È una delle opere teatrali di cui si è parlato di più negli ultimi anni, e non ha ancora avuto la sua prima uscita. Questo perché TERF, una nuova produzione teatrale in un atto, la cui prima è prevista per il 2 agosto all’Edinburgh Fringe Festival, osa confrontarsi con una delle donne più potenti (e controverse) del pianeta.
Si tratterebbe di J.K. Rowling, miliardaria creatrice dell’universo di Harry Potter e ora leader de facto del movimento di critica di genere che mira a bandire le donne transgender dagli spazi e dai servizi riservati alle donne. Il dibattito, in atto su entrambe le sponde dell’Atlantico, ma in particolare nel Regno Unito, è diventato uno dei fronti più insidiosi delle guerre culturali che hanno già coinvolto il nuovo Primo Ministro del Paese, Keir Starmer, che ha dichiarato ai giornalisti di opporsi all’insegnamento dell’”ideologia di genere” nelle scuole. La controversia è senza dubbio un evento collaterale sgradito per Warner Bros. Discovery, dove una serie di Harry Potter ad alto budget attualmente in corso su HBO ha recentemente arruolato la showrunner Francesca Gardiner e il regista Mark Mylod, entrambi ex autori di Succession, con il benestare della Rowling.
L’opera teatrale ha già ricevuto un’ondata di reazioni negative sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti (in quest’ultimo caso, in particolare, dai media di destra, con Breitbart, Fox News e altri organi di stampa conservatori che l’hanno posizionata in modo che nessuno la vedesse, in segno di forte critica nei confronti dell’autrice). I lettori hanno, a loro volta, inondato le pagine dei social media dei membri dello staff di produzione con messaggi pieni di odio. TERF è stato scritto dal drammaturgo e sceneggiatore americano Joshua Kaplan, che di recente ha lavorato a Max’s Tokyo Vice. Il team creativo dell’opera insiste sul fatto che la produzione non sia un successo e ha chiesto alla Rowling di partecipare allo show: quello che Kaplan inoltra è un invito genuino e non un tentativo di “trolling”. TERF è un acronimo molto carico. Si riferisce a “femminista radicale trans-esclusiva“, un insulto lanciato dagli attivisti transgender ai critici di genere come la Rowling (il titolo, comunque, impallidisce rispetto a quello originale, TERF [parola che inizia per C], che si è rivelato così controverso da essere stato ritirato).
“C’è una sorta di impulso in me che mi spinge a prendere una parola che la gente usa in modo dispregiativo e a rinfacciargliela“, ha dichiarato Kaplan, 45 anni, gay. Ha iniziato a lavorare alla sceneggiatura alla fine del 2020, non molto tempo dopo che la scrittrice avesse iniziato a esprimere opinioni critiche sui transgender sui social media. L’autrice è stata immediatamente etichettata come transfobica e ha suscitato molta indignazione, anche da parte delle tre star dei film di Harry Potter, Daniel Radcliffe, Emma Watson e Rupert Grint (ha trovato, tuttavia, dei difensori in Evanna Lynch, Brian Cox e Ralph Fiennes), il che ha portato Kaplan a “immaginare una conversazione” tra loro. L’autore ha raccontato qualcosa sul progetto a The Hollywood Reporter:
La premessa è che Daniel, Emma e Rupert organizzino un intervento. [Ci sono poi] scene di flashback intervallate. Per molti versi, è una commedia di famiglia. Nella mia mente, loro tre erano fratelli di 11 anni e Jo [Rowling] era una figura genitoriale. Abbiamo tutti questa specie di ossessione freudiana per lei.
In base a una copia della sceneggiatura, queste scene raffigurano tre momenti in cui la Rowling ritratta come una persona volitiva e tagliente, ma tutt’altro che cattiva. Si confronta con figure maschili chiave della sua vita: il suo primo editor di libri, il suo ex marito violento e suo padre. Le scene con gli attori che interpretano i piccoli Potter descrivono il quartetto come un gruppo unito, incline a prendersi in giro, ma molto affettuoso, lacerato da una figura materna che ha virato in un territorio oratorio potenzialmente pericoloso e sempre più estremo. Ne consegue un dibattito, ma, alla fine, nessuno cambia idea. In realtà, non ci saranno né grazia, né perdono: la scrittrice aveva già rilasciato dichiarazioni social in cui faceva intendere che non avrebbe mai perdonato le celebrità note per essersi accostate “a un movimento intenzionato a erodere i diritti duramente conquistati dalle donne e che hanno usato le loro piattaforme per esultare per la transizione delle minorenni“.
Contrariamente a quanto riportato dai media, Kaplan afferma che trovare un’attrice per interpretare la Rowling sia stato un processo relativamente indolore. Laura Kay Bailey, ha battuto 15 aspiranti al provino, ottenendo la parte grazie alla sua audizione su Zoom. I suoi lineamenti delicati evocano immediatamente quelli della scrittrice. Ha lavorato con un coach dialettale per far sì che l’accento del Gloucestershire dell’autrice fosse perfetto. L’attrice 43enne, che, nella pièce, interpreta la Rowling dai 30 anni alla sua età attuale (58), si è detta “tristemente disinformata” sul dibattito al centro dello spettacolo. Sul ruolo, ha affermato:
Non sto cercando di fare un’imitazione, ma di dare un’essenza di lei dei suoi schemi di linguaggio e dei suoi manierismi. Ho fatto un’immersione profonda, quando mi è stato offerta la parte. È un argomento elettricamente carico nel Regno Unito e le persone sono davvero divise. La pièce cerca di essere il più equilibrata possibile.
Le previsioni secondo cui l’autrice avrebbe scatenato il suo team di avvocati contro TERF, cosa che non ha esitato a fare in passato, non si sono ancora avverate. Lei ha, tuttavia, ammesso di essere a conoscenza dell’opera, mentre scambiava frecciatine con India Willoughby, una presentatrice televisiva transgender e una delle più frequenti partner di Rowling sui social media. Quando Willoughby scherzò dicendo che avrebbe interpretato la scrittrice, lei rispose: “Vorrei dare il mio personale sigillo di approvazione alla proposta di India Willoughby di interpretarmi a teatro e investirò molto in azioni Popcorn non appena il casting sarà confermato“. Con tutto questa attenzione, non sorprende che Kaplan e il produttore, Barry Church-Woods, abbiano già messo gli occhi su progetti più grandi per TERF: un passaggio dal Fringe Fest a una tournée a Londra, forse, e, magari, anche un adattamento hollywoodiano.
È la stessa traiettoria che ha trasformato Baby Reindeer in un fenomeno globale. Kaplan ha arruolato la produttrice di Tokyo Vice, Cambra Overend, per aiutarlo a traghettare il progetto verso lo schermo. Ma prima, c’è un mese di spettacoli da completare a Edimburgo, dove TERF sarà uno dei circa 3.500 titoli che debutteranno al festival di quest’anno. A differenza delle opere teatrali del Fringe Fest rappresentate in Reindeer, tuttavia, non verrà proiettato in un pub stantio. Il regista ha dichiarato:
L’ho immaginato in un teatro black box da 40 persone. Ora siamo in una sala da ballo da 350 persone. Quindi, abbiamo uno spazio importante. L’opera non è mai stata vista. È stata letta per intero tre volte, nella mia vita, quindi questo è tutto un all-in.