Mercoledì primo maggio 2024, segnatevi questa data nel calendario. Non perché Morgan ha cantato al Concertone, ma perché dopo 6 anni di assenza il wrestling WWE è tornato con un Live Event in Italia e la risposta del pubblico è stata fuori di testa.
Lo so, la domanda che molti di voi si staranno facendo è: ma che tipo di persone vanno nel 2024 a vedere il wrestling WWE dal vivo? La risposta potrebbe stupirvi, ma andiamo con calma.
Once Upon a Time, Rey Mysterio…
La risposta breve, alla domanda di cui sopra potrebbe essere: il sottoscritto.
La prima volta che ho visto dal vivo la WWE era il 2017, a Padova. Il 2017, un’era geologica fa. A quel tempo non si rischiava lo scoppio della terza guerra mondiale due volte a settimana, il campione WWE era Jinder Mahal (chi?) e il wrestling non veniva più trasmesso sulla TV generalista. Insomma non periodo d’oro per il wrestling in Italia, sicuramente molto lontano dalla sovraesposizione mediatica di dieci anni prima, quando i bambini giravano con lo zainetto di Rey Mysterio e John Cena andava ospite al Festival di Sanremo. I bei tempi andati.
Comunque, complice anche lo streaming, il wrestling WWE non ha mai mollato del tutto la presa di sottomissione sul Bel Paese. Si era solo ridotto ad un nicchia fatta di blog, siti web e canali YouTube supportati da un zoccolo duro di appassionati a cui io ho sempre fieramente aderito.
Ok, io posso essere un caso particolare, ma gli altri 19999 paganti che hanno mandato in sold out l’arena di Bologna in poco meno di venti minuti, chi erano?
Very Normal People
Ora userò parole forti: erano persone normali, per quanto questo termine possa risultare strano all’interno di un contesto in cui delle persone in costume da bagno fanno finta di picchiarsi. Lo so che è questo che pensa chi non segue questa disciplina, anche perché così è stata venduta negli anni del picco di popolarità. Farà ancora più strano sentirvi dire che il wrestling è cosa seria e come tale andrebbe raccontato. Quando parlo di persone normali, parlo in buona parte di un pubblico maschile dai venti ai cinquant’anni, una buona percentuale di pubblico femminile interessato e appassionato e una piccola percentuale di bambini usati come scusa da genitori più fomentati di loro. Niente sociopatici o individui borderline che non è il caso di fissare negli occhi, come si è portati a credere, ma un pubblico abbastanza eterogeneo di gente che finalmente poteva fieramente sfoggiare le magliette dei suoi beniamini senza venir preso in giro.
Un tal ritorno di tifo ed entusiasmo che la stessa WWE non credo si aspettasse, tanto da fare proclami sontuosi alla fine dello show e far rimbalzare sui suoi social i video del Live Event in Italia, a dimostrazione che il messaggio che il pubblico voleva lanciare è arrivato forte e chiaro: noi ci siamo e siamo tanti.
Non sono qui per far ricredere gli scettici a parole, quelli che considerano il wrestling una buffonata, sarebbe come cercare di convertire un terrapiattista. Sono qui per dirvi che dovevate esserci a Bologna, che anche il più ateo tra voi avrebbe visto la luce. Perché l’entusiasmo e il trasporto del pubblico vi avrebbe travolto, come credo ha travolto anche le superstar WWE che si sono lasciate coinvolgere più di quello che sarebbe stato necessario. Perché il wrestling dal vivo, se si crea la giusta alchimia tra pubblico e atleti, è uno spettacolo che non ha eguali a livello di intrattenimento e immedesimazione diretto dello spettatore.
E qui arriva l’altra grande questione, perché proprio ora?
Babyface
Io ve lo dico ragazzi, il wrestling sta tornando di moda. Nonostante mi senta come il vecchio matto che mette in guardia tutti perché gli alieni stanno per invaderci e nessuno gli crede, è da un po’ che ho questa sensazione. Poi arriverà il 4 luglio, gli alieni fanno saltare in aria la Casa Bianca e io potrò dire Ve l’avevo detto. I pianeti si stanno allineando e non ci vuole molto per rendersene conto. Netflix che stringe un accordo con la WWE, un’incessante tour promozionale in Europa con numeri mostruosi, il cambio di dirigenza che ha reso nuovamente il wrestling un prodotto figo da seguire e poi soprattutto finalmente la WWE ha una cosa che mancava dai tempi di John cena: un volto. Quello che nel gergo del wrestling si chiama Babyface, il volto della compagnia.
L’adorazione di ieri per Cody Rhodes era più simile alla discesa in terra di un dio pagano, che di un atleta. L’arena è esplosa, chiunque cantava la sua theme song e lui era osannato come una grande star della musica mondiale. Cody Rhodes è il volto biondo platino e sorridente della compagnia, il portabandiera della riconquista del posto d’onore che il wrestling si merita all’interno della cultura pop.
Lui, l’ospite di Sanremo 2026.
Poi non dite che non vi ho avvisato.
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