la saga principale, ma soddisfa anche l’obiettivo dell’editore di attrarre un pubblico giovane con storie avventurose.

Con un tono giocoso e dinamico, Dragonero Adventures, conclusa la sua dimensione cartacea, ha ispirato la creazione di un prodotto animato che, pur mantenendo il nome della serie, si muove in maniera indipendente, dando vita a una nuova epica.

Dragonero – Senzanima è una serie destinata al pubblico librario, pubblicata nella collana Audace, che racconta il periodo di mercenario di Ian, iniziato in ribellione contro le pressioni del nonno per seguire il destino dei Valierdarto. Posizionata tra Dragonero Adventures e Dragonero, Senzanima presenta un tono più duro e spietato, riflettendo su come la crescita emotiva di Ian e le sue azioni da adulto siano influenzate da un’adolescenza traumatica. Destinata alle librerie, questa serie ha avuto la libertà di utilizzare un linguaggio e un aspetto visivo più audaci per esporre i tragici eventi vissuti da Ian nella compagnia mercenaria dei Senzanima.

La bellezza di Dragonero

Dragonero e Gmor in battaglia
Dragonero e Gmor in battaglia – © Sergio Bonelli Editore

Non ci sono dubbi che il punto di forza della saga di Ian Aranill sia proprio l’ambientazione, estremamente solida e ben costruita, come evidenziato nella lettura delle varie serie che seguono la vita di Ian Aranill. Fin dall’inizio della serie principale, Vietti ed Enoch hanno integrato indizi e riferimenti al passato di Ian, creando collegamenti significativi con le serie successivamente sviluppate.

Grazie a questi richiami, la saga di Dragonero si presenta come un’esperienza coinvolgente grazie alla complessità e all’evoluzione costante dell’Erondar, un mondo che ruota attorno a Ian Aranill senza esserne rigidamente vincolato. È raro nel panorama del fumetto nazionale trovare una valorizzazione così precisa e progressiva di un eroe, coprendo la sua intera esistenza.

Dragonero diventa, in quest’ottica, un vero e proprio ritratto di una vita, in cui non si risparmiano sofferenze e dolori, rendendo umano e vicino al lettore non solo un personaggio, ma un intero mondo. Una peculiarità che rende il fumetto bonelliano sintesi tra la tradizione del fantasy e le nuove tendenze del genere.

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Classe '81, da sempre appassionato di pop culture, con particolare passione per il mondo dei comics e la fantascienza. Dal 2015 condivide queste sue passioni collaborando con diverse testate, online e cartacee. Dopo una lunga presenza su Cultura Pop, entra nella squadra di ScreenWorld come responsabile dell'area editoria con una precisa idea: raccontare il mondo del fumetto da una nuova prospettiva