Audantes fortuna iuvat ovvero: il destino favorisce chi osa! Risulta quasi ironico iniziare un flusso di idee con questa affermazione, specie se dobbiamo parlare di videogiochi. Come ben saprete, la nostra amata industria non sta nuotando in acque proprio calme. Questi ultimi anni sono stati a dir poco tragici e disastrosi, punendo spesso la creatività di chi ha osato. Per questo, dire che il destino favorisce chi osa, è abbastanza un rischio se dobbiamo associare questo pensiero al lato artistico videoludico. Perché qui, spesso, chi osa, tende a passare in svantaggio! Kingdom Come Deliverance 2 fa di questa proverbio non solo un motto, ma una vera e propria bandiera contro questi tempi catastrofici.
Già nel lontano 2017, i ragazzi di Warhorse Studio hanno osato tantissimo nel portare in vita il primo capitolo di KCD. Di fronte a tempi leggermente più favorevoli di quelli odierni, i creatori del gioco non riuscirono lo stesso a sorprendere più di tanto, pur creando qualcosa di unico. Ma dietro l’idea originale, c’era di più, molto di più!

Anche se la creatività e la buona volontà decisamente non mancava e pur avendo un piccolo “culto” di estimatori dietro il primo gioco, la paura che il seguito risultasse un disastro era ben che presente. D’altronde, ci ricordiamo bene lo stadio iniziale del primo Kingdom Come dove, le buone idee venivano altamente devastate dalla esecuzione ballerina.
Possiamo considerarlo un problema di risorse, una mancata esperienza generale o semplicemente non aver osato abbastanza. Ma con Kingdom Come Deliverance 2, siamo probabilmente di fronte all’esempio più solido perseveranza e passione. Pur essendo solo all’inizio di questo recensione, vi diciamo già che: “Si! KDC2 è un capolavoro e una vera e proprio lettera d’amore verso il medium videoludico!”
L’amore, le sfide e… ripartire da zero?!

Se non avete giocato al primo Kingdom Come, allora il capire della trama vi risulterà alquanto caotico, almeno a primo impatto. Il sequel infatti, si collega direttamente alle vicende narrate in Kingdom Come Deliverance con un Henry (il protagonista) già affermato come scudiero ai servigi di Sir Razig Kobyla e impegnato a respingere la tirannia di Sigismund di Lussemburgo.
Questo secondo capitolo infatti si apre direttamente con Sir Hans e Henry, impegnati nel loro viaggio verso il castello Trosky dove, il compito sarà quello di verificare da che parte è incline l’alleanza tra Otto von Bergow e Sigismund.
Ovviamente, tutti questi nomi vi sembreranno sconosciuti o totalmente nuovi se non avete affrontato il primo KDC. Ma, se avete “fatto i compiti”, l’incipit della trama sarà estremamente facile da capire oltre che molto utile nel rinfrescarvi la memoria.

Tuttavia, le uniche cose che possiamo ancora esporvi sulla trama (senza imbatterci in grossi spoiler) è che, come esattamente anche nel primo gioco, anche Kingdom Come Deliverance 2 presenterà una serie di colpi di scena poco telefonati e molto sorprendenti. Se amate questo tipo di narrazione, pur molto lenta in certi istanti, allora con l’opera di Warhorse Studio non rimarrete a bocca asciutta.
Limare quella grezza spada chiamata gameplay
Se avete giocato al primo capitolo di questa serie, ricorderete (probabilmente con qualche dispiacere) che pur avendo dalla sua delle idee fantastiche di gameplay, Kingdom Come Deliverance non riusciva a splendere. Proponendosi come un’esperienza più “autentica” e vicina alla simulazione (quasi), quasi ogni singolo elemento di gameplay risultava grezzo.
Basta anche solo ricordarsi gli elemento più criticati, ovvero i combattimenti. Nel primo capitolo, riuscire a concludere con successo un qualsiasi scontro era un vero terno al lotto. Pur essendoci delle scelte di design volute dietro un combattimento “tecnico”, il tutto diventata quasi proibitivo per tanti giocatori.
Tuttavia, sembra che con KDC 2 Warhorse ha sentito le lamentele del pubblico, cosi da decidere nel voler limare a dovere le imperfezioni del primo titolo. Che sia chiaro: non vi ritroverete di fronte a un gameplay semplificato! Infatti, Kingdom Come 2 risulta ancora molto simulativo per certe meccaniche, che vi daranno il massimo solo se studiate con attenzione e pazienza.

