Cara DeLevingne ha raccontato di aver partecipato ad un programma di rehab in 12 fasi per affrontare la sua tossicodipendenza. La modella ha spiegato che tutto è cominciato dopo le foto scattate dai paparazzi lo scorso settembre, dove Cara aveva lo sguardo spento, era senza scarpe e si mostrava un look trasandato.

Quelle foto, apparse su giornali, riviste e pagine web, hanno fatto scattare un campanello d’allarme non solo ai fan e gli amici di Cara DeLevingne, ma anche nella testa della stessa attrice. In un’intervista a Vogue, che le ha dedicato la copertina di Aprile, la DeLevingne ha spiegato il che suo comportamento era legato agli effetti della pandemia e al pensiero di aver raggiunto i 30 anni, festeggiati il 12 agosto 2022.

Non avevo dormito. Non stavo bene“, ha detto alla rivista. “È straziante perché pensavo di divertirmi, ma a un certo punto ho pensato, ‘Okay, non ho un bell’aspetto.’ Sai, a volte hai bisogno di confrontarti con la realtà, quindi in un certo senso sono grata a quelle foto“.

Infatti, proprio mentre Delevingne festeggiava il suo compleanno insieme alla sua vasta cerchia di amici con un’elaborata festa a tema Alice nel Paese delle Meraviglie, il suo mondo si stava sgretolando. “Ho sempre saputo che dopo i 30 anni le cose sarebbero state diverse, perché il modo in cui vivevo non era tollerabile“. Per questo motivo, quel particolare compleanno ha voluto festeggiarlo in maniera eccessiva: “Mi sono detta: ‘Devo divertirmi più che posso. Ho tutti i miei amici qui. Devo godermela’“.

L’attrice ha raccontato di essersi chiusa in una stanza, aveva bisogno di cambiare ma allo stesso tempo temeva il futuro. “Stavo accogliendo questa nuova parte della mia vita, ma ero anche in lutto. Era come un funerale per la mia vita precedente, un addio ad un’era. E così ho deciso che avrei festeggiato più forte che potevo perché quella rappresentava la fine di una parte del mio percorso“.

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In attesa del terzo scudetto del Napoli mi nutro di serie tv e film. Odio il binge watching, ma ringrazio Netflix per Narcos e la sua meravigliosa sigla. Nel cuore mi sono rimaste Battlestar Galactica e Friday Night Lights. Adoro le serie britanniche, anche quelle con i parroci che risolvono omicidi mentre la polizia sta ancora esaminando il cadavere. Devoto al dio dei pilot, perché tutti meritano un'occasione. Il resto, dopo Il Padrino e un concerto del Boss Bruce Springsteen, è noia, come diceva Franco Califano.