Negli ultimi anni, gli attacchi informatici contro dispositivi mobili sono diventati sempre più sofisticati. L’attenzione si è recentemente concentrata sullo spyware Graphite, sviluppato dall’azienda israeliana Paragon Solutions, che ha spiato alcuni giornalisti italiani tramite WhatsApp. Si tratta di un attacco insidioso perché non richiede alcuna azione da parte della vittima, come cliccare su link o scaricare allegati. È sufficiente una vulnerabilità del sistema affinché il malware entri in azione, prendendo il controllo completo del dispositivo. La domanda che in molti si sono posti è: questo spyware può infettare anche i nostri smartphone? La risposta, purtroppo, è sì, ma vediamo cosa fa al dispositivo e come provare a risolvere il problema.
Lo spyware agisce sfruttando le cosiddette vulnerabilità zero-day, ossia falle di sicurezza non ancora note ai produttori di software. Attraverso queste falle, Graphite si installa silenziosamente e può accedere a tutti i contenuti del telefono (messaggi, foto, video, documenti), trasformare il dispositivo in un microfono ambientale registrando tutto ciò che avviene nelle sue vicinanze, monitorare la posizione del telefono e attivare la videocamera senza che l’utente se ne accorga. Il livello di sofisticazione di Graphite lo rende praticamente invisibile. Anche gli utenti più esperti possono avere difficoltà a rilevarlo. Tuttavia, alcuni segnali potrebbero indicare la presenza di spyware: notifiche o vibrazioni inspiegabili, surriscaldamento del dispositivo senza motivo apparente, WhatsApp che si blocca o rallenta frequentemente e batteria che si scarica rapidamente, nonostante un uso normale del telefono.

Anche se gli attacchi zero-click sono difficili da evitare, adottare alcune precauzioni può ridurre i rischi. Ad esempio aggiornare regolarmente il sistema operativo e le app installate è fondamentale, poiché le patch di sicurezza correggono spesso le vulnerabilità sfruttate dagli spyware. Attivare la verifica in due passaggi su WhatsApp e controllare periodicamente i dispositivi collegati al proprio account aiuta a individuare accessi sospetti. Evitate di connettervi a reti Wi-Fi pubbliche non protette, che possono essere facilmente compromesse. Scaricate app solo da fonti ufficiali (Google Play Store o App Store) ed eliminate quelle non utilizzate.
Nonostante queste precauzioni, è importante essere consapevoli che gli attacchi zero-click non lasciano tracce evidenti e difendersi del tutto potrebbe essere impossibile. Tuttavia, prestare attenzione ai segnali sospetti e mantenere aggiornato il proprio dispositivo è il primo passo per aumentare la sicurezza e ridurre i rischi. La tecnologia può essere un’arma a doppio taglio: mentre garantisce strumenti utili per la sicurezza nazionale, può diventare una minaccia quando finisce nelle mani sbagliate. Essere informati e vigili è la nostra miglior difesa.