Quindi, non aspettatevi un Skyrim o un qualsiasi altro RPG dove le dinamiche di gioco risultano veloci e immediate. Kingdom Come è volutamente strutturato in tal modo da darvi continue soddisfazioni una volta che approfondirete diverse meccaniche.
Per farvi un esempio più concreto, cercate di pensare a certi euro-junk come i primi due Gothic. In quei giochi, ogni singola meccanica (per quanto facilmente capibile) non diventata utile se non dopo tantissime ore di gioco. La soddisfazione però nel vedere il proprio personaggio castare certe magie senza uccidersi o sfoderare una spada con tanta facilità da decapitare in un colpo un nemico, era estremamente gratificante.
Gli stessi principi vengono applicati in Kingdom Come Deliverance 2. Infatti, il gioco non è molto ideale per i giocatori poco pazienti. Non aspettatevi di essere “macchine da guerra” senza il giusto allenamento e comprensione delle meccaniche. Qua non siamo nel mondo dei draghi e delle fate, ma siamo più vicini di quanto si possa pensare alla realtà.
Volete capire come affrontare più nemici usando una grossa spada? Allora vi toccherà affrontare decine e decine di nemici prima che Henry diventi capace. Volete crearvi da solo le pozioni senza spendere tutte le vostre economie dai mercanti? Allora vi toccherà sperimentare con piante, alimenti e svariate intossicazioni prima di diventare dei maghi dell’alchimia. In parole povere: volete la pappa pronta? Questo non è il gioco per voi!

Ma se amate le sfide e avete la dovuta pazienza nel capire appieno le meccaniche e, soprattutto, i ritmi di questo gioco, allora Kingdom Come Deliverance 2 si rivelerà come una delle più piacevoli esperienze (oltre che probabilmente la più completa) della vostra carriera da videogiocatori.
Kingdom Come Deliverance 2, tecnica sulla forgia
È raro vedere ormai di questi tempi giochi ottimizzati bene. Sembrerebbe quasi che, il punto di questa generazione, sarebbe quello di farci pentire di come si ottimizzava in passato su tanti sistemi di gioco. Tuttavia, con Kingdom Come Deliverance 2 siamo di fronte a un capolavoro da un punto di vista tecnico e di ottimizzazione.
Erano anni che non si vedeva un titolo talmente pulito nei dettagli, con un comparto tecnico e artistico di pregio, ma che anche riesce a girare in maniera estremamente liscia e pulita praticamente su ogni sistema… e non esageriamo!
Come vi abbiamo anche riportato in un altro articolo, il titolo di Warhorse Studio è talmente ben ottimizzato da riuscire a girare persino su Steam Deck, senza fare chissà quale sacrificio grafico. Questa cosa, porta il titolo a essere estremamente apprezzabile in qualsiasi versione, persino in quelle console.

Infatti, gran parte della nostra esperienza è stata svolta su PS5 (base), dove il gioco si proponeva in due modalità grafiche: prestazioni e fedeltà. La prima determinava una qualità visiva minore con una risoluzione in 2K upscalato da 1080p e con un framerate a 60fps. Mentre per la seconda, siamo di fronte a una risoluzione 4K upscalata dal 2K, ma con un framerate bloccato a 30.
In ambo i casi, il gioco non si è mai imbattuto in rallentamenti, cali di frame o altre problematiche tecniche (tearing, pop-in ecc). Quindi, la scelta nostra è stata principalmente condizionata solo dal framerate maggiore che lo preferiamo quasi sempre alla risoluzione. Tuttavia, precisiamo che un titolo come KCD2 non ha bisogno di più di 30 FPS per essere goduto, visti i suoi ritmi di gioco.
La recensione in breve
Kingdom Come Deliverance 2 è decisamente una delle opere più sorprendenti di questa generazione. Non solo i ragazzi di Warhorse sono riusciti a fare un gigantesco passo avanti dal primo gioco, ma sono anche riusciti imporre standard qualitativi per tutta l'industria videoludica. Se amate i giochi di ruolo puri e se volete sperimentare un'avventura epica, Kingdom Come Deliverance 2 non può assolutamente mancare dalla vostra libreria videoludica.