Le Intelligenze Artificiali (IA) sono state create per elaborare informazioni e rispondere a domande specifiche in base a una ricerca e analisi dei dati a loro disposizione. Sono considerate strumenti affidabili e precisi, ma una recente indagine del Tow Center for Digital Journalism ha messo in discussione questa certezza. Lo studio evidenzia infatti come le chatbot basati su IA possano fornire risposte falsate, spesso con estrema sicurezza. Ma cosa significa esattamente? Cerchiamo di capire meglio.

L’analisi, pubblicata sulla Columbia Journalism Review, ha testato diversi chatbot AI ponendo loro 200 domande basate su articoli giornalistici. I risultati che sono emersi sono alquanto preoccupanti: ChatGPT Search è stato l’unico strumento a fornire risposte a tutte le domande, ma solo il 28% di esse si è rivelato accurato, mentre ben il 57% conteneva informazioni errate. Anche Grok AI di X ha mostrato performance deludenti, con la versione Grok-3 che ha registrato un tasso di errore del 94%. Microsoft Copilot, invece, ha evitato di rispondere a più della metà delle domande e ha fornito risposte errate nel 70% dei casi.

I risultati della ricerca condotti dal Tow Center of Digital Journalism.
I risultati della ricerca condotti dal Tow Center of Digital Journalism. Fonte: Columbia Journalism Review.

Un aspetto particolarmente controverso, come riportato dallo studio, riguarda le versioni a pagamento di questi strumenti. Logicamente si pensa che se ci si abbona ai servizi premium, come Perplexity Pro (20 dollari al mese) o Grok-3 Search (40 dollari al mese), lo si fa per avere una maggior affidabilità nelle risposte. E invece non è così: la ricerca ha messo in luce che perfino le versioni a pagamento possono commettere diversi errori.

Aldilà dell’inaffidabilità delle risposte, un’altra problematica riguarda la veridicità delle aziende produttrici. Il fatto che queste IA rispondano con sicurezza anche quando non hanno dati certi, comporta una diffusione di informazioni false. Questo fenomeno solleva interrogativi cruciali sulla fiducia che possiamo avere nelle IA e sulla necessità di aver un maggior controllo per garantire l’accuratezza delle informazioni fornite da questi strumenti. Gli esperti sono preoccupati che un simile fenomeno, così come la costante e infondata fiducia incondizionata che moltissime persone ripongono nell’uso delle intelligenze artificiali, possa portare a un impoverimento della cultura e al dilagare della disinformazione, o almeno della malainformazione. Il consiglio è quello di restare sempre vigili e assicurarsi sempre che ciò che viene detto dalle IA sia confermato.

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Animatrice sociale e teatrale con la passione per la scrittura, il cinema e le serie televisive.