Raccontare il successo di Minecraft non è un’operazione così semplice. Anzi, si richiede di addentrarsi in un immaginario che nel giro di poco più di quindici anni è riuscito a ritagliarsi una fetta importante all’interno della cultura pop, andando a influenzare non solo il settore di riferimento, ma allargandosi a macchia d’olio, toccando produzioni crossmediali di grande valore.

Eccoci qui a parlare di Minecraft, un progetto nato e coccolato nei ritagli di tempo da Markus Persson, divenuto un vero fenomeno di culto, un successo su scala globale che trova nella semplicità e nell’immediatezza i suoi punti di forza.

L’alba del cubo

Steve in sella a un cavallo
Steve in sella a un cavallo in Minecraft – ©Mojang

In origine, Markus Persson creò un cubo e lo mise assieme a tanti altri cubi. Come giocare con i LEGO, ma con la forza del virtuale, dello spazio potenzialmente infinito e – cosa più importante – tutto veicolato dalla totale libertà del videogiocatore. Ecco Minecraft, gioco che faceva dello stile minimalista e pixeloso il suo marchio di fabbrica, qualcosa che nel corso di questi anni ha dato i natali a un numero impressionante di emuli.

Il mondo di Minecraft ha regole basilari molto semplici: un mondo generato proceduralmente, dove l’utente deve raccogliere le risorse per poi dare libero sfogo alle proprie creazioni, costruendo (craftare) altre risorse e oggetti e modellare lo spazio a disposizione. La prima versione di Minecraft era semplice e basilare. Un prodotto per pochi, ma anche per tutti, giacché nella sua semplicità, Minecraft è ancora oggi un gioco estremamente accessibile.

Non c’è da meravigliarsi se per anni il gioco è stato spesso accostato ad un pubblico di riferimento under 10, proprio per la sua immediatezza e semplicità, ma è stato avvicinato anche a numerose attività didattiche, tutte legate alla costruzione creativa e all’esplorazione di materie quali la matematica o la geometria. Però per arrivare dal lancio all’utilizzo, manca l’elemento di raccordo, ovvero il libretto di istruzioni.

Minecraft e YouTube

Una schermata di gioco di Minecraft
Una schermata di gioco di Minecraft – ©Mojang

Il primo youtuber a trattare Minecraft sulla piattaforma di condivisione di video è stato proprio Markus Persson, con l’intento tra i più nobili, ovvero mostrare in modo pratico, tutte le possibilità di creazione e costruzione che aveva inserito nella sua creatura.

Da lì, la strada di Minecraft è tutta in discesa nel momento del suo successo mondiale. Numerosi sono i ragazzi che decidono di aprire canali YouTube – ancora oggi – per mostrare, condividere e illustrare tecniche, costruzioni, interi mondi creati in server di dimensioni impressionanti. C’è chi ha riprodotto intere strutture scala 1:1, chi ha ricostruito biblioteche andate perdute, si parla anche di un intero sistema solare nel palmo di un cubetto. Minecraft era la realizzazione del più semplice dei concetti: un gioco dove tutto era possibile.

Su YouTube, come per Twitch, Minecraft è un trend che non accenna a fermarsi. Numerosi utenti si incontrano quotidianamente su server per condividere porzioni di vita, dedicare tempo a costruzioni imponenti, crearsi una vera e propria second life arricchita da tutti gli stilemi del gioco. Questo è quel momento dove ci si deve arrendere all’unica verità, ovvero che per capire il fenomeno Minecraft, bisogna vivere il fenomeno Minecraft.

Trascendere il videogioco

I protaginisti di Un Film Minecraft nel poster
I protaginisti di Un Film Minecraft nel poster, fonte: Warner Bros. Italia

Come detto in apertura, l’impatto culturale di Minecraft è qualcosa che si è ramificato tanto nella creazione di libri, fumetti, gadget, eventi a tema e Un Film Minecraft, da poco al cinema, ma ha trovato il suo punto di forza proprio nella grande e infinita enciclopedia di internet.

Dai meme fino a toccare le creepy pasta (storie di natura horror costruite attorno figure pop), Minecraft ha trovato nel tempo la sua espressione, riuscendo a trascendere il semplice concetto di videogioco. Abbiamo parlato di usi applicativi, didattici, spesso è usato anche come terapia in casi clinici. Minecraft oggi non è solo un videogioco, ma è divenuto altro. O almeno, lo è un videogioco, ma nella misura in cui difficilmente si pensa ad esso solo come videogioco. Da poche settimane è anche un film stroncato dalla critica, ma capace di incassare più di 315 milioni di dollari al primo weekend.

Sarà il fascino dei cubetti, ma sembra che l’opera di Markus Persson sia una versione virtuale del potere di Re Mida: ovunque si posa, film, libri, fumetti, gadget, il successo d’oro è assicurato contro ogni tipo di aspettativa.

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Classe 1989. Gabriele Barducci scrive di Cinema e serie tv. Dal 2022 è responsabile dell'area videogiochi di ScreenWorld. Comincia a scrivere di Cinema e serie tv nel 2012 accompagnando gli studi in Scienze della Comunicazione presso l'università di Roma La Sapienza. Nel 2016 entra nella redazione di The Games Machine occupandosi anche di videogiochi, mentre dal 2017 è nello staff della rivista di cinema Nocturno.