“Bene o male, purché se ne parli”, dissero un giorno a una delle figure politiche più odiate e controverse nella storia. Si tratta di Benito Mussolini, l’uomo che mise l’Italia in ginocchio e che contribuì alla persecuzione degli ebrei mettendo in pratica le terribili leggi razziali che diedero avvio allo sterminio di un’intera comunità.
Ma Benito Mussolini è anche, purtroppo, al centro di un grande equivoco (o forse una grande convinzione dettata da un preciso pensiero politico) che molti divulgatori e storici stanno cercando di sfatare da tempo, ossia che il duce “avrebbe anche fatto cose buone” per il Paese.

Fortunatamente non sono solo gli storici a raccontare tutta la verità su quelle pagine della storia italiana e a mettere nero su bianco che il ventennio fascista fu un periodo terribile e oscuro, ma lo fanno anche la letteratura, il cinema e le serie Tv. A tal proposito, M – Il figlio del secolo si distingue soprattutto perché toglie la maschera al duce e ai suoi sostenitori. La serie Tv (come lo stesso libro da cui è tratta) ha fatto molto parlare di sé, sapendo anche prendere in giro il male attraverso il grottesco.

Questo magnifico prodotto audiovisivo ha avuto il merito di farci capire, una volta per tutte, che raccontare il male è necessario per non dimenticare, ma soprattutto per non restare nell’ignoranza.

Sapere è potere

Luca Marinelli nei panni di M
Luca Marinelli nei panni di M – © Sky Studios

La conoscenza è lo strumento più potente che gli esseri umani hanno a disposizione: fornisce potere, offre la libertà e ci aiuta a svelare gli inganni ai quali siamo costantemente sottoposti. Nessun altro potere sulla terra è più forte della conoscenza, ma dobbiamo essere consapevoli che conoscere, leggere e studiare comportano anche entrare in contatto con il male, con una realtà oscura rispetto alla quale talvolta decidiamo di voltare le spalle. Spesso le persone hanno paura di conoscere la verità perché si accompagna a una buona dose di dolore e di orrore. Andare a fondo nelle questioni politiche, storiche e sociali ci porta a togliere la benda che oscura la nostra vista, a vedere chiaramente dove si cela l’inganno. Per questo motivo le serie televisive che adottano il punto di vista del cattivo sono necessarie per comprendere fino in fondo i fatti della vita.

Naturalmente, quando si parla di cattivi inventati, siamo più portati a distaccarci dal soggetto e dalla vicenda narrati, eppure ne siamo comunque turbati perché consapevoli che il male è parte di noi e, come più volte si è detto, è tutto umano. Figurarsi quanto possa smuovere le coscienze una figura realmente esistita e tanto controversa come quella di Mussolini. M – Il figlio del secolo permette di conoscere la storia per come si è svolta, non per come viene narrata. Luca Marinelli ha vestito i panni del duce in modo eccellente perché con la sua interpretazione sopra le righe, grottesca e rompendo la quarta parete ha mostrato un duce mai visto prima.

Italia, guardati allo specchio

Barbara Chichiarelli è Margherita Sarfatti
Barbara Chichiarelli è Margherita Sarfatti – © Sky Studios

Il Mussolini di questa storia, lungi dall’essere un eroe, parla in camera perché parla all’Italia, di ieri e di oggi, e la mette davanti allo specchio. Mentre racconta i fatti che si svolsero dal 1919 al 3 gennaio del 1925 (un anno dopo la morte di Matteotti), in cui il duce si assunse la responsabilità del delitto, Mussolini (Marinelli) ci guarda in faccia e sembra dirci: “guardate, io sono stato questo e voi neanche ve ne siete accorti, o forse avete fatto finta di non capire”. Risulta inevitabile provare anche delle sensazioni fisiche mentre si guarda questa serie: è come se fossimo lì, testimoni muti di qualcosa che non abbiamo avuto la forza (e in qualche caso l’intelligenza) di ostacolare.

Naturalmente si tratta di una provocazione, ma come non sentire un brivido lungo la schiena mentre si guarda M corrompere e ingannare un intero Paese? E tutto questo senza riuscire a liberarci dal dubbio che Mussolini fu il prodotto di quella precisa Italia che gli consentì di fare il proprio comodo, che solo anni dopo si svegliò e insorse in nome della libertà. Sentire una sorta di responsabilità e al contempo un senso di colpa è inevitabile, al punto che ci sentiamo quasi partecipi dell’orrore. Il motivo è molto semplice: che lo vogliamo o no, la storia e le azioni di chi ci ha preceduto ci scorrono nelle vene e, come spesso si dice relativamente agli orrori contemporanei, non prendere posizione e far finta di nulla ci rende complici. Ecco perché ci servono i cattivi: per svegliare la nostra coscienza.

Quante bugie vengono a galla se ci si mette accanto al cattivo?

Gaetano Bruno nei panni di Giacomo Matteotti
Gaetano Bruno nei panni di Giacomo Matteotti – © Sky Studios

Osservare un eroe compiere le sue gesta gloriose è facile e ci fa sentire dalla parte giusta della storia, ci conforta e ci fa sentire buoni. Quando invece il protagonista è un cattivo la questione si fa più complessa, perché ci mostra quanto l’uomo possa essere meschino, piccolo. Al contempo, è importante osservare le brutture dell’essere umano per conoscere a fondo la storia – così come per conoscere a fondo noi stessi. In questo caso, il mostro impose il proprio pensiero a un intero Paese, facendo eliminare i suoi detrattori, internare la sua amante con il figlio illegittimo, uccidendo la libertà di stampa e di parola. Mentre tutto questo accadeva, noi siamo rimasti a guardare.

La serie si conclude nel 1925, anno dell’assassinio di Giacomo Matteotti per mano dei fascisti. La figura di Matteotti nella serie è quasi eroica: un eroe purtroppo caduto come tanti, ma il cui pensiero (come disse lui stesso) non fu mai ucciso. Figure come Matteotti dimostrano l’esistenza del bene ed esistono nonostante il male si contrapponga a esse. Conoscere solo la parte dell’eroe è come leggere un libro a metà: non esiste Matteotti senza M, non esiste Batman senza Joker, non esistono Falcone e Borsellino senza la Mafia, non esiste l’antifascismo senza il fascismo. Conoscere gli eroi che hanno illuminato le pagine della storia vuol dire conoscere anche i nemici contro cui si sono battuti in nome della libertà. Per questo serie come M sono necessarie per fare luce nella stanza buia dell’ignoranza.

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