Che dinamica e cangiante, questa nuova espansione della mente di Riley. Dopo il successo di Inside Out 2, ma narrativamente prima degli eventi che ne raccontano sviluppi e complessità emotive, Dream Productions apre le porte della sua sfavillante, carismatica e pirotecnica fabbrica dei sogni. Disponibile in streaming su Disney+, lo spin-off firmato Pixar Animation Studios tenta nuovamente di donare raffigurazione alla discontinuità narrativa della vita psichica della giovane Riley, solleticando il suo cammino verso l’adolescenza attraverso l’elaborazione di esperienze ed emozioni sempre più intense e straripanti.
Creata da Mike Jones e prodotta da Jaclyn Simon, Dream Productions adotta il filtro del mockumentary per vorticare all’interno del laboratorio espressivo dove prendono vita i sogni di Riley. Una miniatura hollywoodiana animata da un sottobosco di incidenti e rivalità, tutti maneggiati dal piglio irriverente di un set cinematografico in costante fermento creativo – tra registi visionari, ambizioni personali e contrastanti ingerenze produttive.
Meta-onirico e meta-cinematografico, Dream Productions rimbalza fra livelli narrativi e bilanciate cromature emotive, stratificando l’universo di Inside Out e ribollendo a ritmo vivace nelle fiammate di una comedy che più che di Riley questa volta ci parla di…cinema.
Genere: Comedy, Mockumentary
Durata: 4 Episodi/30 minuti ca.
Uscita: 11 Dicembre 2024 (Disney+)
Cast: Paula Pell, Richard Ayoade
Cosa succede dentro la Dream Productions?
Il reparto onirico di Dream Productions si muove scomposto nel caos artistico della casa di produzione che narrativizza i sogni di Riley. Lì, ogni sera, le Emozioni spediscono i ricordi ancora non catalogati ma bisognosi di uno spazio più ampio entro cui essere processati. A compensarli entrano dunque in gioco i lavoratori della mente, qui nelle vesti di troupe cinematografiche alle prese con la realizzazione di sogni che sappiano durare nel tempo, strabordare nella coscienza e consacrare i registi al successo.
Dopo averne avuto un piccolo assaggio nel primo film, ora svicolare tra gli studios e le scenografie dei set è davvero possibile: la serie Pixar permette finalmente di interfacciarsi più da vicino con le esuberanti personalità che ogni notte tentano disperatamente di concludere in tempo, nel budget e con qualità i propri elaborati progetti onirici.
Di intervista in intervista, Dream Productions testimonia l’andamento della sua magica macchina produttiva, suddividendo i sogni in generi di appartenenza e relativi registi di riferimento e sterzando tra i mutamenti della personalità di Riley attraverso la corrispondente alterazione degli stili di regia. In questo accidentato fluire di correnti, che molto simulano la disomogenea e tronca consequenzialità dei processi onirici, il mockumentary decide di introdurci al tumultuoso presente della vita di Paula Persimmon, veterana regista di alcuni dei sogni più iconici della piccola Riley, ora chiamata a reinventarsi nel tentativo di salvare la propria carriera.
Irresistibile vita da set
Attraverso un pungente pedinamento in macchina a mano, Dream Productions ci racconta di come la crescita di Riley abbia messo a dura prova il taglio registico di Paula, dequalificandola in ruoli sempre più marginali. La camera evasiva, sognante e infantile della cineasta, infatti, non sembra sapersi più conformare alla complessità inconscia ed emotiva della ragazza. Inoltre, la riluttanza a lasciare andare il proprio passato e i propri trionfi le impedisce di continuare a fare bene il suo lavoro.
Macinata da un’industria che tanto velocemente la glorifica quanto facilmente se ne libera, Paula si vede così costretta a confrontarsi con le proprie egoistiche presunzioni e con le inedite proiezioni provenienti dall’inconscio di Riley – anche grazie all’aiuto (non richiesto ma poi valorizzato) del suo nuovo ed eccentrico assistente alla regia, Xeni. Se fino a quel momento la regista era riuscita a mantenere inalterato il suo status quo, molto lo doveva alla discreta freschezza di sguardo della sua ex-assistente Janelle. Ora, invece, Xeni subentra nella vita lavorativa di Paula portandosi dietro più di un pizzico di compiaciuta arroganza e quel tipo di sperimentazione stravagante tipica dei “sogni a occhi aperti” in cui si è specializzato.
Dream Productions è abile nello sgusciare tra le venature artistiche delle discordanti personalità registiche, impaginandone le rispettive autorialità. Così facendo, imbastisce una rappresentazione bizzarra, scintillante e sfiziosa del (mal) funzionamento dell’industria cinematografica raccontando, con tagliente ma conciliante comicità, di nepotismi, misere maestranze e ripetuti compromessi creativi. Tutti intestatari di un’ambizione individuale sempre più lesiva del reale consumatore finale: il benessere di Riley.
Dream Productions: emotività, complessità e leggerezza per tutti
Se Inside Out ha avuto il successo che ha avuto, quasi tutto il merito è da rovistare nella sua straordinaria abilità di ciondolare tra variazioni tonali, spaziando fra emotività e leggerezza e comunicando con poliedricità. Anche Dream Productions, dal canto suo, dimostra di sapersi tenere stretta la propria caratura emotiva, ragionando con finezza sul valore relativo dei sogni nei processi esperienziali di Riley. Passando in rassegna il sonnambulismo, i sogni lucidi, i sogni nei sogni e i falsi risvegli, la miniserie non solo è in grado di stupire per le sue sempre ispirate trovate visive, ma al contempo argomenta un’ulteriore riflessione sul lavoro dell’inconscio come guida alle esperienze della vita.
Sebbene questo spin-off non avanzi molto nella crescita di Riley, privilegiando gli aspetti più originali della propria narrazione, a conti fanti riesce comunque a ponderare le intenzioni dei suoi messaggi. Attraverso gli archi narrativi dei nuovi protagonisti, Dream Productions accosta con misura le risate alla commozione, la critica alla riflessione, suggestionando piccoli e grandi su come, talvolta, i sogni possano essere molto più di semplici occasioni di fuga dalla realtà.
A volte, ci viene spiegato, quell’iniezione di ispirazione che dall’inconscio ricava coscienza non è altro che il migliore strumento che possiamo metterci a disposizione. “Non importa che vengano ricordati, l’importante è che lascino il segno”. Concetti complessi per racconti piacevolissimi, a ricordarci con delicata accortezza che tutto ciò che ci serve è già ampiamente parte di noi. Basta solo saper cercare.
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Conclusioni
Dream Productions estende l’universo di Inside Out e ci trascina dentro gli studi di produzione dei sogni di Riley. Tra imprevisti, rivalità e ambizioni personali, lo spin-off sconta la breve durata ma convince, diverte e riconferma tutto il vivace carisma del franchise di Inside Out.
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Voto ScreenWorld