Kari Morrissey, il pubblico ministero nominato per il “caso Rust“, ha chiesto al giudice di riconsiderare la sua decisione di respingere l’accusa di omicidio colposo contro l’attore Alec Baldwin, suggerendo che il governo potrebbe cercare di ripresentare il caso in appello.
Morrissey ha sostenuto che la difesa fosse riuscita a “confondere” il giudice Mary Marlowe Sommer sulla rilevanza delle prove che erano state trattenute. Ha, inoltre, esortato il giudice a porre ulteriori domande alla difesa su come fosse venuta a conoscenza delle prove. Baldwin era sotto processo a Santa Fe (New Mexico) per la sparatoria accidentale ai danni della direttrice della fotografia Halyna Hutchins. Sommer aveva chiuso il procedimento con un’accusa feroce, lo scorso 12 luglio, sostenendo che il pubblico ministero avesse trattenuto proiettili che erano stati consegnati allo sceriffo mesi prima.
In un momento drammatico in tribunale, il giudice aveva indossato guanti di lattice e tagliato una busta contenente le prove, rivelando che i proiettili sembravano corrispondere a quelli veri trovati sul set del film. Aveva, poi archiviato il caso con pregiudizio, il che significa che non può essere ripresentato. Morrissey sostiene che il team di nove membri della difesa di Baldwin abbia approfittato dei due procuratori nominati, presentando la mozione di archiviazione nel bel mezzo del processo:
Il fatto che la mozione sia stata sollevata durante il processo è stata una decisione tattica della difesa per trarre vantaggio dalle risorse limitate dello Stato. [La difesa ha] aspettato di presentare una mozione di archiviazione durante il processo, quando aveva un vantaggio tattico.
Ha dichiarato, inoltre, che la difesa fosse a conoscenza dei proiettili ben prima che fossero rivelati in modo drammatico in tribunale, probabilmente dall’avvocato difensore dell’armaiola di Rust, Hannah Gutierrez Reed. Pertanto ha concluso che non fosse veramente sorpresa o ostacolata dal fallimento dello Stato nel consegnare le prove.
Chiede che la difesa sia costretta a rivelare “tutte le informazioni riguardanti quando e come” sia venuta a conoscenza delle pallottole, “in modo che possa essere redatto un verbale completo per la possibilità di una revisione da parte di una corte superiore“. Ha, infine, ribadito la propria convinzione che esse non fossero rilevanti, né tantomeno scagionanti, per la difesa dell’attore, e che, perciò, non ci fosse alcuna necessità di esaminarli.