Un nome sorprende tutti: l’erede di Conti potrebbe già essere sotto i riflettori.
A volte basta una frase, detta quasi per gioco, per accendere voci e ipotesi che corrono più veloci dei titoli dei giornali. E’ quello che è accaduto durante la presentazione del Tim Summer Hits, quando Carlo Conti, con l’eleganza di sempre, ha lasciato intuire che il futuro di Sanremo potrebbe avere un volto diverso dal previsto. Il Festival, si sa, non è solo una rassegna musicale: è una macchina narrativa che si rinnova di anno in anno, e ogni cambio di guida segna una stagione televisiva.
Tra addetti ai lavori e appassionati, l’attenzione è subito salita. Anche perché la “successione” all’Ariston non è mai un passaggio neutro: chi la riceve eredita tradizione, aspettative e un pubblico che chiede novità senza perdere l’identità storica del Festival. Proprio per questo, il gesto di Conti è apparso più di un semplice complimento estemporaneo.
Chi era presente racconta che lo sguardo del conduttore, già proiettato all’edizione 2026, tradisse una consapevolezza particolare. Come se quel futuro fosse già in scrittura, e la scelta del nome giusto fosse parte di un piano più ampio, ragionato e tutt’altro che impulsivo.
In mezzo a tutto questo, spunta una protagonista che conosce bene il ritmo del microfono, ma che finora era rimasta ai margini delle ipotesi più popolari.
Un nome che spiazza e apre scenari nuovi
Durante l’incontro con la stampa, Conti ha citato Andrea Delogu con una leggerezza che ha fatto sorridere la platea, ma che non è passata inosservata. L’ha definita “l’elemento giusto del cocktail”, un’espressione che, detta da chi ha guidato per anni i palinsesti più prestigiosi della Rai, suona come una mezza investitura. Il motivo è più semplice di quanto si pensi: Delogu ha ritmo, esperienza radiofonica solida e la capacità di tenere la scena senza sovrastarla, qualità non banali per un palco complesso come quello dell’Ariston.
C’è poi un dettaglio che fa davvero la differenza. Conti ha spiegato di averla valutata già per la conduzione 2025, rinunciando solo all’ultimo per seguire una strada diversa. Questa ammissione rende l’idea di un percorso che non nasce oggi, ma che potrebbe essere maturato negli ultimi mesi.

Nel frattempo, il nome di Stefano De Martino, da molti dato come erede naturale, è scivolato sullo sfondo. Non per mancanza di fiducia, anzi: Conti ha ricordato che la nuova generazione, da De Martino a Cattelan, è destinata a raccogliere l’eredità dei big. Ma il passaggio, secondo lui, richiede tempo. E Sanremo, più di altri programmi, ha bisogno di una transizione graduale, quasi artigianale.
Resta aperta anche l’ipotesi di una co-conduzione, ma al momento la scelta di Conti sembra puntare con decisione verso la collega di palco del Summer Hits.
La sensazione è che il mosaico della Sanremo del futuro stia iniziando a comporsi proprio ora, con una mossa che valorizza esperienza e freschezza insieme. Se il pubblico accoglierà questo possibile cambio di passo lo scopriremo solo nei prossimi mesi. Ma una cosa è chiara: Conti sta preparando il terreno con attenzione. E il suo sguardo verso la successione racconta un Festival che vuole rinnovarsi senza perdere la sua anima.



