1962: un quartetto britannico fa il suo ingresso nella storia della musica con un brano lungo poco più di due minuti. Si chiama Love Me Do. Il mondo fa la conoscenza dei Beatles. Da quel momento, nel giro di otto anni la musica pop cambia per sempre.
Sessantun anni dopo quell’esordio, nel 2023 esce un ultimo 45 giri firmato dai Beatles, un “nuovo” brano che si chiama Now and Then. Paul McCartney e Ringo Starr riprendono in mano gli strumenti e questo non sorprende nessuno. Appare come una magia, però, sentire ancora, in maniera così limpida, la voce di John Lennon mentre suona il pianoforte. Stranisce sentire un assolo di chitarra che sembra provenire dal fantasma di George Harrison. Sorprende ritrovarsi ad ascoltare, in una piovosa giornata di novembre, un’ultima canzone dei Beatles. Proprio loro quattro. A offrirci un nuovo classico senza tempo.
Then: Chitarre piangenti
And in the end
The love you take
Is equal to the love you makeThe End
La storia dei Beatles finisce ufficialmente nel 1969 con l’uscita di Abbey Road, undicesimo album discografico del quartetto che si conclude proprio con una canzone che profuma di epitaffio. The End fa terminare la quasi decennale carriera della band con un brano di due minuti in cui ogni membro ha il suo assolo (da quello di batteria di Ringo Starr a quelli alle chitarre di McCartney, Harrison e Lennon), con un ultimo verso che sa di addio definitivo. Una chiamata alla ribalta con inchino rivolto all’ascoltatore che, nel giro di poco meno di cinque anni, ha ascoltato l’inimmaginabile, anche se ancora non poteva definirlo.
Chi ha ascoltato i Beatles dal 1965 al 1969 si è ritrovato a sentire la creazione del pop contemporaneo. Perché tra rotture con il passato e vere e proprie sperimentazioni, questi quattro immani talenti avevano definito le regole della musica commerciale che di lì a poco sarebbe stata considerata comune. Solo che i Beatles comuni non lo erano proprio e la loro grandezza sta tutta qua: nel capire, solo dopo pochi secondi da quando la si inizia ad ascoltare, che quella è una loro canzone. Poco importa se si tratta di un classico come Help! o un brano più sperimentale come Eleonor Rigby. Siamo talmente immersi nella loro musica e in quella che da lì ne è derivata, da così troppo tempo, che non percepiamo il mezzo secolo che ci separa. Amore dato e amore raccolto.
Now: Tornare lungo la strada
Get back, get back
Get back to where you once belongedGet Back
Nel 1970 esce Let it be, un album postumo la cui realizzazione dei brani è in realtà precedente ad Abbey Road. Un corto circuito temporale che si sposa bene con la band di Liverpool. Perché Let it be diventa il “nuovo” ultimo album dei Beatles, con un’ultima canzone, quell’energica Get Back, che chiude la loro discografia su una nota meno malinconica e funerea.
Get Back diventerà nel 2021 anche il titolo di un bellissimo ed epico documentario di Peter Jackson, disponibile su Disney+, che documenta proprio la creazione di quelle canzoni. E proprio Peter Jackson, per completare quest’immane opera, si serve dell’intelligenza artificiale per restaurare il video, ma soprattutto l’audio delle vecchie registrazioni.
Si apre un mondo di possibilità grazie a questa tecnologia che, poco tempo dopo, permette ai due Beatles rimanenti in vita, McCartney e Starr, di ritornare su una vecchia demo registrata negli anni Settanta da John Lennon al pianoforte. La canzone si chiama Now and Then ed è stata registrata su un nastro a casa di Lennon, poi donato dalla moglie Yoko Ono ai tre musicisti. Nel 1995, McCartney, Harrison e Starr si riuniscono in studio per completare tre canzoni. Le prime due usciranno regolarmente (si tratta di Real Love e Free as a Bird), ma Now and Then causa troppi problemi. Il pianoforte e la voce si confondono troppo, la qualità generale è insoddisfacente. Il brano rimane incompleto, in un limbo che sembra non conoscere fine, se non con la morte di George Harrison nel 2001.
Ma i Beatles, creatori di classici senza tempo e band che ha due dischi conclusivi, vincono ancora una volta contro la parola “fine”. La tecnologia avuta da Jackson permette loro di ritornare su quel vecchio nastro, separare il pianoforte dalla voce di Lennon, in maniera chiara e limpida, e poter finalmente completare il brano. Vengono aggiunti gli archi, nella tradizione di altri brani dei Beatles, viene ripreso un assolo di Harrison registrato durante una di quelle sessioni in studio di trent’anni fa. E così, il 2 novembre 2023, Now and Then esce in tutto il mondo, finalmente pronto per essere ascoltato.
Always: Oltre il presente, nell’immortalità
And, if I make it through
It’s all because of youNow and Then
Esattamente al secondo numero 3, Now and Then entra già prepotentemente nel catalogo immortale dei Beatles. Impossibile non sorridere, mentre si fatica a credere alle proprie orecchie. Appena la voce di John Lennon, così vicina e così viva, ci colpisce dobbiamo attendere qualche momento per realizzare che sì, stiamo veramente ascoltando una canzone dei Beatles. Toccante, malinconica, arrangiata con la solita classe fenomenale a cui siamo più o meno abituati da questi musicisti, Now and Then vince davvero la prova del tempo. Sembra provenire da un passato composto di fantasmi, portando con sé tutta l’energia indefinibile del classico. Gli elementi ci sono tutti, nel modo più puro. Persino l’assolo di Harrison, risuonato da McCartney, sembra provenire dal chitarrista scomparso. Incredibile, ma vero, si sente il suo tocco.
Si potrebbe ammettere che forse siamo nostalgici noi. Che un brano toccante presentato e venduto come l’ultima canzone dei Beatles, stavolta per davvero, nata sotto degli astri fortunati e un pizzico di magia tecnologica, acquista un valore raro già solo per esistere davvero. Eppure in tutta questa operazione (di marketing? Serviva forse un nuovo brano per ristampare le immancabili – e immortali – raccolte rosse e blu?) c’è una luce sincera che ogni volta che parliamo di creazione artistica speriamo di ritrovare. Quella luce che solo le stelle più luminose sanno mostrare nel cosmo. Stelle probabilmente già morte, ma la cui luce arriva a noi ancora oggi.
E voi cosa ne pensate? Siete d'accordo con le nostre riflessioni?
Se volete commentare a caldo questo articolo insieme alla redazione e agli altri lettori, unitevi al nostro nuovissimo gruppo Telegram ScreenWorld Assemble! dove troverete una community di persone con interessi proprio come i vostri e con cui scambiare riflessioni su tutti i contenuti originali di ScreenWorld ma anche sulle ultime novità riguardanti cinema, serie, libri, fumetti, giochi e molto altro!