Nella corsa forsennata verso l’intelligenza artificiale, Microsoft ha deciso di cambiare completamente strategia. Niente più inseguimento dell’AI generalista onnipotente, quella che sa fare tutto e che domina le conversazioni da quando ChatGPT ha fatto irruzione nelle nostre vite. Il colosso di Redmond punta invece su qualcosa di diverso, forse più ambizioso: super intelligenze specializzate in grado di risolvere problemi concreti dell’umanità, con capacità che superano quelle umane in settori specifici. L’annuncio arriva a pochi giorni dalla firma del rinnovato accordo con OpenAI, che garantisce a Microsoft l’accesso alle tecnologie più avanzate dei creatori di ChatGPT ancora per diversi anni. Ma invece di usare queste risorse per competere nella creazione di un’intelligenza artificiale generalista, il gigante tecnologico ha scelto una strada alternativa, guidata da una visione che mette al centro l’essere umano e i suoi bisogni reali.
Dietro questa svolta c’è Mustafa Suleyman, responsabile dell’intelligenza artificiale di Microsoft e uno dei massimi esperti mondiali del settore. Suleyman non è un nome qualunque: è il cofondatore di DeepMind, l’azienda che ha rivoluzionato l’AI prima di essere acquisita da Google. Le sue riflessioni partono da un dubbio profondo e legittimo: siamo davvero in grado di controllare macchine autonome capaci di migliorarsi da sole, senza limiti prevedibili? La risposta di Suleyman è un no che suona come un campanello d’allarme. Per questo motivo, insieme a Microsoft, ha deciso di percorrere una via diversa: quella della super intelligenza umanista. Non un’AI che fa tutto, ma tante intelligenze artificiali specializzate, ognuna progettata per eccellere in un campo specifico e portare benefici tangibili all’umanità.

In un lungo post pubblicato sul blog ufficiale di Microsoft AI, Suleyman spiega la filosofia alla base di questo approccio. L’umanesimo, dice, impone di porsi sempre una domanda fondamentale: questa tecnologia serve gli interessi umani? E mentre le grandi AI generaliste presentano rischi esistenziali difficili da quantificare e gestire, le super intelligenze specializzate possono essere progettate, testate e controllate con maggiore precisione. Gli esempi che porta sono concreti e affascinanti. Immaginate un modello di AI specializzato esclusivamente nel risolvere i problemi di accumulo e gestione delle batterie, una delle sfide cruciali per la transizione energetica. Oppure un’intelligenza artificiale dedicata interamente allo studio di molecole e materiali, in grado di accelerare scoperte che richiederebbero decenni di ricerca umana. Queste super intelligenze, pur essendo dotate di capacità sovrumane nei loro ambiti specifici, non rappresentano una minaccia esistenziale proprio perché circoscritte e progettate con uno scopo preciso.
Per dare forma concreta a questa visione, Microsoft ha creato il team MAI Superintelligence, un gruppo di lavoro dedicato allo sviluppo di queste intelligenze artificiali specializzate. Il primo obiettivo è ambizioso quanto vitale: creare una super AI specializzata nella diagnosi medica. Non un assistente generico che risponde a domande sulla salute, ma un sistema in grado di analizzare dati clinici, immagini diagnostiche e storia medica con una precisione che supera quella dei migliori specialisti umani. Le tempistiche indicate sono sorprendentemente vicine: Suleyman e il suo team prevedono che questa super intelligenza medica sarà operativa entro due o tre anni. Se l’obiettivo verrà centrato, le implicazioni potrebbero essere rivoluzionarie. Una diagnosi precoce più accurata significa malattie intercettate prima, trattamenti più efficaci, aspettative di vita più lunghe e soprattutto più anni vissuti in salute. La prevenzione con capacità sovrumane non è fantascienza, è l’orizzonte tracciato da questo progetto.

Ma la medicina è solo l’inizio. Microsoft è pronta a sviluppare altre super intelligenze nei campi dei materiali, delle molecole e in altri settori che rispondano al criterio fondamentale stabilito da Suleyman: servire concretamente gli interessi umani. Ogni intelligenza artificiale sarà un pezzo di un puzzle più grande, dove la specializzazione diventa il punto di forza invece che un limite. Questa scelta rappresenta una filosofia diversa rispetto a quella dei principali competitor nella corsa all’AI. Mentre OpenAI, Google e Anthropic continuano a potenziare i loro modelli generalisti, puntando su sistemi sempre più capaci di gestire compiti variegati, Microsoft scommette sulla profondità invece che sull’ampiezza. È una scommessa che potrebbe ridefinire il modo in cui pensiamo all’intelligenza artificiale e al suo ruolo nella società.
La visione di Suleyman solleva anche questioni etiche importanti. Concentrare risorse su AI specializzate in problemi concreti significa fare delle scelte: quali problemi meritano una super intelligenza dedicata? Chi decide quali benefici sono prioritari? E come si garantisce che queste tecnologie rimangano accessibili e non diventino strumenti esclusivi per pochi privilegiati? L’accordo rinnovato con OpenAI gioca un ruolo cruciale in questo scenario. Microsoft mantiene accesso alle tecnologie di frontiera, ma sceglie di utilizzarle in modo diverso. Non per competere direttamente nella creazione di chatbot sempre più sofisticati, ma per costruire strumenti specializzati che possano fare la differenza in ambiti dove la precisione e l’affidabilità sono questioni di vita o di morte.

Il tempo dirà se questa strategia pagherà. Tra due o tre anni scopriremo se la super AI medica di Microsoft sarà all’altezza delle promesse, se riuscirà davvero a diagnosticare malattie con una precisione sovrumana e se questo si tradurrà in benefici concreti per milioni di persone. Nel frattempo, la sfida lanciata da Suleyman rimane: possiamo creare intelligenze artificiali potentissime senza perdere il controllo, a patto di progettarle con uno scopo chiaro e umano. La partita dell’intelligenza artificiale si gioca su più tavoli. C’è chi punta tutto sull’AI generalista, sognando macchine che possano sostituire l’intelligenza umana in ogni suo aspetto. E c’è chi, come Microsoft, sceglie di costruire alleati specializzati, super intelligenze progettate per amplificare le capacità umane in settori cruciali. Due visioni del futuro che convivono, competono e forse, un giorno, convergeranno in qualcosa che oggi facciamo ancora fatica a immaginare.



