L’idea da cui prende il via il racconto del 1957 di John Wyndham, I figli dell’invasione, è uno spunto particolarmente intrigante per un film in cui fantascienza, orrore e thriller psicologico si mescolano: un gruppo di donne rimangono improvvisamente incinte, durante un misterioso blackout che ha interessato solo il paesino in cui vivono; a venire alla luce sono dei bambini tanto inquietanti quanto dotati, sia di un’elevata intelligenza che di poteri psichici incontrollabili. Questa storia è piaciuta al punto che ne sono derivati due adattamenti: Il villaggio dei dannati del 1960, di Wolf Rilla (che ha anche un seguito, del ’63), e Villaggio dei dannati, del 1995, diretto da un maestro del genere come John Carpenter.
Il racconto di Wyndham non smette però di affascinare, e a quasi trent’anni di distanza dal film di Carpenter Sky lo porta per la prima volta sul piccolo schermo: come vi spiegheremo in questa recensione de Il villaggio dei dannati, di cui abbiamo visto i primi due episodi disponibili su Sky e in streaming su Now, la serie non aggiunge – oltre all’ambientazione nella contemporaneità – nulla di nuovo al racconto originale, ma manca dell’inquietudine sottile e della tensione che tanto l’opera di Wyndham come i precedenti adattamenti erano stati capaci di evocare. Che una trasposizione seriale non sia la scelta migliore per questo tipo di storia? L’impressione che ci siamo fatti e che dilatando i tempi per adattarli ad una divisione in episodi non si riesca a ricreare la giusta atmosfera, ed il risultato è una serie che non ha ben chiaro a che genere appartenere. Un thriller? Un dramma familiare? Uno di quei gialli televisivi tipicamente british? Una cosa è certa, l’orrore e l’angoscia che ci saremmo aspettati di trovare per ora latitano un po’.
Il villaggio dei dannati
Genere: Fantascienza/Horror
Durata: 7 episodi/60 minuti ca.
Uscita: 17 giugno 2022 (Sky/Now)
Cast: Kaley Hawes, Max Beesley, Aisling Loftus
La trama: un evento sconvolgente
Al centro di questa storia troviamo diversi personaggi, tutti legati al tranquillo paesino inglese di Midwich: abbiamo Zoë (Aisling Loftus) e Tom (Ukweli Roach), una giovane coppia che vi si è appena trasferita per sfuggire al caos londinese (e per riprendersi dalla notizia di non poter avere figli); Paul (Max Beesley), il capo della polizia locale, un po’ scocciato dall’arrivo della cognata Jodie (Lara Rossi) a sconvolgere il ménage familiare; la giovane Cassie (Synnøve Karlsen), che ha problemi irrisolti di dipendenze e di salute mentale, e sua madre, l’apprensiva Susannah (Keeley Hawes), una psichiatra che si occupa di traumi infantili.
La sera del 6 maggio, chi di loro si trova in un area circoscritta di Midwich, perde improvvisamente i sensi: chiunque entri in quel determinato perimetro subisce lo stesso destino e le autorità accorse sul posto non hanno idea di che cosa abbia provocato il così bizzarro – ma preoccupante – fenomeno.
Solo la mattina seguente, quando nemmeno l’arrivo dell’esercito è servito per capire che cosa stia accadendo a Midwich, gli abitanti del paesino riprendono improvvisamente i sensi. Ma c’è qualcosa di strano: tutte le donne in età fertile (anche quelle che non avevano rapporti sessuali da anni, o non ne avevano mai avuti) scoprono di essere incinte.
Come è logico immaginare, governo ed esercito decidono di monitorare nella maniera più serrata possibile il fenomeno, e le donne di Midwich si ritrovano a vivere la propria gravidanza sotto stretta sorveglianza. Ma chi è il padre dei loro bambini? Dalle analisi dei feti viene trovato solo il DNA delle madri, nessun altro, nemmeno – come ad esempio nel caso di Zoë e Tom – quello dei loro mariti e compagni.
La data del parto si avvicina velocemente e le madri – ma anche parenti ed amici – si chiedono come saranno questi bambini concepiti in circostanze così misteriose. Saranno come tutti gli altri o dimostreranno, fin da subito, di essere diversi?
Una narrazione priva di guizzi
Come vi anticipavamo in apertura, questo nuovo adattamento del racconto di Wyndham, per quel che abbiamo potuto vedere dai primi due episodi, non riesce a trasmettere allo spettatore le atmosfere tese che erano presenti tanto nell’opera originale, quanto nelle prime due trasposizioni. La visione procede senza particolari guizzi né sorprese, e nessuno dei personaggi risulta ancora caratterizzato al punto da catturare la nostra attenzione e permetterci di empatizzare, anzi alcune delle loro azioni e reazioni ci sono sembrate tutt’altro che giustificabili e realistiche (ci riferiamo ad esempio alla lunga sequenza in cui le donne di Midwich si risvegliano e si “accorgono” di essere incinte, in un momento quasi di estasi più che di smarrimento).
Uno degli spunti di questa storia – in particolare del secondo episodio, ma crediamo più in generale anche del resto della serie – è come queste donne vengano private della scelta di rimanere o meno incinte (alcune di loro vorrebbero abortire, ma una forza misteriosa glielo impedisce), del controllo, insomma, sui loro corpi. Senza illustrare in questa sede i forti collegamenti con l’attualità, è evidente come tematiche di questo tipo – sui cui gli altri adattamenti non si soffermano – avrebbero potuto essere foriere di riflessioni interessanti, capaci di dare quel qualcosa in più a questa nuova trasposizione, rendendola senza dubbio più memorabile. Non escludiamo che venga fatto in futuro, ma dato che i primi due episodi coprono il periodo del concepimento e della gravidanza, dubitiamo che – una volta nata l’inquietante e temibile prole – ci sarà lo spazio per farlo. Peccato, perché ci ritroviamo con una storia un po’ piatta, con personaggi che finora non colpiscono (pur essendoci tra gli interpreti Keeley Hawes e Max Beesley, entrambi candidati ai BAFTA) e che non evoca le atmosfere giuste per catturare chi guarda.
La recensione in breve
Il nuovo adattamento del racconto di John Wyndham, a differenza delle precedenti trasposizioni, non è capace di evocare atmosfere tese ed angosciose. Il villaggio dei dannati, disponibile su Sky e in streaming su Now, è una serie priva di guizzi narrativi, con personaggi che non colpiscono (pur essendoci tra gli interpreti Keeley Hawes e Max Beesley, entrambi candidati ai BAFTA).
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Voto ScreenWorld