Quando la vita ti mette di fronte a una svolta inaspettata, a volte devi lasciar andare i ricordi per costruire il futuro. È quello che ha fatto James Van Der Beek, l’attore che ha incarnato Dawson Leery nell’iconica serie teen drama degli anni Novanta, vendendo all’asta alcuni dei cimeli più preziosi della sua carriera. Il motivo è serio e commovente: finanziare la sua battaglia contro un tumore al colon di terzo stadio, diagnosticato nell’estate del 2023.

Sabato scorso, la casa d’aste Propstore ha organizzato a Londra la sua Winter Entertainment Memorabilia Live Auction, un evento che ha messo in vendita oltre 1.350 lotti di memorabilia cinematografica e televisiva. Tra questi, una selezione speciale: oggetti di scena e costumi provenienti dalla collezione personale di Van Der Beek, legati principalmente a due progetti che hanno segnato la sua carriera, Dawson’s Creek e Varsity Blues. Tutti i proventi, oltre 47.000 dollari, sono stati destinati a supportare le cure mediche dell’attore quarantottenne. Il pezzo forte dell’asta è stato senza dubbio la collana che il personaggio di Dawson regalò a Joey Potter, interpretata da Katie Holmes, nella serie che ha fatto sognare milioni di adolescenti in tutto il mondo. Quel gioiello, simbolo di uno degli amori più celebrati della televisione anni Novanta, è stato aggiudicato per la cifra di 26.628 dollari. Un prezzo che testimonia non solo il valore nostalgico dell’oggetto, ma anche l’affetto che i fan continuano a nutrire per quella storia.

Ma non è stato l’unico oggetto a suscitare interesse. Un set di decorazioni della celebre camera da letto di Dawson, quella tappezzata di poster cinematografici e oggetti cult, ha raggiunto i 5.991 dollari. Tra gli elementi venduti, un modellino di Indiana Jones e un pupazzo di E.T., dettagli che ogni vero fan della serie ricorda con precisione. Una sedia della camera è stata venduta per 2.663 dollari, stessa cifra raggiunta dal maglione bianco indossato da Dawson. Anche una delle sue camicie di flanella, quella che il personaggio ha sfoggiato in numerosi episodi, ha trovato un nuovo proprietario per 2.396 dollari. Per quanto riguarda Varsity Blues, il film sportivo del 1999 in cui Van Der Beek interpretava il quarterback Mox, un cappello del personaggio è stato venduto per 4.660 dollari, mentre un paio di tacchetti ha raggiunto i 2.663 dollari. Oggetti che parlano di un’epoca, di un cinema teen che mescolava ribellione, sport e crescita personale.

Cosa significa affrontare un tumore al colon di terzo stadio? Parliamo di una patologia in cui il cancro si è diffuso oltre il rivestimento del colon, coinvolgendo i linfonodi ma non ancora altri organi. È una fase in cui le cure sono aggressive, combinate, e richiedono risorse economiche e psicologiche considerevoli. In un sistema sanitario complesso come quello americano, anche per chi ha lavorato nel mondo dello spettacolo, le spese mediche possono diventare insostenibili. La scelta di Van Der Beek di monetizzare i ricordi della sua carriera non è solo una questione pratica, ma un gesto simbolico. È come se quegli oggetti, custoditi per decenni, dovessero ora compiere il loro destino finale: trasformarsi da semplici cimeli in strumenti di sopravvivenza. E forse c’è anche un messaggio più profondo: condividere con i fan quegli oggetti significa riconoscere che il valore di una carriera non sta nei trofei conservati in una cantina, ma nel legame che si è creato con chi ha amato quelle storie.

Dawson’s Creek è andata in onda dal 1998 al 2003, sei stagioni che hanno definito l’estetica e il linguaggio del teen drama moderno. La serie, creata da Kevin Williamson, raccontava le vite intrecciate di quattro adolescenti in una cittadina di mare del Massachusetts, esplorando con una profondità inedita per l’epoca temi come l’identità sessuale, le dinamiche familiari, l’ambizione creativa e i primi amori. Van Der Beek, con il suo Dawson Leery aspirante regista, sognatore e a tratti ingenuo, è diventato il volto di quella generazione televisiva. Oggi, a distanza di oltre vent’anni dalla fine della serie, quegli oggetti venduti all’asta assumono un significato stratificato. Non sono più solo props di una produzione televisiva, ma frammenti di memoria collettiva. La collana di Joey, le camicie di flanella, i poster nella camera di Dawson: sono tutti tasselli di un immaginario condiviso, di un’epoca in cui la televisione costruiva comunità e alimentava conversazioni intorno alla macchinetta del caffè o nei corridoi delle scuole.

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Diplomata alla Scuola Internazionale di Comics di Napoli - corso di sceneggiatura -, è impegnata in progetti di scrittura creativa e recensioni. Cresciuta con la consapevolezza che “All work and no play makes Jack a dull boy”. Paladina dello Sturm und Drang. Adepta del Lato Oscuro della Forza.