C’è sempre spazio e attenzione per un gioco dedicato al mondo di TRON, il problema di oggi però è trovare un gioco valido, senza dover tornare indietro di almeno due decadi. Già perché, togliamo subito i dubbi, TRON Catalyst è al pari di una grossa delusione, incrementata anche da un nome quale Devolver nel ruolo di publisher, realtà che spesso cura in modo ossessivo le sue scelte, e questa volta invece inciampa in qualcosa di incomprensibile.

Sia chiaro, non è tutto da buttare quello messo sul piatto di TRON Catalyst, ma è palese lo sforzo tecnico e artistico che non raggiunge standard rispettabili, anche solo per un progetto che porta come nome quello di TRON. Una derivazione sperimentale è ben accetta, ma TRON presenta un mondo e relativo worldbuilding che si presta perfettamente per una serie di declinazioni, ma quella proposta in Catalyst è davvero bislacca, per non dire proprio sbagliata.

Inutile perdersi in altre parole e venite con noi nella nostra recensione di TRON Catalyst.

TRON Catalyst, benvenuti nella Rete

Tron Catalyst
Una sequenza di gioco di Tron Catalyst – ©Devolver

Non c’è da perdersi troppo nella trama di TRON giacché facente parte di un franchise nato nel 1982 con l’omonimo film uscito al cinema, divenuto cult ne tempo e allargatosi poi con un sequel (TRON Legacy), videogiochi, fumetti e altro merchandising laterale. Con il prossimo TRON Ares in uscita a fine anno al cinema, l’uscita di questo TRON Catalyst prova a sondare nuovamente il terreno per capire quanto questa IP abbia qualcosa da dire almeno sul fronte videoludico.

E qui c’è il grande cavillo: un progetto del genere non fa altro che testimoniare una realtà di TRON che non gli appartiene, giacché se qualcuno dovesse avvicinarsi per la prima volta al franchise con questo titolo, non avrebbe mai voglia di recuperare il resto del pacchetto creativo.

Tra le tante formule e applicazioni ludiche, TRON Catalyst sceglie la peggiore, quella di un action basilare a cui fa da contorno una fortissima cornice narrativa simil visual novel. Il problema è che il gioco non riesce mai a calibrare queste due nature, risultando sempre terribilmente inclinato verso la natura da visual novel, lasciando quel poco di azione a momenti sporadici, quasi come fossero un contentino per il videogiocatore pigro.

Tanta narrativa, poca azione

Tron Catalyst
Una sequenza di gioco di Tron Catalyst – ©Devolver

Proprio per tornare nel contesto di giochi di consegne, in TRON Catalyst prendiamo i comandi di Exo, un corriere all’interno della Rete del mondo digitale. Durante una consegna, il pacchetto che aveva in mano esplode, Exo perde i sensi e si risveglia imprigionata in una struttura con l’accusa di essere una sovversiva. Proprio qui conoscerà i veri sovversivi e porterà a galla il marcio della sua realtà.

Ora, la struttura di gioco di Catalyst è molto semplice: ottenere un compito – di consegna o meno – e raggiungere quel luogo. Finito. Nel mentre c’è una sequenza infinita di dialoghi, scelte multiple nelle risposte e conoscenza di tanti personaggi che prenderanno parola con Exo per capire la loro vita e relative intenzioni in relazione agli eventi di gioco.

La parte di azione di svolge in qualche scontro con dei nemici – armati, non armati o sulla Light-Cycle – ma questi sono sempre gestiti da una classica alternanza di schivata, attacco e parry. Nulla di più, nulla di meno. Per il resto delle ore di gioco il titolo non ha fatto altro che proporre questo schema con pochissime novità, spezzando il ritmo – almeno quello narrativo – proprio con queste sezioni action che hanno davvero pochissimo da dire all’interno dell’economia generale del progetto.

Viene da chiedersi dunque quali siano state le intenzioni produttive, o comunque capire se TRON Catalyst sia nato in origine come una visual novel pura a cui poi hanno voluto inserire queste parti di esplorazione e azione, oppure hanno voluto creare un titolo con questa velleità inedita, la quale purtroppo ci preme sottolineare, non ha dato i risultati sperati.

La recensione in breve

5.5 Deludente

TRON Catalyst è un titolo bislacco, prendendo un concept e relativo worldbuilding pieno di inventiva e possibilità di esplorazione, per realizzarne un gioco di una pigrizia unica. Tra visual novel e poverissimo gioco action, il risultato finale purtroppo non premia il gioco, almeno per il nome che porta nel titolo non è il miglior biglietto da visita per entrare nel mondi di TRON.

Cosa ci è piaciuto
  1. Il comparto estetico
  2. Visual novel solida, piena di personaggi e dialoghi
Cosa non ci è piaciuto
  1. È una visual novel condita da un po' di azione: prendere o lasciare
  2. Pigrizia tecnica e ludica generale
  3. Le missioni come le parti action sono proprio basilari
Condividi.

Classe 1989. Gabriele Barducci scrive di Cinema e serie tv. Dal 2022 è responsabile dell'area videogiochi di ScreenWorld. Comincia a scrivere di Cinema e serie tv nel 2012 accompagnando gli studi in Scienze della Comunicazione presso l'università di Roma La Sapienza. Nel 2016 entra nella redazione di The Games Machine occupandosi anche di videogiochi, mentre dal 2017 è nello staff della rivista di cinema Nocturno.